La premiazione
Lo Strega a Desiati, che trionfa anche nel look
Come da previsione, l'autore pugliese ha vinto con "Spatriati", edito Einaudi. Anche l'abbigliamento, lontano dall'ideale italiano dell'intellettuale dimesso, è stato fortemente apprezzato
La pioggia ha costretto Geppi Cucciari a presentare lo Strega sotto l’ombrello di Emanuele Trevi, maestro di cerimonie in qualità di vincitore l’anno scorso. Non c’erano coperte per le signore infreddolite, come accadde a un tempestoso Campiello anni fa. Destinate alla beneficenza e prestate ai benestanti spettatori (a settembre, su al nord, se piove fa freddino) non tornarono più indietro.
Trionfa Mario Desiati con “Spatriati”, anche nel look. Si capisce che ha vissuto a Berlino, dove il modello italico dell’intellettuale dimesso e ciancicato – “penso solo alla mia arte, mica ho tempo per la tintoria” – non va tantissimo. Camicia di seta oversize e stringicollo pelle nera, fazzoletto arcobaleno nel taschino. Berrà il liquore più tardi, tornato nella Puglia natìa. Magari dopo un cambio d’abito, come le spose che dopo la cerimonia si vestono più comode. Molte le dediche, le più attuali a Raffaele La Capria, che vinse nel 1961 con “Ferito a morte”, e a (future) paghe decenti per chi lavora nell’editoria.
La recensione di Spatriati
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