A spasso per Artissima, “la fiera che vi trasformerà”

Torna in presenza a Torino l'appuntamento con l'arte contemporanea più importante d'Italia. Quasi 200 le gallerie presenti di cui il 60 per cento straniere nel nome della di una rinascita che consacra il pieno ritorno della sua anima internazionale

Giuseppe Fantasia

Torino. Le esperienze personalmente performative – sostiene Laurie Anne Paul, docente di filosofia alla Yale University – sono quelle che non possiamo in alcun modo anticipare o prefigurare razionalmente, perché - come scrive nel suo libro Transformative Experience (Oxford) - “nulla può sostituirne il vivo manifestarsi come rivelazione di un territorio a noi ancora sconosciuto”. È dal suo pensiero che Luigi Fassi, già direttore del MAN di Nuoro e neo direttore di Artissima, ha tratto ispirazione per l’edizione 2022 che apre al pubblico da oggi fino a domenica prossima, 6 novembre. “Un’ispirazione – spiega al Foglio – che vale anche per illuminare il modo in cui viviamo l’arte, a sua volta uno strumento che aiuta a pensare in maniera più complessa, a lungo termine, senza un respiro frenetico. Chi sceglie l’arte nella propria vita con tutte le sue forme rivelative, è già abituato all’esperienza arricchente dell’ignoto, ad avere fiducia nell’innovazione e nel potenziale del proprio cambiamento personale”.

   

Il tema di questa edizione cita quel titolo del libro di Paul per raccontare il modo in cui viviamo nelle nostre vite l’insorgere di esperienze trasformative di cui siamo stati partecipi – volenti o no – nei due anni e mezzo di pandemia che hanno sconvolto – trasformandolo, appunto – il nostro modo di pensare, ma soprattutto, di vivere. Anche Artissima vi è rientrata come tutte le manifestazioni culturali, ma ora è finalmente tornata in presenza nei luminosi spazi dell’Oval, al Lingotto di Torino, dopo anni di confinamento sul web. "Con il nuovo regime di completa apertura, aggiunge il torinese Fassi che succede a Ilaria Bonacossa - ci si è resi conto dell'importanza delle relazioni, che arricchiscono e, appunto, trasformano”.

    

Di relazioni ne abbiamo trovate e fatte tante passeggiando tra gli stand della fiera – l’unica con un marchio di proprietà pubblica – tra le 174 gallerie, di cui il 60 per cento straniere, in arrivo da 4 continenti e 28 paesi. Tra queste, 42 vengono per la prima volta, anche dalla Cina, ma non mancano presenze da Africa e Sudamerica, oltre a un nuovo ingresso da Anchorage, in Alaska, e un nucleo forte di 21 gallerie da Berlino e dal resto della Germania. “Troppe”, secondo il sottosegretario Vittorio Sgarbi che abbiamo incontrato ieri pomeriggio tra gli stand insieme a Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice del Castello di Rivoli/Museo d’Arte Contemporanea. “Sono di altissima qualità, ma dovrebbe avere al massimo sessanta gallerie per poterle vedere al meglio”. “Mi piacerebbe sdoppiare Artissima e farla anche al Mart di Rovereto”, aggiunge. Una promessa/verità o solo una provocazione?

     

   

Nel frattempo, continuiamo la passeggiata tra Present Future, la sezione con il Premio Illy dedicata ai talenti emergenti riportata al centro dello spazio espositivo (curata nelle passate edizioni proprio da Fassi), Back to the future, un viaggio alla riscoperta di opere realizzate dagli anni '60, e Disegni, che ribadisce la centralità di questa tecnica anche nell'arte di oggi. La Main Section è sempre dedicata alle gallerie più rappresentative nel comparto del contemporaneo mondiale mentre le New Entries, a quelle emergenti sulla scena internazionale, esempi evidenti di quanto ribadito dal direttore, della capacità che ha Artissima di internazionalizza un binario commerciale, quello del mercato, ma soprattutto quello dei rapporti personali, nutrendo l’agenda di curatori e direttori di musei italiani e internazionali che si incrociano, scambiano idee e scoprono artisti che non conoscono. Noi, ad esempio, abbiamo scoperto la Baleno Gallery, nuova galleria romana (zona Pigneto), aperta dal bresciano Roberto Scalmana, scegliendo volutamente un ome che ne sottolinea la dimensione temporale e visuale con Caterina De Nicola e li suoi dipinti su carta e sculture. Dalla milanese Viasaterna, c’è la pugliese Teresa Giannico con i suoi collages digitali che in tanti scambiano per dipinti, un lavoro attento sulla percezione delle immagini prese dal web e le costruzioni delle stesse. L’artista Romina Bassu, star dello Studio Sales insieme a Flavio Favelli (protagonista alla GAM di Torino con la mostra I maestri Serie Oro a cura di Elena Volpato), stupisce come solo lei sa fare con le sue donne sospese dai colori pastello e, per la prima volta, disegnando un uomo, Orlando, a cui mette un rossetto. Nel frattempo, incontriamo la designer Ilenia Durazzi, crative director di Durazzi Milano, borse (ad) arte, entusiasta di questa “nuova vita” – come la definisce lei – delle opere, degli artisti, collezionisti e pubblico, “una maniera giusta per vedere quello che sta succedendo con i propri occhi avendone una personale percezione”. Il gallerista toscano Francesco Ozzola, proprietario della galleria Suburbia Contemporary di Barcellona, sottolinea l’importanza di questo momento particolare che sta vivendo l’arte in generale, “una rinascita vera e propria per rilanciare la forza del network nazionale e internazionale di una fiera come questa”, “la vera fiera italiana dedicata all’arte”, gli fa eco il collezionista Ernesto Esposito, “dalla dimensione giusta, con un programma variegato e piacevolmete intellettuale più che commerciale”, aggiunge Matteo Schuerch, tra i più giovani collezionisti d’arte con base a Lugano. Con Valerio Berruti, star con la sua scultura alta quasi 13 metri dedicata – e chiamata come – la sua città, Alba, visitiamo lo spazio di Franco Noero, con opere di Henrik Olesen e Francesco Vezzoli.

