Quant'è poco rispettoso il naufrago di Defoe, che insegna l'inglese e legge la Bibbia a Venerdì

Mariarosa Mancuso

La nuova uscita della Piccola biblioteca del pensiero cancellato. Dal 21 agosto in edicola con il Foglio "Robinson Crusoe"

Da domani in edicola, in abbinamento con il Foglio, il quarto volume della nostra collana dei “Libri proibiti”, grandi classici del passato che la cultura del cancelletto oggi manderebbe al rogo. L’ultimo appuntamento è con “Robinson Crusoe” di Daniel Defoe. 


 

Dopo dodici anni sull’isola deserta, Robinson Crusoe vede un’orma sulla spiaggia (assieme ai resti bruciacchiati di un banchetto, che lui subito immagina di cannibali). Una sola orma. Sulla stranezza del piede singolo, i lettori più puntigliosi si sono a lungo interrogati. E’ più grande del suo, il che spiega lo spavento, su un’isola remota. Sul perché sia un piede soltanto, circolano varie – quanto inutili – ipotesi: il terreno era in parte roccioso, le altre pedate sono state cancellate dal mare. Daniel Defoe era bravissimo ma distratto. All’inizio del romanzo, quando il suo naufrago cerca di ricuperare dal mondo civile tutto quel che potrebbe tornare utile, scrive “si spogliò nudo e nuotò verso il relitto”. Poi Robinson torna a riva con il bottino, e ha le tasche piene di gallette.

Sappiamo poi che il piede era di un poveretto sul punto di essere sacrificato come vittima. Robinson lo salva e lo tiene come suddito, insegnandogli l’inglese e facendogli leggere la Bibbia. Atteggiamento poco rispettoso. Avrebbe dovuto inchinarsi alla cultura diversa dalla sua, imparare lui l’esotica lingua. Togliersi quel completo da cacciatore con berretto e stivali che le antiche illustrazioni gli mettono addosso, per cominciare a girare nudo come l’indigeno (stavamo per scrivere il selvaggio, non sia mai). 

Per le sue due casette fabbricate a mani nude, Robinson è lo spirito del nascente capitalismo racchiuso in un sol uomo: rifà in solitario la civiltà che ha lasciato, mica si rilassa e aspetta una nave che lo salvi. Per Venerdì, è l’incarnazione del colonialismo: numerosi sono i remake che esplicitano le sue bassezze. Punto di non ritorno, nel 1940, il film His Girl Friday di Howard Hawks, pudicamente tradotto in italiano La signora del venerdì. Vuol dire invece “la sua fedele schiava”, dal modo di dire inglese “His Man Friday” – il suo Venerdì. Rosalind Russell è una giornalista che vorrebbe lasciare il giornale per dedicarsi alla famiglia. Cary Grant glielo impedisce con l’inganno, un fedele Venerdì serve sempre.