Quelle femministe che su gender e sesso stanno con Papa Ratzinger

Giulio Meotti

S'avanza una “nuova religione di stato, completa di leggi sulla blasfemia”. Tre libri a difesa della differenza sessuale

“La libertà consiste nella libertà di dire che due più due fa quattro. Se è concessa questa libertà, ne seguono tutte le altre”. Questa frase di George Orwell campeggia in esergo a “Trans”, il libro della editor dell’Economist Helen Joyce. Dopo la pubblicazione, Joyce afferma di essere stata boicottata dalla Bbc e dalle altre tv e che la catena di librerie Waterstones sta facendo di tutto per non venderlo. Nel libro, Joyce racconta come l’ideologia transgender stia cercando di “soppiantare la biologia” e che il movimento è l’equivalente di una “nuova religione di stato, completa di leggi sulla blasfemia”.

   

“Questo è un libro su un’idea, che sembra semplice ma ha conseguenze di vasta portata”, scrive Joyce. “L’idea è che le persone dovrebbero essere considerate uomini o donne in base a come si sentono e a ciò che dichiarano, invece della loro biologia”. E’ in corso una rivoluzione. “Le leggi nazionali, le politiche aziendali, i programmi scolastici, i protocolli medici, la ricerca accademica e le guide dei media vengono riscritte per privilegiare l’identità di genere autodichiarata rispetto al sesso biologico”. 

 

    
Strutture un tempo separate per sesso, dai servizi igienici agli spogliatoi, dai rifugi per donne alle carceri, stanno passando all’autoidentificazione di genere. Gli sviluppi nel mondo accademico hanno svolto un ruolo centrale. “In questi campi accademici, che si sono sviluppati nei campus americani dal postmodernismo francese degli anni 60, uomo o donna sono arrivati a indicare qualcuno che interpretava la virilità o la femminilità. Nella versione semplicistica del nuovo credo, che si è indurito nell’ortodossia della giustizia sociale, ciò che viene richiesto non è più flessibilità, ma una ridefinizione di ciò che significa per chiunque essere un uomo o una donna. Una totale riscrittura delle regole della società”. 

  
Joyce non parla dei trans, a loro ogni autodeterminazione, ma di una svolta politica e istituzionale. Parla “di fondazioni di beneficenza controllate da miliardari che uniscono le forze con gruppi di attivisti per pompare denaro in lobby dietro le quinte per un cambiamento legale. Hanno conquistato grandi partiti politici, in particolare i democratici americani, e grandi imprese, compresi i giganti della tecnologia. Sono supportati dalle industrie farmaceutiche, che ci vedono già una montagna di affari…”. 

  
Fra Benedetto XVI che nel suo nuovo libro “La vera Europa” rivendica la differenza sessuale e attacca il gender, e Joe Biden che dichiara il transgender come “la questione del nostro tempo”, queste femministe laiche si schierano con il Papa emerito. Sono le stesse femministe eretiche che, secondo la madrina del gender Judith Butler, sono il nuovo volto del “fascismo”, niente meno.
Nel 2018 la ong lgbt Stonewall ha coniato uno slogan diventato un grido di battaglia: “Le donne trans sono donne. Fatevene una ragione”. La filosofa inglese Kathleen Stock, che insegna all’Università del Sussex, non se l’è fatta una ragione e ora in un libro, “Material Girls”, spiega perché. I politici di tutti i grandi partiti, celebrità, leader di enti di beneficenza e aziendali, medici, media e molte istituzioni hanno aderito alla nuova ideologia transgender. Così gli organismi di sanità pubblica, che hanno eliminato parole come “donne” e “madri”. È diventato tabù metterlo in discussione. “E offensivo usare la parola ‘femminile’”.

    

  

Kathleen Stock ha rivelato che la Oxford University Press ha abbandonato un libro sulle filosofe donne perché il suo nome era considerato troppo controverso. La professoressa è stata anche aggredita e boicottata all’università. E quando la Regina Elisabetta l’ha insignita come “Ufficiale dell’ordine dell’impero britannico” per i suoi meriti accademici è partita una petizione universitaria per boicottare il riconoscimento. Nel nuovo libro, Stock sintetizza così l’importanza del sesso biologico: “La ragione più semplice e ovvia per cui i sessi sono importanti è che senza di essi la nostra specie finirebbe”.

 

In questi giorni è uscito un terzo libro a firma di Claude Habib, docente alla Sorbonne Nouvelle, saggista e scrittrice, che affronta la questione Trans in un dossier sul Débat e pubblicato da Gallimard. “La specie umana è composta da due sessi: come mai una posizione così banale, così ragionevole, è stata esclusa dal dibattito?”, si domanda Habib, una delle massime specialiste di Rousseau. “Come spiegare che la maggioranza è stata espropriata senza il diritto di formulare ciò che pensa? Tutti lo sanno e la scienza lo conferma”. Ma oggi ribadirlo significa esporsi. “Ci chiediamo perché entrare in una discussione in cui ci sono solo pugni da prendere. Perché andare controcorrente e rischiare di essere chiamato settario e bigotto? Qual è il punto di scatenare furie su Internet?”. E fa il caso di J. K. Rowling. “Il riflesso della solidarietà dovrebbe funzionare a suo favore, non a quello dei suoi persecutori”. 

 
Quando si cancella la realtà fisica in nome della pura soggettività si sta scivolando in un irrazionalismo che dovrebbe impensierire non poco un’epoca che dichiara, altrove, di “seguire la scienza”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.