piani irrealizzabili
Houellebecq ha deciso di non provocare più: niente porno a Casablanca
Era già tutto pronto, ma del progetto erotico dello scrittore e di sua moglie non se ne farà nulla. I critici erano già pronti aspettando lo scandalo, ma per fare carriera ci vogliono i requisiti, e l'intellettuale francese non ha quelli richiesti
Partono con le provocazioni, poi si rendono conto che tengono famiglia e fanno retromarcia, cancellano, spariscono, sguinzagliano gli avvocati. Personaggi dei cartoon che cambiano nel vuoto, finché si accorgono del vuoto sotto di loro e cascano. Scavando a terra la loro sagoma, in posa scomposta.
Non, non è Sanremo. È il grande pensatore francese Michel Houellebecq, per quanto ci riguarda una delle più clamorose monete false intellettuali di questo e dello scorso secolo (“Le particelle elementari” ha la data del 1998, in Italia l’anno dopo). Aderì al culto raeliano, fotografato con la tunica bianca: gli extraterrestri avrebbero creato la vita sulla terra con l’ingegneria genetica. Si spacciò per profeta con “Sottomissione”: nel 2015 immaginava che nel 2022 i musulmani avrebbero dominato la Francia.
Siccome non c’è intellettuale francese che riesca a tenere il sesso lontano dalla filosofia – Jean-Paul Sartre e la complice Simone De Beauvoir, Michel Foucault che preferiva le saune – Michel Houellebecq stava per farsi una rilassante vacanza in Marocco. La consorte Lysis gli aveva già organizzato un “puttan tour” (suvvia, le magliette con la scritta le avrete pur viste). Era atteso a Casablanca, prima che lo avvertissero “guarda che può finire male, ricordati di Salman Rushdie”.
Stefan Ruitenbeek, artista libertario olandese (quindi ancor più libertario del francese) fa sapere a Lysis, dispiaciuta per il viaggio annullato: “Conosco un sacco di ragazze che a letto con Houellebecq andrebbero gratis, a condizione di essere riprese da una telecamera”. Affare fatto, c’era perfino una fissata per l’uscita del porno, annunciato da un trailer piuttosto deludente. La fede al dito di Houellebecq e la sottoveste della partner sono di una tristezza infinita.
Fosse solo questo. Non esiste una barriera d’entrata nel porno? Non bisogna essere sexy? O almeno guardabili? All’esibizionismo degli scrittori è concessa ogni cosa? Body shaming, dite? Chiamatelo come volete, ma da un ingegnere pretendiamo la conoscenza dei calcoli statici. A nessuno viene in mente di chiamarlo “mind-shaming”.
Per certi mestieri servono i requisiti. Ci mancava il porno con l’arruffato Houellebecq e le caramelline di nicotina che hanno sostituito l’eterna sigaretta attaccata al labbro (chissà l’umore, da noi sperimentato in un tentativo di intervista dove a impedire la conversazione era una protesi troppo ballerina). Il porno è mestiere serio. Mica è la letteratura, che più brutta è più trova critici disposti a genuflettersi.
Per dire: avete letto l’ultimo Houellebecq, “Annientare”? Percorrendo pagine e pagine di noia soffocante, con personaggi interessanti come un pacchetto di ovatta. Fino alla grave malattia, che sempre e comunque commuove – lettori colti e lettori popolari, chi legge per darsi un tono, e lettori masochisti che se non si annoiano non godono. E ora avremo il primo porno-film deprimente, protagonista – se vogliamo dire le cose con realismo – un ex nerd che diventato famoso si prende la grande rivincita: “Le ragazze non se lo filavano, ora fa l’attore porno”.
I critici erano già in posizione di tiro, sperando che qualcuno si scandalizzasse. Così poter ricordare al mondo che Houellebecq nudo è arte (poverini, ormai gli scandali stanno svernando tutti a Sanremo). E invece non se farà niente. È scattato il contrordine, si sono mossi gli avvocati. “Houellebecq nudo è la mia performance artistica. Ne faccio quel che voglio”, smania l’olandese. Nella querelle pare sia stata offesa, di striscio, anche la virtù della signora Houellebecq. Scelta – dichiara il consorte a Libération – perché conosce la devozione.