il cammino dei vulcani - diario di bordo
I tesori del camminare
Le terme romane a Pian della Carlotta, il litorare tra Santa Severa e Marina di Cerveteri, la palude di Torre Flavia. La settima tappa del vagar per vulcani di Marco Pastonesi
Il Cammino dei vulcani ricomincia dalla settima tappa, ricomincia da Pian della Carlotta a Torre Flavia, e ricomincia da tre tesori.
Il primo tesoro è il più sorprendente: proprio a Pian della Carlotta. Antiche terme romane, citate dallo storico greco Strabone e dallo scrittore romano Tito Livio (tutti e due a cavallo dell’anno zero) e dal medico scrittore Celio Aureliano (V secolo d.C.), poi scomparse e dimenticate. Il ritrovamento è fiabesco. Una trentina di anni fa l’insegnante romano Settimio Cecconi portò i suoi studenti a camminare e campeggiare da queste parti. Qui riscoprì il sito e lo segnalò alla Sovrintendenza, che spedì archeologi e addetti. Ne emersero vasche e stanze. Oggi se ne occupa il Gatc (Gruppo archeologico territorio cerite), ma la mancanza di fondi ha bloccato i lavori. Dall’esterno si possono ammirare i resti e immaginare la ricchezza quando, parole di Strabone, “erano così famose da essere più popolate della stessa Cere”.
Il secondo tesoro è il più segreto: da Santa Severa a Marina di Cerveteri lungo la costa. Ufficialmente non è possibile: è zona militare. Ma per questa prima del Cammino dei vulcani è stata concessa l’autorizzazione indispensabile per camminare sulla sabbia, sulla spiaggia o sulla battigia. Un privilegio raro. Una decina di chilometri, perdipiù battuti dallo scirocco (dunque vento in faccia), affondando e arrancando fra tutto quello consegnato e depositato dalle onde: conchiglie, legni, sassi, ma anche galleggianti, corde, bottiglie. Ogni anno, di solito prima dell’estate, i guardaparchi organizzano una pulizia della spiaggia con decine di volontari che raccolgono plastica e vetro a quintali, poi finalmente smaltiti e riciclati.
Il terzo tesoro è il più affettuoso: la palude di Torre Flavia (l’illustrazione è di Federico Gemma). Quarantatrè ettari, verso il mare, tra Ladispoli e Cerveteri, è stata dichiarata monumento naturale. E’ una zona protetta, perché dà protezione a uccelli e anfibi, rettili e mammiferi, più di 220 specie. Che qui se la godono, soprattutto perché a prendersi cura di questa oasi sono i bambini. Sono loro a pulire la spiaggia, sono loro a curare i sentieri, sono loro a scrivere i cartelli, sono loro a partecipare alle visite scolastiche, sono loro a ricordarci come bisogna comportarsi. Due giorni fa, per i 25 anni dell’istituzione a monumento naturale e in occasione della Giornata internazonale delle zone umide, qui si è fatto festa. Nel massimo rispetto per la natura e i suoi abitanti.
Qui potete leggere la prima puntata del viaggio di Marco Pastonesi – la seconda – la terza – la quarta – la quinta – la sesta – qui l'intervista a Toni Demuro che presenta il progetto "ANDante"