L'Assunta com'era. Riecco la più grande pala di Tiziano dopo il lungo restauro sostenuto da Save Venice
L'opera verrà presentata martedì prossimo alla Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari. Quattro anni di lavoro, realizzato grazie a due soli sostenitori
La città di Venezia dove il Mose si alza solo in casi di marea eccezionale, se no piedi a mollo as usual e come in questi giorni, è la stessa città dove poco meno di trenta associazioni internazionali si adoperano per la sua tutela e la sua salvaguardia, coprendola di amore, di attenzione e di denari. Solo sei di queste sostengono però grandi iniziative di restauro, a partire dalla più famosa e antica, la statunitense Save Venice. Venne fondata nel 1966 da John McAndrew, professore di Storia dell’arte al Wellesley College di Boston, sua moglie Betty Bartlett McAndrew e Sydney J. Freedberg, direttore del Dipartimento di Arte di Harvard e capo curatore della National Gallery of Art di Washington, per portare un aiuto concreto dopo l’alluvione di Firenze. Cinque anni dopo si focalizzò sulla Laguna, cambiando anche nome: oggi conta 40 mila affezionati sottoscrittori della newsletter, una rete poderosa di studiosi e di artigiani coinvolti alla bisogna e oltre a mezzo migliaio di sostenitori che per l’onore e la chance di partecipare a viaggi ed eventi di quel genere che si definisce “esclusivo”, pagano dai 100 dollari all’anno, interamente deducibili, fino a 10 mila dollari e oltre.
Martedì prossimo, presso la Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, la “Cà Granda” attiva già dal 1220, con il patriarca Francesco Moraglia benedicente e lectio magistralis della direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta prevista in serata, Save Venice presenterà il restauro dell’Assunta, la più grande pala di Tiziano e una delle più grandi di tutti i tempi, “Rubens incluso” come sottolinea al Foglio il presidente Frederick Ilchman, chairman del dipartimento di arte europea del Museum of Fine Arts di Boston, per il quale anche l’evidenza che l’opera fosse non solo un “site specific”, cioè concepita dall’artista per quella chiesa e quelle esigenze di devozione in prospettiva dall’ingresso all’altare, ma che non sia stata mai spostata da lì, aggiunge ovviamente valore all’iniziativa. Il restauro, comprensivo di indagini diagnostiche, restauro della pala e della sua cornice, passando per la messa in opera dei ponteggi, la rimozione dell’organo dal retro della pala, la manutenzione e disinfestazione del supporto ligneo, e, immancabile, la documentazione fotografica di tutte le fasi d’intervento, è durato quattro anni ed è stato realizzato grazie a due soli sostenitori: Beatriz Davila de Santo Domingo e il Jasmine Charity Trust in onore di Regina Jaglom Wachter.
Delle venti opere di Tiziano rimaste a Venezia, Save Venice ne ha restaurate dieci, anche a Treviso, inclusi capolavori come la Madonna di Ca’ Pesaro e la Presentazione della Vergine. Ilchman ne è visibilmente soddisfatto. E’ socio dagli anni dell’adolescenza, perdutamente innamorato di quella “improbabile meraviglia” di città, le cui origini affondano non solo nell’acqua, ma in particolare a Torcello dove, non a caso, in occasione delle celebrazioni per i cinquant’anni ha lanciato una campagna di restauro dedicata alla Basilica di Santa Maria Assunta, con i suoi mosaici bizantini nel catino absidale, e la sinagoga italiana, datata Cinquecento, nel Ghetto più antico d’Europa. Raccontano Ilchman e Melissa Conn, direttrice dell’ufficio lagunare dell’associazione, che la “campagna dell’Assunta” affonda le proprie radici in un percorso che “guarda al futuro”, se vogliamo anche con un occhio business and tourist oriented: è infatti in corso di realizzazione un volume sui restauri dell’opera tizianesca e la creazione di un sito internet dedicato all’Assunta. Conn sottolinea che degli infiniti progetti di cui vengono messi a parte, attualmente stanno lavorando a oltre quaranta, di portata ed entità differente. Ad oggi, il capitale raccolto e messo direttamente a disposizione della città ammonta a circa 750 mila dollari.