L'ha detto quark

La tv di Piero Angela ci ha insegnato ad abbattere i nostri pregiudizi

Antonio Pascale

Ha dato luce agli scienziati in televisione e loro, ben guidati, hanno spiegato a tre generazioni cos’è la scienza, l’innovazione, la tecnica e perché tutti abbiamo da guadagnare se ognuno mette alla prova i propri giudizi, invece di spararli in rete o nell’etere con menefreghismo e narcisismo

L’ha detto la televisione è stata un’espressione ricorrente, soprattutto nei decenni passati, in certi contesti, di quelli un po’ degradati, e certo descriveva un’antropologia particolare, lo spettatore un po’ credulone insomma, di quelli che orecchiavano qua e là senza capirci molto, incapaci di ragionare con serietà sui temi e sulle questioni, e infatti, poi, l’espressione è stata parodiata da tutti, quando col tempo siamo diventati tutti critici televisivi e brechtianamente parlando, fruitori attivi. Ma, al contrario, l’ha detto Piero Angela, be’ quella espressione no, è ancora valida, non è stata mai parodiata, perché non si riferiva a spettatori beoti, anzi.

 

Piero Angela con i suoi programmi ha insegnato davvero ai cittadini in erba, oltre al fascino nonché la durezza della natura, il contrario del giardino incantato che tanto rimpiangiamo, ha insegnato che conoscere significa abbattere i pregiudizi, ma non quelli degli altri: i propri. Perché la cultura è contro di noi, la cultura è un no, scientificamente, metodologicamente, epistemologicamente detto a noi stessi. Crediamo una cosa, abbiamo un’opinione, una credenza, un’ipotesi? Bene, bravo, bis, però adesso mettiamola alla prova.

 

Piero Angela con molta leggerezza, e cioè con cartoni animati che fanno tanta tenerezza per la semplicità e l’impegno, quei segni minimi eppure efficaci di Bruno Bozzetto, con reportage nei laboratori, con interviste a personaggi che non si vedevano mai in televisioni, perché gli autori presi com’erano ad organizzare balletti e varietà, nonché tribune politiche, non li consideravano degni di nota e invece Piero Angela gli ha dato una luce e loro, gli scienziati, ben guidati, hanno spiegato a tre generazioni cos’è la scienza, l’innovazione, la tecnica e perché tutti abbiamo da guadagnare se ognuno di noi mette alla prova i propri giudizi, invece di spararli in rete o nell’etere con menefreghismo e narcisismo, cosa ovvia e facile da farsi, oggi più di allora.

 

E poi grazie a Piero Angela abbiamo fatto la conoscenza di altri scienziati che ricordiamo tutti. Anche io, per esempio, quando sono preso da una questione e stretto in un dibattitto incanaglito dico: oh, l’hanno detto Piero Angela e Silvio Garattini, che diciamo la verità, nel bailamme di scienziati di questi ultimi due anni, tipi come Angela e Garattini con la loro semplicità, segno di chiarezza argomentativa, sono stati nonostante l’età, fondamentali per capirci qualcosa. Comunque, quando lo dico, i contendenti tacciono. Tacciono perché sentono l’esperienza, la nobilità del cavaliere che si è dedicato per tutta la vita alla ricerca del laico Graal della conoscenza, sapendo quante cadute ci aspettano sulla strada e come è utile, necessario il cammino.

 

La strada che Piero Angela ha mostrato e tracciato e ora percorribile da tutti e in un mondo dove più persone dicono io è davvero fondamentale imparare ad orientarsi nel coacervo di opinioni indistinte. Piero Angela ci ha dato il metro, ci ha detto con il suo lavoro, il suo impegno e il suo esempio che imparare a usarlo è una di quelle ragioni che rende la vita degna di essere vissuta. Per questa bussola non finirò mai di ringraziarlo e mai dirò con tono di sfottò: l’ha detto Piero Angela.

 

Ps. Negli ultimi tempi e nelle ultime interviste, una anche al festival tech di Venezia, organizzato dal Foglio, anche se non perdeva un colpo, visto lo stato dell’arte, era diventato più pessimista. Aveva ragione, e motivo in più di riaprire le strade da lui tracciate.

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