   

Il cammino tra gli stand, bidogna dirlo, è un piacere. C’è molta gente, è vero, ma le persone sono ben distanziate e non c’è mai la ressa. Un pubblico uniforme, educato e a suo modo colorato come lo splendido fiore realizzato da Agostino Iacurci ed esposto alla Galleria Ex Elettrofonica, una torre di Babele naturale con romandi a Goethe, al suo Viaggio in Italia e all’illusione di poter trovare la perfezione, oltre che la bellezza, soltanto qui. Da Francesca Antonini, troviamo due certezze: i minuziosi olio su tela di Marta Naturale e gli ori illuminanti sulle tele di Antonello Viola, già protagonista di un’interessante/mostra dialogo (Aperto Confine sulla Gorgone di Sartorio), ospitata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. La performance Icaro alla fondazione Morra, ha il suo perché, mentre Sandra Vàsquez de la Horra con la scritta Is it later?J.E.S. nel suo Nocturno ci fa interrogare sul senso del tempo e della sua trasformazione, per restare sul tema della fiera, di cui pare non curarsene la fascinosa ragazza dai capelli rossi dipinta da Rebecca Brodskis. Un’altra Rebecca (Ackroyd) colpisce la nostra attenzione alla Peres projects con Paola Salvador, che piace a Matteo Cordero, giovane artista di Mondovì, e all’artista Reverie, che al collo indossa una sua prticolare creazione: una colonna vertebrale mobile in ceramica e rame e platino. Merlin James provoca piacevolmente alla P420 Bologna con il suo Boy, Lucia Cantò, pescarese, con le sue conchiglie di capasanta piene di vino rosso, intitolate Nude (in italiano), che rispecchia un po’ il senso di tutti i lavori della Monitor Gallery di Paola Capata, dove c’è anche Matteo Fato. Da Tucci Russo, opere da museo con le Spine d’acacia e il tronco Terra su Terra di Giuseppe Penone, quelle di Giovanni Anselmo, Paolini e Tony Cragg. Interessante Artissima Junior, il progetto nato in collaborazione con Juventus e rivolto ai giovanissimi visitatori della fiera (dai 6 a 11 anni), coinvolti nella realizzazione di un’opera d’arte collettiva con un tutor d’eccezione, l’artista Giovanni Ozzola (grande appassionato di stelle e costellazioni) rappresentato dalla Galleria Continua, tra le star gallery della fiera.

  

Artissima è dentro la fiera, ma anche in città dove è imperdibile una visita alle Gallerie d'Italia di Intesa San Paolo con la mostra Collective Individuals, rassegna di video sull'attuale difficoltà degli individui a sentirsi parte di una comunità, ma soprattutto con l’omaggio speciale a Lisetta Carmi (Suonare Forte, il titolo). I tre musei della Città - Gam, Palazzo Madama e Mao, Museo d'arte orientale - ospitano il progetto So will your voice vibrate, tre installazioni sonore affidate a Riccardo Benassi, Darren Bader e Charwei Tsai e Il Castello di Rivoli ospita "Orizzonti tremanti", le nuove e fascinose installazioni di Olafur Eliasson. La Fondazione Merz ospita "Alert" dell'israeliana Michal Rovner mentre la Fondazione Sandretto nuove mostre, tra cui "Backwards Ahead" con opere della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, che compie 30 anni, ma soprattutto i volti e i corpi degli uomini e delle donne di Victor Man, elegantissimi nella loro sensualità. Non mancano i premi, come il premio FPT for Sustainable Art, promosso da FPT Industrial e nato con la missione di valorizzare tematiche di sostenibilità nell’ambito dell’arte contemporanea, è andato quest’anno all’artista colombiana Nohemi Perez per la sua opera Apuntes para quemas, mentre è una An Alchemic Experience quella organizzata da Jaguar in una gabbia di specchi con luci colorate che è un chiaro omaggio alla filosofa americana di cui sopra e di questa fiera, che forse “vi trasformerà”, per citare ancora le parole del direttore Fassi. Questo, noi, non possiamo garantirvelo, ma la possibilità di continuare a sognare, tenendo bene gli occhi aperti sulle opere che vedrete, è sarà sicuramente possibile. Fatelo con le Luci d’Artista del designer-artista Marcantonio, che ha creato con Seletti la poetica installazione Inner Glow, un’opera che, evocando l’immagine di una bambina dalle dimensioni reali che tiene con cura tra le mani una sfera luminosa, ci riconnette in modo immediato a quell’animo fanciullesco, curioso, spontaneo, che abita ancora in ciascuno di noi. E, ancora, con le opere alla Galleria della napoletana Tiziana Di Caro che ci ha fatto conoscere Teresa Gargiulo e le sue lettere dell’alfabeto scritte con una calligrafia di un bambino delle elementari e le sue tele, scritte con la stessa tecnica, contenenti frasi forti e disarmanti (Dove essere vulnerabile; Permettere l’accadimento) creando così un equilibrio complesso e a suo modo attraente. O con l’opera con i neon di Marcello Maloberti della Galleria Raffaella Cortese. “La pioggia – si legge sulla scritta luminosa bianca – cuce la terra al cielo”. E non può che essere vero.

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