festival dell'innovazione

Venezi: "La musica classica è popolare, non elitaria"

Il direttore d'orchestra al Festival del Foglio: "In Italia l'intrattenimento fa fatica a essere considerato cultura. Così si allontanano i giovani"

È stata lei stessa a dire di voler essere chiamata "direttore d'orchestra". Così oggi Beatrice Venezi al Festival dell'Innovazione del Foglio chiarisce la sua posizione: "Ognuno ha diritto a poter essere chiamato come vuole, non ho capito tutta la polemica che c'è stata". E' l'occasione per approfondire con lei il percorso che l'ha portata a imporsi in un mondo considerato il massimo del maschilismo. Come ci è riuscita? "Lotto ancora oggi per impormi, perché l'Italia resta un paese gerontocratico in cui i giovani sono spesso descritti come restii ad assumersi delle responsabilità. Una narrazione ingenerosa: non è così. E poi solo in Italia a 40 anni vieni considerata una giovane promessa". 

 

Spesso guardiamo all'estero per la facilità con cui riescono a portare la musica classica nelle scuole, tra le fasce più giovani della popolazione. Perché in Italia ci riusciamo meno? Venezi spiega che "c'è anche un aspetto legato alla modalità in cui si sceglie di comunicare. La musica classica, ad esempio, per me non deve essere qualcosa di elitario ma di popolare, soprattutto in un paese come il nostro che ha una grande tradizione di musica lirica". L'altro aspetto, aggiunge il direttore, è che "nel nostro paese l'intrattenimento fatica a essere riconosciuto come cultura e questo respinge i più giovani. Modelli che ho potuto vedere da vicino sono l'Inghilterra e soprattutto la Francia, abituata a frequentare la musica quotidianamente". 

  

Spiega, ancora, Venezi, che "è controproducente rendere obbligatorio l'insegnamento di uno strumento. Più che altro bisogna sviluppare la capacità di saper ascoltare". Chiusura con una curiosità: che musica ascolta? "Un po di tutto, sono molto curiosa, ma la trap non la reggo". 

Di più su questi argomenti: