Schwa e forconi. Viaggio delirante, quasi divertente, nella pop-apocalisse di Nero
Ambientalismo, anti-occidentalismo, xeno-femminismo (!) si mescolano a questa nuova specie di cyber-paganesimo celebrato in libri, rivista e sito della casa editrice popolare tra gli under 30. Un quadro di determinismo mentale che culmina nell'invocazione esplicita di censura e rieducazione
Il sito di Nero edizioni è un’esplosione di accenti furenti. Il chiasso di punti esclamativi è lo stilema della casa editrice fondata a Roma nel 2004. “Abolizione dei generi! Antinaturalismo! Tecno-razionalismo per l’emancipazione totale!”. Nero è un gorgo di montagne russe, con quel tono che sa di rivolta puberale. E’ un parco giochi sfaccettato di figaggine, onirismo, oltranzismo, patetismo ignaro di sé… E’ specialmente un piccolo interessante fenomeno editoriale. Complice la grafica, viene voglia di sfogliarli tutti quei libri a metà fra l’impeto da assemblea d’istituto e un occultismo un po’ tecno, un po’ wicca. Una volta a bordo della pagina, resisterle è difficile. Dove non ci sono esclamazioni, comunque, ci sono avverbi di fede nichilista. Come nel caso di Not, rivista online ma soprattutto collana di libri di cui neppure uno passa inosservato.
La rassegna di copertine, titoli, descrizioni, è un viaggio nella pop-apocalisse dell’Antropocene. Un viaggio delirante. Quasi divertente. Un lettore forte sentenzia “In certi ambienti di Bologna se non hai quei libri non sei nessuno. Andavano tanto anche a Milano, nei dintorni del Circolo di Macao. E’ molto popolare fra gli under 30. Ma è un innesto di concetti legati al digitale con pattume trito e ritrito della storia, molto spesso reliquie marxiste. Leggono Mark Fisher e si disperano perché la fine del mondo arriverà prima della fine del capitale”.
Malgrado ciò i lettori forti non rinunciano a spulciare il catalogo. Anzi, lo conoscono a memoria. E se la spassano se leggono gli articoli di Franco Bifo Berardi contro Marco Minniti, l’ex ministro contenitore di sbarchi che il guru-filosofo equipara nientemeno che a Adolf Hitler… Zeppo com’è di frasi lunari, il sito di Nero richiama all’evidenziatore. Ecco qui un florilegio: “La decisione di comprarsi una vagina all’origine di una riflessione teorica e filosofica su genere, identità e transizione”; “Tutti gli esseri umani sono femmine, anche – specialmente – se non sono donne”; “La caccia alle streghe è tornata […] E anche oggi, come nel Medioevo, questa violenza misogina che demonizza la donna procede di pari passo con l’accumulazione capitalistica…”; “L’obiettivo è tratteggiare i contorni di una storia del mondo al di fuori del modello occidentale, che vada oltre le riflessioni postcoloniali e che metta in discussione il prometeismo”. E ancora respirate vento di satanismo e gnosi se scovate la “anti-Bibbia” del Gruppo di Nun, “un collettivo di psico-attivisti volto a organizzare forme di resistenza occulta al dogma etero-patriarcale”. Ambientalismo, anti-occidentalismo, xeno-femminismo (xeno!) si mescolano a questa nuova specie di cyber-paganesimo.
Nella casa editrice le tesi del conformismo contemporaneo si riproducono in un maledettismo di comicità preterintenzionale e di spiritualismo alla moda. “La mente bianca”, “il ricatto del lavoro”, i demoni e le streghe, gli acquirenti di fica e le femmine che son più femmine se la comprano… Tutto irresistibile. Ma piano. Non siamo ancora giunti al colmo. Solcate che abbiamo parole e parole di un mare in tumulto, ci spingiamo ora sulla cresta dell’onda. Ecco che arriva il principe del catalogo, il titolo che scioglie l’aura del massimalismo magico. “Censura subito!!!” di Ian Svenonius, che sui punti esclamativi non lesina, ci spiega in maiuscolo perché oggi “non ci resta che un’opzione soltanto: BANNARE, BRUCIARE, ABOLIRE FINO ALLA RIEDUCAZIONE”. Svenonius è un musicista. L’Indie rock gli è inviso, dice, essendo vacuo e borghese. Lui suona sì, ma è un teologo della liberazione. E come lui la sua musica si propone di liberare gli oppressi riducendo gli oppressori in mordacchia. Teologia della liberazione e cultura della cancellazione, insomma.
E se i maschi si lamentano spesso perché più predisposti alla censura, sappiano che neppure noi ragazze ce la passiamo bene. Noi cisgender – ovvero femmine che non l’hanno comprata – saremmo per ciò stesso “privilegiate”. Per carità, ci sono cis-lettrici di Nero che scontano il privilegio puntando forconi al neoliberismo e ai suoi rivoli tossici. Sono quasi sempre quelle che, stimandosi più intelligenti della lingua italiana, nei gruppi Whatsapp ci raggiungono così: ciao a tutt*, car*. Ogni tanto la furia semina asterischi a schiovere e ti ritrovi un: tutto ben*? Ebbene, no. Tutto male. Tutto molto male. A questo punto, possiamo dirlo, Nero edizioni è veramente importante. Il sito della casa editrice traccia un quadro preciso di determinismo mentale. Tutto è interconnesso, tutto profondamente legato. Chi va a letto pregando per ambiente e genderless, pronunciando anatemi con schwa, si sveglia sempre come Ian Svenonius, invocando censura e rieducazione. Perché insomma, il determinismo è una china e dietro ogni asterisco c’è un forcone.