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"Nessuno vorrà toccare più questo film". Dave Chappelle teme la cancellazione

Giulio Meotti

La famosa transgender Caitlyn Jenner difende il comico trasmesso da Netflix e accusato di "transfobia"

Ha battuto ogni record di ascolti su Netflix e forse per questo finora la piattaforma da duecento milioni di clienti nel mondo si è tenuta in catalogo “The closer”, il contestatissimo show di Dave Chappelle accusato di omotransfobia per frasi come questa: “Nel nostro paese, puoi sparare e uccidere un nero, ma è meglio non ferire i sentimenti di una persona gay”. Ma in una America dove regna l’“intersezionalità”, l’ideologia che prevede la somma delle disuguaglianze (se sei donna, nera, trans e povera scali il vertice del vittimismo contemporaneo), Chappelle è soltanto nero.

Ieri, il comico ha affrontato la controversia, dicendo che avrebbe incontrato la comunità transgender di Netflix. “Per la comunità transgender, sono più che disposto a darvi udienza, ma non mi piego alle richieste di nessuno e se volete incontrarmi ho alcune condizioni… Prima di tutto, non lo farò se non avete guardato il mio speciale dall’inizio alla fine”. Mercoledì scorso un gruppo di manifestanti, fra cui tanti dipendenti di Netflix, si è riunito fuori dall’ufficio di Los Angeles della società esprimendo la propria rabbia per lo spettacolo e per la risposta del gigante dello streaming alle critiche. Qualcosa del genere era già successo con J.K. Rowling, la scrittrice inglese autrice della saga “Harry Potter” finita sotto boicottaggio da parte di altri scrittori e dipendenti della sua agenzia letteraria dopo che è stata accusata di transfobia per avere difeso la realtà e la differenza sessuale fra maschio e femmina.

Intanto Newsweek racconta che numerose stelle del cinema, da Elliot Page all’attore di “Star Trek” George Takei, hanno annunciato un boicottaggio di Netflix finché Chappelle rimarrà in catalogo. Ted Sarandos, il co-amministratore delegato del servizio di streaming, ha difeso lo speciale di Chappelle e allo staff in una email ha detto che “il contenuto sullo schermo non si traduce in danni reali”, ma in seguito ha fatto marcia indietro e si è scusato. “Avete detto di volere un ambiente di lavoro sicuro a Netflix”, ha detto ieri Chappelle. “Beh, sembra che io sia l’unico che non possa più andare in ufficio”. E poi Chappelle ha rivelato: “Quando è emersa questa controversia su ‘The Closer’, hanno iniziato a disinvitarmi dai festival cinematografici e ora non una società cinematografica, non uno studio cinematografico, non un festival cinematografico, nessuno toccherà più questo film”. Poi Chappelle ha ringraziato Netflix: “E’ l’unico che non mi abbia cancellato”. Finora, e non era neanche scontato, considerando il nuovo Superman bisessuale o la serie de “Il Signore degli Anelli” che Amazon Prime vuole rendere più inclusiva e multietnica. Anche il New York Times inizia a pubblicare articoli dal titolo “Netflix perde il suo splendore…”.

 

Intanto Caitlyn Jenner è accorsa in difesa di  Chappelle. Sì, la donna transgender più famosa del mondo, che ha twittato: “Dave Chappelle ha ragione al cento per cento. Non si tratta del movimento lgbtq. Si tratta della cancel culture impazzita che cerca di mettere a tacere la libertà di parola”. Jenner aveva già sconvolto molti a maggio scorso dicendo che gli uomini trans non dovrebbero partecipare agli sport femminili, ammessi invece anche alle ultime Olimpiadi. E forse Jenner concorderebbe anche sulla frase più incriminata di Chappelle, secondo cui “ogni essere umano in questa stanza, ogni essere umano sulla Terra, ha dovuto passare attraverso le gambe di una donna”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.