Consigli per un Natale a fumetti

Dai classici anni Quaranta ai nuovi albi di Zerocalcare e Jeff Lemire, una guida ai migliori fumetti da mettere sotto l'albero

Stefano Priarone

Di cosa parliamo quando parliamo di fumetto? Il medium ha tanti generi e forme diverse e per il Natale del 2021 cerchiamo di consigliare i tipi più diversi di libro a fumetti, dall’avventura (magari con personaggi seriali), alla ristampa di un classico, alla storia più intimista. Dal volume relativamente a buon mercato all’edizione deluxe ad alto prezzo.

  

L’Inferno (non solo) di Topolino

Nell’anno dantesco non poteva mancare. Fra il 1949 e il 1950 sul settimanale Topolino, ad opera di Guido Martina  per i testi e Angelo Bioletto per i disegni, esce “L’Inferno di Topolino”. Il primo capolavoro della scuola Disney italiana e iniziatore delle cosiddette “Grandi Parodie”, versioni disneyane di romanzi, film o anche fumetti, una particolarità tutta italica.

  

Panini lo ristampa in due versioni, quella più abbordabile e quella deluxe con il testo originale ripristinato (in passate ristampe c’erano state delle censure in nome del politicamente corretto).

   

Entrambe le versioni presentano una colorazione ex novo a cura di Fabio Celoni (un moderno maestro Disney italiano) con Luca Merli e vari contributi redazionali, la deluxe, in ampio formato, è arricchita dalla litografia inedita autografata da un maestro Disney.

 

Ma il fumetto ha raccontato l’opera di Dante in altre occasioni, come si vede dal documentato saggio “A riveder la china” (Edizioni Cà Foscari). Curato da Leonardo Canova, Luca Lombardo e Paolo Rigo racconta come sono stati raffigurati la Divina Commedia e il suo autore nei fumetti e nelle vignette italiane fra il XIX e il XXI secolo, da un maestro come Benito Jacovitti alle divertenti avventure di Geppo il diavolo, alla versione umoristica dell’intera opera di Dante fatta da Marcello Toninelli in un volume ancora adesso ristampato con successo. Interessante il contributo dello sceneggiatore disneyano Roberto Gagnor che analizza la saga di Messer Papero e Ser Paperone, scritta sempre da Martina (ma negli anni Ottanta, quando la sua carriera sia avviava alla conclusione) e disegnata da un altro maestro Disney, Giovan Battista Carpi, con l’incontro fra una versione medievale del ricchissimo Paperon de’ Paperoni e lo stesso Dante Alighieri.

 

Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia

di Zerocalcare (Bao)

Zerocalcare (alias Michele Rech) grazie alla serie Netflix “Strappare lungo i bordi” è diventato un personaggio come solo pochi altri fumettisti italiani. Forse Bonvi delle Sturmtruppen, che era molto più estroverso di lui ma al tempo stesso meno considerato dai media (e viveva in un’era presocial).

La serie Netflix non è tratta da nessun suo libro a fumetti ma ne rispecchia il mondo, un mix di politica e universo nerd nel quale Mao o il Che interagiscono con Luke Skywalker di Star Wars.

Questo nuovo volume è adatto a farlo conoscere a chi lo ha scoperto solo grazie alla serie, visto che raccoglie sì storie brevi uscite negli ultimi due anni, ma anche un diario a fumetti sulla lavorazione di “Strappare lungo i bordi”.

  

Martin Mystère. Martin in Comicsland. I fumetti nei fumetti

di Alfredo Castelli e altri (Sergio Bonelli Editore)

Il prossimo anno Martin Mystère, l’archeologo avventuroso creato da Alfredo Castelli, compirà quarant’anni di vita editoriale. Il personaggio non è però solo uno studioso che si occupa di “mysteri” come Atlantide e gli Ufo, alla Indiana Jones (l’idea risale però a qualche anno prima di “I predatori dell’Arca Perduta”) ma è soprattutto un curioso, come il suo creatore. Questo volume, con ai testi oltre a Castelli anche il suo braccio destro Carlo Recagno e i disegni di autori come Lucio Filippucci, Giancarlo Alessandrini e Giorgio Cavazzano, raccoglie una serie di storie, spesso metanarrative, sul mondo del fumetto, dall’editoria ai personaggi.

Storie su Yellow Kid (considerato il primo vero personaggio a fumetti), su un simil Mickey Mouse, su un simil Diabolik, persino una sorta di team-up (a Lucca Comics) con l’Incredibile Hulk che confermano l’ironia e l’incredibile cultura del Buon Vecchio Zio Marty e del Buon Vecchio Zio Alfy (come gli appassionati chiamano rispettivamente Martin Mystère e Castelli).

 

Ogoniok-Kas-Cej-Transiberiana

di Sergio Toppi (NPE)

I ragazzini che negli anni Novanta compravano le riviste d’autore per le storie dei personaggi della Bonelli come Dylan Dog, Tex e Martin Mystère che vi venivano proposte scoprivano anche altri grandi fumettisti. E così nel numero dell’ottobre 1992 di Comic Art assieme a una storia di Tex dello stesso editore Sergio Bonelli e Giovanni Ticci e a una di Martin Mystère (con il team-up con l’Incredibile Hulk, ristampata nel volume citato sopra), c’era anche “Ogoniok”, gemma del grande Sergio Toppi.

