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la chiacchierata

Caro Cav., chi 'chezzo' te lo fa fare di andare al Quirinale. La versione di Lino Banfi

Massimiliano Vitelli

L'Italia post Covid, la censura del Moige, la guerra con i Notut (quelli che sono contrari a prescindere). Ma anche la corsa per il Colle. "Meglio Gianni Letta di Berlusconi". Una giornata in Orecchietteria con l'attore pugliese

L’Orecchietteria è un ristorante di specialità pugliesi vicino a Castel S. Angelo a Roma, la capitale di quell’Italia che Lino Banfi ha fatto divertire, ma anche riflettere per più di mezzo secolo. Il locale è gestito dalla figlia Rosanna, anche lei attrice ed è qui che, tra un gustoso piatto di orecchiette alla “porca puttena” (con buona pace del Moige) e una deliziosa burrata, facciamo una chiacchierata con il nonno più amato del Belpaese.

“Nella mia vita ho visto l’Italia cambiare tanto, affrontare anni di crescita e periodi difficili. Ce la farà anche questa volta, uscirà dalla crisi e si riprenderà. Il problema è come – ci confida Banfi –. Il Covid-19 ci ha certamente cambiato, siamo tutti più diffidenti, dubitiamo molto di chi abbiamo davanti. Al primo colpo di tosse o ad uno starnuto già ci mettiamo paura. Prima era normale darci la mano, magari dal tipo di stretta, tipo quella 'mosciarella', si poteva provare a capire qualcosa della personalità della persona con la quale ci trovavamo a parlare. Ora si resta a distanza di sicurezza”. 

 

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Nonno Lino sa con certezza cosa gli resterà di questo terribile periodo che mai avrebbe pensato di dover affrontare. “Di certo ho apprezzato il Bluetooth. Avendo qualche difficoltà di udito, utilizzo un apparecchio e grazie a questo sistema posso parlare al telefono tenendolo lontano e regolarne il volume. E durante il lockdown il cellulare è stato un mezzo fondamentale per continuare ad avere rapporti con parenti e amici”, dice.  Ma Banfi non sarebbe uno dei grandi della commedia italiana se non avesse sempre il guizzo ironico che ce lo fa amare così tanto. “E poi mi ricorderò sempre il Notut (gioca con la fonetica, ndr), è il termine che uso per indicare quelli che sono contrari a prescindere, non importa quale sia l’argomento o la posizione. Ecco, a loro chiederei: ma perché fate così? Credo però che una risposta non l’avrò prima del 2050”.

Proviamo ad affrontare il discorso politico, Banfi non si tira indietro. Sappiamo che si sente con Silvio Berlusconi in occasione dei rispettivi compleanni, così affrontiamo il discorso di un’eventuale ascesa al Colle del Cavaliere. “So per certo che a lui farebbe un piacere immenso. Sarebbe il coronamento di tutti i suoi sogni, ma se potessi consigliarlo, da amico e coetaneo gli direi: 'Ma chi chezzo te lo fa fare a prenderti un’altra responsabilità così importante?'. Sarebbe un parere dato con grande affetto, mi vuole bene e me lo ha dimostrato mille volte, da quando lavoravo a Canale 5 e lui non era ancora entrato in politica”.

Piuttosto, l'attore pugliese arriva a suggerire un altro nome. “Sarei contento se questa grande opportunità venisse data a Gianni Letta, un uomo che se lo merita. Ha sempre fatto da mediatore, è stato molto importante per il nostro Paese anche se ha agito spesso senza la luce dei riflettori puntata addosso”.

Intanto, l’Italia fatica e c’è chi prova ad approfittarsi della situazione, come i circa cinquemila che hanno intascato il reddito di cittadinanza senza averne diritto. “Quello che è accaduto deve essere un monito per i nostri politici che dovranno stare più attenti in futuro. Purtroppo, nel nostro Paese queste iniziative non si possono fare perché è pieno di furbetti”. Questo però non mina l’amore che Banfi ha per la sua nazione. “Dobbiamo ricordarci che viviamo in uno stivale. Una calzatura alta che va pulita. Ogni tanto dobbiamo metterci d’accordo e lucidarla un po’. Io faccio la mia parte, sono addetto al tacco!”.

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