LETTERE RUBATE
La ricerca della felicità di Mario Desiati e un indimenticabile Veleno
Certi romanzi sono baciati da qualcosa di magico: Spatriati di Mario Desiati è tra questi. Ecco perché
Invece lei mi anticipò.
- Come sono le tette di tua madre?
- Non ho capito.
- Hai capito bene, dimmi come sono le tette di tua madre.
Mi si annebbiò la vista.
- Non mi vuoi rispondere?
Mario Desiati, “Spatriati” (Einaudi)
Ci sono romanzi baciati da qualcosa di magico: l’incontro tra scrittura e personaggi, tra senso poetico e precisione, tra forza e verità nel raccontare il proprio tempo. Spatriati di Mario Desiati è tutto questo, fin dal nome del suo protagonista, Francesco Veleno, “il figlio unico di Elisa Fortuna e Vincenzo Veleno, due ex atleti dilettanti che si sono innamorati durante una puntata di Giochi senza frontiere”. Francesco Veleno ama di un amore lacerante e purissimo Claudia Fanelli, la spatriata, l’irregolare, la mai contenta, la ragazza alta incontrata nell’atrio del liceo, a Martina Franca. Claudia è sempre altrove ma è sempre dentro di lui.
Claudia è la spinta e il dolore, e suo padre, il medico, è l’amante della madre di Francesco, l’infermiera. Claudia parte e Francesco resta, l’aspetta, la implora di tornare, le offre tutta la complicità e la devozione di cui è capace. Lui cresce con lei, sentendosi un codardo davanti alla regina del fuoco e delle fiamme. La ricerca struggente di un posto nel mondo provoca una commozione che cresce e che abbraccia la provincia, la solitudine, il bisogno di tastare il limite. Claudia è coraggiosa, Francesco ha paura. Claudia è spavalda e sembra piovuta da un altro mondo, il mondo che Francesco vorrebbe ma che non osa, non subito, cercare fuori da sé. La loro simbiosi, anche negli anni in cui sono lontani, ognuno perso a inseguire un’impossibile quiete, la voluttà di sentirsi a casa dentro un club di musica techno a Berlino o dentro un’agenzia immobiliare al paese, mi ha portato perfino a credere che Claudia e Francesco potrebbero essere un’unica persona, un unico cuore in cerca di tutto, bisognoso di una connessione non convenzionale con il mondo e con il desiderio. Lei che cerca di stanarlo, lui che fa resistenza: loro che non perdono mai il candore, loro che cambiano mentre cambiano le stagioni e i colori del mare e del cielo, il crepuscolo a Berlino e il crepuscolo a Torre Canne.
Ci vuole un vero scrittore per offrire con delicatezza e nudità tutta l’inquietudine, il tedio, il terrore, il fuoco spento e il fuoco acceso di una vita giovane che si espande e contemporaneamente scava dentro di sé, per scoprire che il centro non esiste: il centro sono alcune persone, alcune parole, e una valigia sempre pronta. Mario Desiati ha composto una ricerca della felicità in cui il nuovo e l’antico si tengono per mano e si riconoscono, e Francesco Veleno è un personaggio indimenticabile che vive dentro ognuno di noi.
Universalismo individualistico