L'antisemitismo allontana gli ebrei dalla Francia
Ogni giorno ne fuggono dieci. E un bambino su due nasconde i simboli religiosi
“Antisemitismo, paura quotidiana”, titola il Parisien, pubblicando un sondaggio esclusivo alla vigilia del viaggio del premier francese Jean Castex ad Auschwitz mentre Emmanuel Macron si recava a Oradour-sur-Glane, il villaggio dove i nazisti compirono un massacro. Il 45 per cento degli ebrei in Francia consiglia ai propri figli di tacere la loro religione e di nascondere i loro simboli per evitare insulti e attacchi. Nel suo editoriale sul Parisien, Eve Roger analizza l’origine di questo antisemitismo: ci sono, come sempre, i vecchi stereotipi di estrema destra, ma c’è soprattutto l’odio dei musulmani in nome della difesa dei palestinesi contro Israele. Non a caso è notizia di pochi giorni fa la chiusura di una moschea, l’ennesima, a Cannes, proprio a causa dell’antisemitismo predicato all’interno. Un antisemitismo arabo-musulmano, scrive il Parisien, che la sinistra finge di non vedere per paura di essere tacciata di “islamofobia”. Lo studio Fondapol (Foundation for Political Innovation) ha mostrato che il 25 per cento della popolazione francese nutre sentimenti antisemiti e che fra i musulmani la percentuale è del 42 per cento.
Jérôme Fourquet e Sylvain Manternach, nel loro libro “L’an prochain à Jérusalem?” (“L’anno prossimo a Gerusalemme?”), affermano che i bimbi ebrei lasciano le scuole pubbliche a favore di quelle private. Le organizzazioni hanno aiutato 400 famiglie ebree a trasferire i loro figli in scuole private, per maggiore sicurezza. Il rabbino capo di Francia, Haïm Korsia, ha rivelato: “Non c’è quasi più nessun ebreo nelle scuole pubbliche di Seine-Saint-Denis”. A Aulnay-sous-Bois il numero delle famiglie ebree è passato da seicento a cento, a Blanc-Mesnil da trecento a cento, a Clichy-sous-Bois da quattrocento a ottanta, a La Courneuve da trecento a ottanta, e così via. Lo storico Georges Bensoussan conferma: “L’80 per cento degli ebrei ha lasciato questo dipartimento da dieci anni”.
La città di Nizza è stata un paradiso per gli ebrei per quasi un millennio. Fino a quindici anni fa ospitava la quarta più grande comunità ebraica in Francia con 20 mila membri. Oggi siamo attorno ai 5 mila. Tra il 2000 e il 2020, 60 mila partenze sono state registrate dall’Agenzia ebraica in Francia. Un totale di 27.050 nuovi immigrati sono arrivati in Israele nel corso del 2021, con un aumento del 30 per cento rispetto alle cifre dell’anno precedente. Quelli provenienti dalla Francia hanno registrato un balzo del 40 per cento, con 3.500 arrivi in Israele, la cifra più alta da quattro anni. Significa che ogni giorno dieci ebrei francesi fanno le valigie prenotando un biglietto per l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. “L’antisemitismo è una delle modalità dell’islamismo diffuso nella società”, ha detto con non poco coraggio Malek Boutih, l’ex deputato socialista e presidente dell’ong Sos Racisme. Lettere di minacce recapitate nelle case degli ebrei, aggressioni quotidiane per strada, metà del contingente militare francese messo a presidiare i siti ebraici, molotov contro i negozi kosher, quartieri ebraici che si spopolano, sinagoghe che vanno deserte. La France soumise.