Il corsivo

Totti&Ilary, sceneggiato perfetto di stereotipi ambulanti

Ginevra Leganza

Nella fatidica partita del costume italiano – adulteri vs sposi devoti – il calciatore confessa di aver trescato, sì, ma per ultimo. Così cerca di spuntarla ai supplementari, alla fine dice che il traguardo del “cornuto” l’ha tagliato lui per primo

La fortuna non muta i natali. Potremmo chiuderla in questa sentenza antica l’intera faccenda “Totti&Ilary”. Incluso l’ultimo rivolo di rancore. Nell’intervista di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera si profila uno sceneggiato perfetto, denso di stereotipi ambulanti. A tratti commoventi. Nella fatidica partita del costume italiano – adulteri vs sposi devoti – il calciatore confessa di aver trescato, sì, ma per ultimo. Così cerca di spuntarla ai supplementari, o forse in calcio d’angolo, o magari ai calci di rigore. Insomma, quale che sia la metafora più calzante decidetelo voi che di calcio ne capite. Il punto è che Totti cerca di salvarsi estendendo il tempo dello scontro.

 

E alla fine dice che il traguardo del “cornuto” l’ha tagliato lui per primo, e ha ricambiato solo dopo. Pare per ripicca. O se non altro per desolazione, abbandonato com’era da un’indaffarata Ilary. Noemi Bocchi – l’amante – è venuta dopo che la moglie gli poneva sul capo un’impalcatura di corna. Ma andando avanti nella lettura – che nulla toglie e nulla appiattisce dei tratti più pittoreschi dell’uomo – si inanellano tutti gli snodi di un canone. Solo la parrucchiera di Ilary era edotta del tradimento di lei (lippis et tonsoribus, appunto, come nella Roma di Orazio, perché i secoli passano ma chi meglio degli addetti al parrucco s’intende di tresche vip nei saloni capitolini); lui che lamenta di esser stato trascurato nel momento di massimo lutto, quando muore “papà suo” (“È morto papà mio”.

 

Che fantastica anastrofe. Super super romanaccia); lei che gli svuota la cassaforte per dispetto: e adesso i rolex non si trovano (immagine trash ma sublime del tempo perduto, rubato, che ormai non torna più); e lui che per tutta risposta le nasconde le borsette col monogram (ossessione così fervente da ricadere persino sul nome della figlia più grande: Chanel)… E poi i tentativi di salvare la storia per amor di prole. Mamma Totti che sembra la classica suocera arcigna…

 

Ecco dunque un fiume in piena di italianissimi fotogrammi. E tutto questo negli stessi giorni in cui il ponte di Londra viene giù. Nelle stesse ore in cui ascende al trono Carlo III che – dopo una storia di sommersi e salvati – segna l’elegante e discreta rivincita di amanti e cornuti. Ecco dunque il nostro fiume e i nostri ponti, che dall’Eur a Roma Nord si rinfacciano mancanze e assenze. Sarà che per nutrire lo showbiz de noantri c’è sempre bisogno di una mistura che confonda la fama con il trash. Ed ecco infine la loro opulenza e la loro fortuna… Che pur fra mille rolex e mille metri quadri non potrà mai mutare i geni.