La bandiera della Nato dipinta da Olaf Nicolai sul Foglio del 25 aprile
La copertina del Foglio: Olaf Nicolai, Senza titolo (aprile 2022). immagine: VG Bild-Kunst, Bonn 2022
Olaf Nicolai (Halle an der Saale,1962) è cresciuto nella Repubblica Democratica Tedesca, a Karl-Marx-Stadt, città industriale simbolo del socialismo ricca di condominii in stile Plattenbau dalle tipiche piastre di calcestruzzo. Poco dopo la caduta del Muro di Berlino, il 1° gennaio 1990, la città riprende il vecchio nome di Chemnitz. Studia lingua e letteratura tedesca, ottenendo il dottorato all’Università di Lipsia. La tesi riguardava la poetica del Wiener Gruppe, i mezzi espressivi e la strategia della loro attuazione. Il linguaggio concettuale di Nicolai, applicato all’uso continuo di diversi media e materiali, mette in discussione il modo in cui percepiamo il nostro ambiente. Traducendo per esempio teorie scientifiche in idiomi estetico-artistici, l’artista ha sviluppato una vasta gamma di progetti interdisciplinari che sfidano le esperienze elementari di spazio, tempo e corporeità. Che siano basati su un romanzo di fantascienza, un pezzo di musica o metodi di artigianato industriale, le opere di Nicolai esaminano il comportamento sociale e come esso sia influenzato dagli aspetti fisici e storici di particolari spazi o convenzioni. Alla pittura predilige i media cadenzati dal tempo, progetti site-specific che producono spesso paesaggi artificiali che combinano memoria d’archivio, readymade con elementi artigianali, così come narrazioni fittizie che appaiono accanto a scene del quotidiano. Interessato sia alla percezione che alla ricezione, l’artista offre adattamenti o rivisitazioni di oggetti familiari che sono posti al di fuori del loro uso funzionale. Attraverso questi interventi, la sua pratica riflette sulla politica delle forme, esaminando il lavoro, la circolazione della cultura e la storia urbana.
Olaf Nicolai affronta una serie di temi concettuali, dalle critiche politiche e culturali alle indagini sulla percezione umana. Un soggetto ricorrente è l’appropriazione estetica della natura da parte della cultura, esplorato attraverso sculture e immagini a tecnica mista, come per esempio nella sua giustapposizione di forme vegetali con rappresentazioni di gesti delle mani nei dipinti del Rinascimento italiano.
Per il Foglio Olaf Nicolai ha immaginato la bandiera della Nato vista sotto l’acqua, in uno stato transiente di rivelazione o annegamento, dove ogni opzione e ogni direzione sono ancora possibili. “Niente è scritto nella pietra, forse solo nell’acqua”, ci dice l’artista.
Dall’inizio degli anni Novanta, Nicolai ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in importanti istituzioni delle arti contemporanee in giro per il mondo. Ha preso parte a tre edizioni della Biennale di Venezia (2001, 2005 e 2015) e nel 1997 alla Documenta di Kassel. Molte delle sue opere si trovano in collezioni pubbliche, come il Museum of Modern Art di New York e la Collezione Friedrich Christian Flick di Berlino.