"Vedi questo orologio? Quest'orologio costa più della tua macchina", dice Blake (Alec Baldwin) in Glengarry Glen Ross 

EDICOLE E BALOCCHI

Le riviste sugli orologi di lusso che sembrano liste della spesa per rapinatori

Arnaldo Greco

Essere informati su costi, qualità e modelli sta diventando sempre più importante anche per chi decidesse o avesse già intrapreso una carriera criminale. Per fortuna esiste la rivista "Orologi. Le misure del tempo"

Orologi. Le misure del tempo è una rivista di cui, a luglio 2022, è uscito il numero 354. E si compone di 116 pagine di prove, recensioni, test, articoli, analisi, inchieste, interviste, editoriali, commenti e pubblicità sugli orologi. Si può leggere di orologi che possono andare a seimila metri sotto al mare (chissà se corrispondono alle famose ventimila leghe, sarebbe bello), orologi senza ossigeno nella cassa (se avete intenzione di salire in cima all’Everest sappiate che lì è una condizione praticamente obbligatoria), orologi da oltre diecimila euro però con parti in caucciù riciclato, orologi che con meccanismi complicatissimi indicano contemporaneamente l’orario di due fusi orari diversi (ma, nella foto, la dimostrazione viene fatta col fuso orario di Londra e Parigi, non basterebbe fare +1 per quello?), orologi con valvole per la fuoriuscita dell’elio e pure un orologio che viene venduto assieme a una torcia subacquea di salvataggio, non si capisce bene se utile a salvare il sub o l’orologio in caso di smarrimento nelle profondità dell’oceano. 

  
Orologi è una pubblicazione fondamentale per tutti gli appassionati del settore, ma quest’estate 2022 ci sta mostrando una curiosa novità. Essere informati su costi, qualità e modelli sta diventando sempre più importante anche per chi decidesse o avesse già intrapreso una carriera criminale. Non si contano, infatti, gli articoli di cronaca che, nelle ultime settimane, segnalano furti di orologi, nelle maniere più disparate. Con truffe che avrebbero ispirato Nanny Loy, con la forza all’attore francese, con destrezza, con la scusa del selfie al pilota di Formula 1, con la vecchia tecnica del fingersi un conoscente, abbracciare uno sconosciuto e sfilargli l’orologio. E sempre, fin dal titolo, appare il costo dell’orologio. “Rubato in piazza Duomo orologio da 11 mila euro”.

 

“Scippato in via Marina orologio da 40 mila euro”. “Strappo in centro. Rubato orologio da 700 mila euro”. (Se il reato avviene “in centro” per molti è una sorta di aggravante). Insomma, prezzi sempre spropositati, pari a cento stipendi e di più, cifre che da un lato ti portano a pensare: ma cosa può avere un orologio per valere tanto? Sì, magari la valvola per la fuoriuscita dell’elio, ma – a pensarci bene – a che serve la valvola per la fuoriuscita dell’elio? E dall’altro ti fanno domandare: ma come hanno fatto questi mariuoli a capire che l’orologio indossato da quel tizio vale tanto da valere anche la pena di tentare su di lui la truffa dello specchietto? E’ noto che il genio sia fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione, ma quanto genio ci vuole per riconoscere i modelli in frazioni di secondo? Servirà anche studio. Non bisogna mai sottovalutare lo studio e le competenze: non ce lo diciamo di continuo in questi anni, metà delle volte inutilmente, metà delle volte a sproposito? E quale modo migliore per acquisire questo studio se non studiare sulle riviste specializzate? (Altra domanda a cui, per evidente ignoranza, non so dare risposta è: perché un’automobile perde valore nello stesso istante in cui la si compra e, invece, un orologio viene indicato sempre col prezzo con cui è stato pagato?). 

 
Si scherza, naturalmente. Ma, a questo punto, va ricordato che accanto alle riviste specializzate esiste tutta una pubblicistica fatta di inserti di quotidiani dedicati agli orologi. Occasionali, si situano sul pericoloso crinale tra pubblicità e giornalismo e, spesso, proprio per questa ragione vengono ingiustamente snobbati. La differenza principale tra inserti e pubblicazioni specializzate è che l’inserto di quotidiano si impone l’obbligo morale di essere più alto e, dunque, accanto alle recensioni, ai test, alle interviste e alle analisi che, in realtà, segreto di Pulcinella, sono tante pubblicità, mette la seria riflessione sul tempo. Il tempo come durata, il tempo che scorre, una riflessione sulla giovinezza e su come eravamo spensierati, una citazione di un filosofo greco, l’immancabile citazione di Proust che, quando si parla di tempo e orologi da polso, chissà perché non può mancare. Dove la rivista specializzata, infatti, si limita all’analisi tecnica, l’inserto prova lo svolazzo e a farci credere che quella cassa in titanio non sia solo uno status symbol, ma anche un modo per riflettere sul lento rullare dei secondi verso il nulla che tutti ci attende. In realtà, esiste un altro piacere nel leggere riviste come Orologi o uno degli inserti di cui sopra. Andrebbero sfogliati o, addirittura, letti ammirando chi è in grado di mettere giù seimila battute sulla testurizzazione a caldo o sulla superficie simile al satin di un quadrante o su fondello, carrure, rehaut color rodio, incastonatura a granetta, chiusura déployante, spazzolatura, venatura, smussatura, massa oscillante. Laddove essere costretti a scrivere di un cronografo al quarzo a qualcuno può far venire voglia di reagire come Carmelo Bene quando Luciano Rispoli gli regalò l’orologio dello sponsor: “Io detesto gli orologi”, per altri può essere l’occasione di un po’ di sana ispirazione.


  

Sul retro delle edicole si trovano riviste che sembra non acquistare mai nessuno. Si possono comprare davvero o sono come i libri finti delle librerie vuoti all’interno? Sono numeri di riviste che risalgono al 1997 e che gli edicolanti non sostituiscono mai, tanto hanno perso le chiavi delle vetrine?

Qui tutti gli episodi della nostra rassegna esitva
 

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