art & porn
Pornhub affida alla pornostar Asa Akira un'audioguida per scoprire l'arte. Ben fatto
Il direttore degli Uffizi non ci sta. Meglio la Ferragni davanti alla Venere di Botticelli? No
"Pornografia è la verità” disse Palazzeschi e la verità è che molta arte è pornografica, perfino quella ufficialissima contenuta nei musei. Noi non ce ne accorgiamo giacché assuefatti dal diluvio di carni internettiane ma Zuckerberg & I Suoi Algoritmi se ne accorgono eccome, Facebook mi ha appena ribloccato per tre giorni perché “questo post non rispetta i nostri standard in materia di nudo” e quello censurato era un nudo molto melanconico e pandemico di Daniele Vezzani, uno dei migliori pittori italiani viventi.
Ad affrontare un simile tema doveva essere un critico d’arte se non fosse che i critici d’arte sono troppo occupati a inserire antiartistiche parole d’ordine (“inclusione”, “diversità”, “partecipazione”) nei loro testi pappagalleschi. Per colmare la lacuna ci voleva un sito pornografico, Pornhub, con un’audioguida a cui dà voce la pornostar Asa Akira. “C’è un tesoro di arte erotica in tutto il mondo, che ritrae nudi e orge, arte pre-internet custodita nei musei”, spiega l’attrice nippoamericana. “Quando le persone si recheranno al Louvre o al Met potranno aprire Classic Nudes e io sarò la loro guida. E’ ora di godersi ogni singola pennellata di questi capolavori erotici assieme a me”. Penso anch’io che sia ora, diversamente dal direttore degli Uffizi che dicono intenzionato a diffidare il sito di MindGeek, gruppo canadese-lussemburghese (canadese in quanto a uffici, lussemburghese in quanto a tasse) proprietario inoltre di YouPorn, Xtube, RedTube per un fatturato complessivo di 460 milioni di dollari.
Se è una questione di diritti d’autore farebbe pure bene. Se invece è una questione di lesa maestà artistica lo invito a ripensarci: non è stato lui ad approvare Chiara Ferragni davanti alla Venere del Botticelli? E’ meno invadente la voce di una pornostar del corpo di una blogger che fra l’altro ormai fa politica e pure senza stile, insultando chi non la pensa come lei.
Che poi dei capolavori degli Uffizi si potrebbe eventualmente fare a meno, ci sono musei un attimo meno famosi e però dotati di opere più eccitanti. Penso alla “Immacolata Concezione” di Carlo Portelli conservata sempre a Firenze ma alla Galleria dell’Accademia, qualcosa di incredibile sia per il genere (una pala d’altare!) sia per la data (1566!) che fa della Eva raffigurata in basso un caso eccezionale di pornostar controriformistica. Vent’anni dopo, provando a demolirla, il critico d’arte Raffaello Borghini gli fece senza volerlo il monumento: “Una gran feminaccia ignuda, che mostra tute le parti di dietro”. Più slanciata di Asa Akira, certamente ignuda tuttavia piccoletta, e con le notevoli “parti di dietro” che mi ricordano la ballerina Carlotta Chabert, ritratta da Francesco Hayez in guisa di Venere con due colombe, al Mart di Rovereto nell’esposizione permanente (cosa aspettate a partire per il Trentino?). All’epoca un indignato ebbe a definire tanto carnosa divinità “la più schifosa donna del volgo”, oggi è il capolavoro di Hayez (altro che il melenso “Bacio”, adatto per l’appunto ai Ferragnez).
Mi piacerebbe essere chiamato da MindGeek come consulente per un’audioguida dedicata al porno biblico, il porno veterotestamentario che per secoli è stato il miglior modo di spogliar donne con licenza dei superiori. Per il soggetto “Susanna e i vecchioni” escluderei Artemisia Gentileschi, pittrice che ce l’aveva coi maschi e dunque problematica, antierotica (devo ricordarlo il motto napoletano secondo cui Eros non tollera preoccupazioni, devo proprio?). Molto meglio le bianche carni tremanti, prossime alla resa, della Susanna del Tintoretto (a Vienna), e la malizia della Susanna di Alessandro Allori (a Digione), ragazza a cui i due vecchioni (suppergiù cinquantenni, fra l’altro) non sembrano spiacere affatto. Passando a “Giuseppe e la moglie di Putifarre” prediligo la versione del Lanfranco conservata alla Galleria Borghese: come poté un giovanotto resistere alle profferte di un'adultera così soda e graziosa? Mentre per “Lot e le sue figlie”, soggetto estremo, terribile, ho un debole per la commossa interpretazione di Francesco Furini (sfortunatamente al Prado), pittore fiorentino del Seicento che venne accusato di spendere troppo in modelle. Guardate il culo della figlia di sinistra e ditemi se non bisognava perdonarlo. Su un quadro simile mi verrebbe da rispolverare la questione, annosissima, della differenza fra erotico e pornografico: siccome le ragazze di Furini oltre a quello fisico suscitano amore agapico. Ma non so se Asa Akira voglia fare della filosofia.