Viene ristampata in questo volume, assieme ad altre due storie, “Kas-Cej” (del 1984) e “Transiberiana” (del 2011), tutte ambientate nella taiga siberiana a fine Ottocento.

Toppi (1930-2012) è un grande mistero del fumetto: all’apparenza sembrava un impiegato di banca, ma il suo tratto era davvero trasgressivo, se infischiava delle vecchie convenzioni del medium, prediligendo le tavole a tutta pagina alle classiche strisce. E, in parte, erano particolari anche i testi, quando erano suoi come in questo volume. Il filo conduttore delle tre storie è il fantastico che irrompe, discreto ma inesorabile, in un mondo prosaico. Può essere il fantasma di un leggendario condottiero (in “Transiberiana”), la salma di un antico guerriero di cui si serve un giovane studioso per terrorizzare un bandito (in “Kas-Cej”) o un essere magico nato da una bellissima fanciulla e da uno spirito che regna sulla taiga e mal sopporta gli stranieri (in “Ogoniok”). Forse in Ogoniok, essere fatato e bizzarro che trasforma in coniglio uno stupido funzionario dello zar, c’è un po’ del lato più ribelle di Toppi.

 

Il Tiziano Sclavi non bonelliano

Non è un caso che negli anni Ottanta Tiziano Sclavi abbia creato Dylan Dog. Fra gli Ottanta e i primi Novanta lo sceneggiatore lombardo vive la sua età dell’oro creativa. Crea il cosiddetto Indagatore dell’Incubo e ne scrive le storie più belle, ma è anche autore di pregevoli avventure sulle cosiddette “riviste d’autore” dell’epoca adesso raccolte in volume.

“Roy Mann” (NPE), disegnato da un altro maestro del fumetto, Attilio Micheluzzi, è un omaggio postmoderno agli anni Trenta, con protagonista uno sceneggiatore di fumetti che viene scaraventato in una dimensione parallela a causa dell’esplosione di una caffettiera difettosa.

Ancora più folle è “Là nel selvaggio West” (ComicOut), disegnato da Federico Maggioni. Sono le avventure di Sam Bass e Varco, due squinternati banditi in un West totalmente surreale. I due autori ribaltano e decostruiscono il mito della Frontiera (nato in migliaia di film, libri e fumetti), divertendosi e divertendo i lettori.

Più controllato è lo Sclavi di “La banconota da un milione di sterline” (Allagalla) disegnato da Mario Rossi. È l’adattamento del racconto omonimo di Mark Twain, fedele (il racconto è ristampato in appendice al volume) e scorrevole ma al tempo stesso con elementi tipicamente sclaviani con il protagonista (un americano al quale un ricco inglese ha affidato una banconota da un milione di sterline) finito in un mondo del quale non fa parte.

 

Tango

di Fulvio Risuleo e Antonio Pronostico (Coconino Press-Fandango)

Tutte le graphic novel sono fumetti ma non tutti i fumetti sono graphic novel.

Questo libro a fumetti è una graphic novel nel senso più classico del termine, visto che racconta una storia completa con personaggi non seriali. E fa fumetto cosiddetto “colto” utilizzando le cosiddette storie “a bivi”, che qualunque lettore di Topolino degli anni Ottanta e Novanta ricorda con affetto. È infatti è il lettore stesso a decidere le sorti della coppia formata da Lele e Miriam attraverso i vari bivi del Destino (restano insieme, si lasciano, hanno un figlio, preferiscono un cane, eccetera).

 

I mondi di Jeff Lemire

Da appassionati (anche) di fumetto americano mainstream non sappiamo però cosa consigliare. A parte i soliti classici, la maggior parte dei volumi sono per superfan, come gli Omnibus con decine di storie degli Avengers o di maestri del fumetto supereroistico come Jack Kirby o John Byrne. Ma un autore che può piacere anche ai non esperti è il canadese Jeff Lemire. Con i sei volumi della saga Gideon Falls (Bao) disegnata ( benissimo) dall’italiano Andrea Sorrentino ha raccontato una vicenda in stile “Twin Peaks” con le vicende del maledetto Fienile Nero, crocevia di vari universi e realtà. Ed è anche la prima serie a fumetti ad aver inserito le mascherine che portiamo da quasi due anni in modo creativo: qui servono per evitare di essere posseduti dal malefico Uomo che Ride, più terribile di qualunque virus.

Lemire è anche un autore completo e in “L’acchiapparane” (Bao) con il suo tratto grezzo ma efficace parte da un ricordo autobiografico (lui che da ragazzino catturava rane, le metteva in una scatola di margarina e arrivato a casa le liberava nel canale lì vicino) per raccontare una lirica e malinconica vicenda sull’accettazione della morte.

 

Tournèe

di Giorgio Cavazzano (Feltrinelli Comics)

Definire Giorgio Cavazzano un maestro del fumetto Disney è riduttivo. È un maestro del fumetto tout court. E lo dimostra questo volume di pregio, che raccoglie sue illustrazioni extra Disney, come i manifesti per il Carnevale di Venezia o gli omaggi a musicisti come Little Richard e Johnny Winter e alla donnine di Milo Manara. E alcune sono dedicate a suoi personaggi non Disney, “umani”, come Capitan Rogers, Altai & Jonson, Smalto & Jonny o Timoty Titan. Personaggi che sarebbe bello vedere ristampati in una collana dedicata al Cavazzano extra Disney.

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