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Claudia Ferrazzi: "Portare la cultura nelle aziende migliora la qualità del lavoro"

La fondatrice di Viarte, start-up che si occupa di introdurre la creatività artistica nel mondo aziendale, racconta al Festival dell'Innovazione del Foglio com'è nato questo progetto

 

Claudia Ferrazzi, fondatrice di Viarte, ex consigliera di Macron per la cultura, ex vice amministratrice generale del Louvre, ha concretizzato l'importanza della cultura nel suo percorso e nella sua carriera. Adesso con questa start-up porta la cultura nelle aziende, sia per migliorare la qualità del lavoro che quella della vita delle persone nelle aziende. Annalena Benini l'ha intervistata al Festival dell'innovazione del Foglio.

Come è nata questa iniziativa? "Non so se sia un caso parlare di cultura subito dopo un intervento sulla ricerca, ma è significativo: ci sono studi che provano che le connessioni nel cervello sono le stesse quando si attiva la creatività artistica e quando si fa una scoperta scientifica. Zone cerebrali che si connettono in modo inedito. Adesso con le aziende la creazione artistica può dare delle risposte molto concrete".

Qualche esempio? "Nelle aziende si scrive molto. Ma non sempre nel modo giusto, non si è mai pensato che questa scrittura potesse essere più aperta, creativa, attenta alla sensibilità di ciascuno. Il mondo della cultura ha inventato tantissimi modi per raccontare delle storie, la difficoltà del portarli nelle aziende sta nel fatto che il settore pubblico e il mecenatismo sono bastati per finanziare la cultura. Ma questo sta cambiando".

Claudia Ferrazzi ha coinvolto anche sceneggiatori di serie televisive per portare in azienda questa capacità di racconto, ma ha incontrato diverse difficoltà. Come mai c'è questa resistenza? "Direi che dall'inizio della modernità, dell'Ottocento, il mondo tecnico-scientifico e quello della creatività artistica viaggiano su due binari separati senza parlarsi. Oggi vediamo questa frustrazione dal parte degli operatori della cultura di non essere mai al cuore delle cose che accadono. Se non si trova il modo di parlare alle persone anche nel quotidiano, il rischio è di diventare completamente irrilevanti. Il mecenatismo e il contributo pubblico sono stabili da anni, ora è il momento di trovare nuove fonti di finanziamento".

Cosa ha motivato la tua decisione di interrompere l'attività di consulenza all'Eliseo per Macron sulla cultura e dedicarti a questi nuovi progetti? "Voglio dirlo chiaramente, la motivazione è esclusivamente personale: difficoltà in famiglia. Tutti i coach motivazionali lo dicono, non si parla di vita personale se sei una donna in carriera. Invece io voglio dirlo, vale per tutti uomini e donne, ci sono momenti nella vita di difficoltà e non bisogna avere paura di ammetterlo".

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