Inherent Vice
Cormac McCarthy torna in libreria. E racconta l'irraggiungibile paradigma del femminile
L'autore di Providence affronta in un solo colpo tutte le sue ossessioni e gli interrogativi più alti dell’essere umano, ma attraverso la tortuosa interiorità di una fanciulla. I due romanzi in uscita e tra loro interconnessi sono The Passenger e Stella Maris
E insomma l’annuncio tanto atteso non è mancato. Ma arriva alle nostre orecchie con un colpo a effetto niente male. Nella serata di ieri il New York Times ha messo su carta (sul web) la rovente notizia. L’editore Alfred A. Knopf, con un’abile mossa di marketing, pubblicherà in autunno due libri di Cormac McCarthy interconnessi fra loro: The Passenger, in uscita il 25 ottobre, e Stella Maris, la cui apparizione è prevista per il 22 novembre, meno di un mese dopo. Come avevamo già anticipato nelle settimane scorse su questa rubrica (a seguito di un reportage della Lettura), si tratta nel primo volume del romanzo vero e proprio, nel secondo della trascrizione in forma dialogica delle sedute psicanalitiche di Alicia Western, un’adorabile teppistella di vent’anni, prodigio della matematica, a cui è stata diagnosticata la schizofrenia paranoide. Ma procediamo con ordine.
Scrive Alexandra Alter sul NY Times: “The Passenger si svolge nel 1980, a New Orleans e lungo la costa del Golfo. La trama prende il via quando Bobby Western, un subacqueo di salvataggio, è incaricato di esplorare il relitto di un jet affondato al largo della baia del Mississippi e scopre che mancano la scatola nera dell’aereo, la borsa di volo del pilota e il corpo di uno dei passeggeri. Con il ritmo e i colpi di scena di un thriller, la narrazione lunga 400 pagine segue Bobby, che è ossessionato dal ricordo di suo padre e sua sorella, mentre è coinvolto nel misterioso incidente aereo e si rende conto che potrebbe aver scoperto qualcosa di nefasto”. Alicia, sorella del protagonista, è scomparsa da poco: probabilmente il rapporto profondo che la legava a Bobby è assimilabile a quello tra Elettra e Oreste. Quasi un coup de foudre. Una forma di amore. Numerose sono le tematiche “cerebrali” messe in campo da McCarthy: si va dalla storia della matematica e della fisica (il padre di Bobby e Alicia era implicato nella costruzione della bomba atomica) alla natura della realtà e all’esoterismo, dal dilemma religione-scienza all’inquietante relazione tra genio e follia.
Questa è la terza puntata della rubrica Inherent Vice. Come prescrive il diritto marittimo, il “vizio intrinseco” è tutto ciò che non è possibile evitare. Potrebbe essere anche una visione specifica, una chiave di accesso della letteratura americana, a cui questa rubrica è dedicata.
Sembra che Cormac affronti in un solo colpo tutte le sue ossessioni, tutti gli interrogativi più alti dell’essere umano, ma attraverso la tortuosa interiorità di una fanciulla. Infatti, in Stella Maris è raccontata in maniera più approfondita (circa 200 pagine) – con un’analessi molto sveviana – la vicenda di Alicia che interloquisce con il suo medico in un istituto psichiatrico del Wisconsin nel 1972. “Avevo in programma di scrivere di una donna da cinquant’anni”, ha detto l’autore originario di Providence in una circostanza. “Non sarò mai abbastanza competente per farlo, ma a un certo punto ho dovuto provarci”.
Le donne dei romanzi precedenti di McCarthy – la bella Alejandra di Cavalli selvaggi (1992) o la giovane messicana di Città della pianura (1998) – rappresentavano l’inconoscibile alterità, l’Ewig-Weibliche goethiano osservato in lontananza. Qui si entra dentro il cervello di una ragazza, nel groviglio dei suoi pensieri più riposti. Un viaggio affascinante. E, per giunta, difficilissimo. Praticamente un’impresa! La cosa che emoziona (e che commuove) è il sottotesto: nel parlare di una donna McCarthy si richiama – non importa se per via diretta – alla donna per antonomasia (dalla famosa preghiera attribuita a Venanzio Fortunato o a Paolo Diacono, Ave Maris Stella), cioè all’irraggiungibile paradigma del femminile, a quell’immacolatezza da lui sperimentata nell’infanzia e nell’adolescenza in Tennessee quando era – sorprendentemente – un chierichetto nella chiesa dell’Immacolata Concezione di Knoxville (tracce di questa memoria sono presenti anche in Suttree, 1979). Impressiona, dunque, il ritorno della “cattolicità” di McCarthy, a sedici anni dall’ultimo romanzo, La strada (2006), premiato con il Pulitzer. Ma lo aveva già detto: “Scriverò due libri che affrontano Dio e l’esistenza”. Ed è necessario passare per la Stella Maris. Felix coeli porta.