Connettere l'arte della fotografia
Al Mudec di Milano è stato lanciato il concorso internazionale Deloitte Photo Grant "che intercetta maestri del fotogiornalismo, maestri della foto come arte, rappresenta una chance importante per farsi conoscere"
Di sicuro non seleziona semplici scatti. Non mira ad attrarre fotografi che vivono nel proprio anonimato, ma interessa coloro che vivono, macchina fotografica in mano, nell’era del digitale e post digitale che ha complicato creatività e diritti d’autore. È un’iniziativa che appare al settore bella come una nuova gallery fotografica. Piena di entusiasmo ed emozione: come deve accadere davanti ad una fotografia d’autore. Il concorso internazionale, lanciato al Mudec di Milano, con la squadra a ranghi compatti della Fondazione Deloitte, è un fatto culturale davvero importante. Sessantamila euro sono messi sul piatto per i due grandi artisti della fotografia che si aggiudicheranno la prima edizione del Deloitte Photo Grant (40 e 20 per le due sessioni). Un premio e una open call on line che è scattata martedì 31 gennaio in via Tortona, a Milano, in un polo della cultura che sprizza energia positiva in ogni dove non è più solo per moda o finanza.
È anche immagine, è anche creatività, è valore e occasione di fare uscire allo scoperto, dare fama a fotografi – internazionali – che meritano la doc di artisti. Agli alti livelli della qualità della fotografia. “È e sarà il primo concorso internazionale che premia l’autorialità della fotografia – spiega il direttore artistico Denis Curti – non di certo il primo al mondo, ma il più importante d’Italia. Presentiamo un premio che deve dare entusiasmo e costruire notorietà a fotografi capaci di produrre cultura e creatività connesse, fotografi che meritano di farsi conoscere per il loro talento“.
Si dedicherà dunque al tema delle connessioni, questa prima edizione, come spiega Curtis: “È un concorso con una doppia valenza, intercetta maestri del fotogiornalismo, maestri della foto come arte, rappresenta una chance importante per farsi conoscere”. Momento azzeccatissimo. In un momento in cui Il valore dell’immagine si eleva ad arte e diventa un bene materiale, come una delle foto che hanno fatto la storia – Le Violon d’ingres - dell’artista statunitense Man Ray capace di strabiliare con il record di vendita all'asta, da Christie's, venduta per 12,4 milioni di dollari.
Connections del Deloitte Photo Grant propone due sessioni e un lavoro di squadra che intercetta un primo livello di segnalatori - una giuria iniziale per la prima selezione - e un secondo livello di giudicanti, la giuria vera e propria. A questi dovranno rivolgersi con la propria arte i grandi fotografi, anche quelli meno noti, senza limiti di età e provenienza, e i giovani fotografi, gli under 35, chiamati a proporre un lavoro che non è fatto solo di scatti e selezione di immagini, ma un progetto, uno storytelling fotografico che applica e si attiene al tema scelto: connections.
“Premiamo la fotografia di qualità e la sessione riservata ai giovani non è aperta solo ai professionisti – dice Denis Curti – proprio per dare voce ai nuovi talenti: qui non selezioneremo le foto più belle ma il progetto più bello. Approfondire va nella direzione delle Connessioni: a livello umano, professionale, economico e ambientale”. Chi vincerà, fra i grandi talenti e i giovani talenti, oltre al premio, riscatterà la possibilità di esporre al Mudec, capofila anche di un’opera editoriale – prodotta dal Sole24ore Cultura - un librone capace di garantire fama ed eternità culturale a queste fotografie d’autore.
Per il nuovo premio Deloitte Photo Grant cercasi “Scatti e non scattini” come diceva un grande fotografo milanese, Vito Liverani, fondatore delle agenzie Olympia e Omega Fotocronache, il capostipite di quello storytelling d’autore che oggi Deloitte vuole stanare, valorizzare, premiare. Da qui all’eternità della cultura e del valore della fotografia. Liverani, prima di diventare un grande fotografo e creare due grandi agenzie, faceva il pugile… Ci sarà un perché.
Universalismo individualistico