manifestazione di Extinction Rebellion (foto Jeff J Mitchell/Getty Images)

Ambiente, Scienza e Stato sono gli idoli di una nuova religione

Luca Diotallevi

Ecolatria, scientismo e statalismo chiedono sacrifici più gravosi della vecchia fede, e disegnano nel cielo dei valori indiscutibili la costellazione che ha sottratto potere di orientamento ad altre costellazioni fideistiche ormai in declino

Diversamente da quello che in tanti ci avevano insegnato, non siamo testimoni della scomparsa della religione, ma del lento affermarsi di una nuova religione. Da questa nuova calotta religiosa che stringe e tiene insieme la società attuale cominciano a spuntare le cime di almeno tre “iceberg”. Ce ne accorgiamo prestando un po’ di attenzione ai discorsi sia pubblici che privati. A un certo punto, tra tante divisioni, si incappa in temi a valle dei quali si possono pure dare aspri conflitti, ma a monte nessuno osa spingersi.
  
Sempre più spesso basta evocare l’ambiente naturale e il carattere sacro del (presunto) ordine della natura per incontrare approvazione. Qui ovviamente non si ci si riferisce al giusto allarme per l’emergenza climatica. Si tratta invece del fatto che è sempre più raro trovare qualcuno che metta in discussione la credenza che nell’ambiente naturale che ci circonda ci sia un ordine, e che ad esso ci si debba riferire come alla norma più alta. Persino al valore della libertà umana oggi si chiede di scendere qualche gradino del podio e di fare spazio a un credo ecologista che pretende di sottrarre le proprie tesi a ogni critica.

 

Qualcosa di simile capita per la scienza. Come ha detto il presidente Mattarella, in Italia la fiducia nella scienza ha vinto il suo referendum “9 a 1”. Del resto, per mesi, tanti ministri e lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte avevano ricercato il consenso dichiarando di “fare quello che gli dettava la scienza”. Qui non si tratta della ovvia preferibilità di asserti intersoggettivamente controllabili rispetto a sparate senza argomenti. Si tratta invece della disponibilità sempre più diffusa a dimenticare che, come affermava David Hume, tra ricerca e decisione, tra conoscenza e scelta (anche politica), c’è un salto di cui ci si può solo assumere la responsabilità morale. Al contrario, la nuova credenza religiosa dominante suona più o meno: fate quello che dice la Scienza e “andrà tutto bene”.
  
E’ lo stato, anzi: lo Stato, il terzo astro della costellazione religiosa che si va affermando. E’ tornata di moda la credenza secondo cui ciò che è bene per tutti possa essere conosciuto e che questa conoscenza legittimi la concentrazione di ogni potere in un solo punto: lo Stato. Non si tratta del sostegno a politiche pubbliche che in condizioni di emergenza giustamente crescono di volume. Quello che invece avviene è la rimozione dei rischi che a lungo andare questo comporta. Che le strade siano attraversate da tumulti sovranisti sia di destra che di sinistra rafforza l’impressione che l’idea di uno Stato onnipotente e onnicompetente sia tornato a essere un valore condiviso e non un nemico da abbattere.
   
Ambiente, Scienza e Stato (ecolatria, scientismo e sovranismo) disegnano nel cielo dei valori indiscutibili la costellazione che ha sottratto potere di orientamento ad altre costellazioni religiose ormai in declino. Nulla mostra questo avvicendamento meglio della penetrazione delle nuove credenze nel magistero cattolico. Tale passiva ricezione avviene senza che si spieghino neppure le ragioni per le quali oggi vengono adottate idee che in numerosi punti contraddicono quelle sino a ieri insegnate. Questa volta i maestri cattolici non hanno mostrato meno slancio di quelli marxisti o di certo razionalismo chic nel recepire le nuove credenze. Tuttavia, come si sa, ogni religione ha il suo calvario. Anche Ambiente-Scienza-Stato hanno il loro. Esso sorge laddove l’individuo si rifiuta di sacrificare ai nuovi dèi ancora un altro pezzo della propria libertà.

 

La larghissima maggioranza degli individui è stata molto generosa con la politica quando questa ha promesso di proteggere la salute. In altri casi  però gli stessi individui sembrano meno disposti ad assoggettarsi a leggi imposte in nome della natura, ad esempio quando si tratta di nascita, morte, sesso e genere, migrazioni o altro ancora. Si arriverà ad un patto tra le libertà individuali e la voracità dei nuovi dèi? Si stabilirà un confine oltre il quale i nuovi dèi non potranno andare? Difficile dirlo, ma anche facile ritenerlo poco probabile. Di dèi umili verso l’essere umano, di dèi innamorati della libertà umana (e per questo religiosamente poco gestibili) se ne è conosciuto uno solo, quello cui abbiamo voltato le spalle.
Tramontato il cristianesimo, alla libertà, sua compagna d’un tempo e ora prigioniera di altri dèi, non resterà che volgersi verso se stessa e svolgersi ai danni del corpo. Niente più carne; non più differenze, ma solo indifferenza.

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