1940-2022
Le alterne fortune di James Caan, legato per sempre a Sonny Corleone e allo scrittore di Misery
Coppola aveva scelto lui per la parte di Michael Corleone che toccò alla fine ad Al Pacino. L'attore morto due giorni fa era stato lanciato come l'erede di Paul Newman, ma il suo nome rimarrà per sempre legato al "Padrino" e allo scrittore di "Misery non deve morire"
Diciamo James Caan, e per anni e anni lo abbiamo visto agonizzante, crivellato di colpi in un’automobile ferma al casello. Era 50 anni fa, nel “Padrino” di Francis Ford Coppola, grande film che molto deve al produttore Robert Evans. Il regista era stato arruolato per la sua origine italiana, mica crederete che i capolavori vengono fuori da nobili intenti che mai si misurano con la realtà. Il produttore di sicuro avrà detto la sua sulla letale mitragliata, per l’epoca assai violenta e insistita (non è come adesso, allora anche la strage di San Valentino al cinema la sbrigavano rapidamente). Così finisce la ribellione di Santino Corleone detto Sonny. A corollario di come vanno le cose nel cinema, James Caan era stato scelto all’inizio – da Coppola in persona, conosciuto durante i brevi studi universitari – per la parte di Michael Corleone toccata ad Al Pacino.
Abbiamo smesso di vedere i buchi delle mitragliette nella portiera e James Caan che si trascina moribondo, per vedere James Caan con le gambe immobilizzate, sullo sfondo il ghigno di Kathy Bates. A non saperlo, nessuno indovinerebbe i rispettivi mestieri (possiamo sempre contare su Stephen King per sofferenze a cui nessuno aveva pensato: per esempio, le dita già indolenzite dall’artrosi, mentre stendono al gelo il bucato, e l’acqua immediatamente ghiaccia). James Caan fa lo scrittore di successo, ha appena consegnato l’ultimo manoscritto di una serie popolare (vuol dire: che vende). Progetta di passare a un genere letterario più nobile – libri che vincono i premi ma nessuno compra – e quindi fa morire la sua eroina Misery. Finisce tra le grinfie di un’affezionatissima lettrice, a cui la morte di Misery proprio non va giù. Non c’era Wattpad allora per scapricciarsi con le trame altrui: maschi invece di femmine, o viceversa, sesso selvaggio invece di castità (nacquero così le “50 sfumature di grigio”, come versione hot di “Twilight”, e sappiamo che fortuna hanno portato alla casalinga inglese E. L. James). Kathy Bates tiene prigioniero lo scrittore perché produca un altro romanzo con la sua eroina preferita. Con le buone o con le cattive (gambe spezzate, Rob Reiner non si tira indietro).
James Caan vinse un paio di volte il premio “Italiano dell’anno” ma era figlio di immigrati tedeschi che vivevano nel Bronx – il padre aveva una macelleria kosher, paiono personaggi sbucati da un romanzo di Philip Roth. Allora l’orgoglio identitario era per gente incolta e addestrata. L’ebreo di origini ucraine James Gray gli diede nel 2000 un ruolo in “The Yards”, ambientato a Little Odessa. Film sfortunato, come furono sfortunati tanti cast da cui James Caan – lanciato in gioventù come l’erede di Paul Newman – uscì sconfitto. Nel 1999, in Mickey occhi blu”, illustra – con esercizi svolti – il gangsterismo Usa a Hugh Grant, futuro genero britannico e mercante d’arte.