Scrive un romanzo distopico su un futuro senza uomini e viene accusata di transfobia
Non nega né l’esistenza delle persone transgender né le diffama. Ma il fatto che un mondo immaginario affermi l’importanza del sesso biologico, per quanto fantasioso sia il contesto letterario, è stato sufficiente per scatenare il panico woke. Mesi prima dell’uscita del libro "The Men", Sandra Newman è già sotto attacco
Immagina un mondo in cui tutti gli uomini scompaiono dal pianeta in un preciso momento. In un altro mondo, “The Men” di Sandra Newman viene accusato di transfobia. Mesi prima dell’uscita del libro, Goodreads lo descrive come un “incubo transfobico, razzista e misogino”. Su Twitter, chi deve ancora leggere il romanzo dichiara che è loro responsabilità distruggerlo. Quando un’amica di Newman, lei stessa scrittrice, difende il libro, viene attaccata e un’importante organizzazione culturale ritira la sua candidatura per un premio letterario.
Solo uno di questi due mondi da incubo è reale. Il secondo. La storia è raccontata questa settimana dal New York Times. “The Men” non è certo il primo romanzo a immaginare un mondo popolato solo da donne. E va da sé che “The Men” non è in alcun modo un romanzo transfobico. Non nega né l’esistenza delle persone transgender né le diffama. Ma il fatto che un mondo immaginario affermi l’importanza del sesso biologico, per quanto fantasioso sia il contesto letterario, è stato sufficiente per scatenare il panico woke. “Uomini” e “donne”, infatti, ora sono soltanto categorie culturali a cui chiunque può scegliere di appartenere, al contrario della “mascolinità”, che è definita dalla genetica e dalla biologia. Ma quando la presenza di un cromosoma Y determina chi scompare, secondo una definizione strettamente biologica di “uomo”, allora si mette male anche per chi si afferma secondo l’identità di genere e vuole cancellare la biologia.
Lauren Hough ha perso la nomination al Lambda Prize per aver difeso questo romanzo. La sua raccolta di saggi è stata rimossa dalla lista dei candidati, anche dopo aver ottenuto il plauso della critica e aver trascorso due settimane nella lista dei bestseller del New York Times.
La femminista norvegese Christina Ellingsen rischia invece davvero tre anni di carcere dopo che la procura di Oslo ha aperto un’indagine per “incitamento all’odio”. Ellingsen, leader della Women’s Declaration International, in televisione ha detto a Christine Marie Jentoft, consulente della potente lobby Lgbt+ norvegese, “tu sei un uomo e non puoi essere una madre”.
Il prossimo romanzo distopico che andrà scritto dovrà essere su un manipolo di dissidenti trasformati in criminali sociali per aver detto che donna si nasce, non si diventa.