"Il prodigioso duello"
Venticinque storie sulla Pasqua e sulla lotta tra la speranza e la perdita di senso
Il libro di Annalena Valenti da leggere in attesa della domenica in cui si celebra la morte e resurrezione di Cristo. Fiabe, leggende e poesie per tutti, bambini e non
Non è strano trovare libri che raccolgano favole dedicate al Natale. Ben più azzardato, invece, un volume di storie da leggere in attesa della Pasqua, perché per parlare di morte e resurrezione ai più piccoli ci vuole coraggio e certezza, oltre che buoni argomenti. Non mancano ad Annalena Valenti, che porta in libreria Aspettando Pasqua, con un sottotitolo – “Il prodigioso duello” – che è un richiamo alla liturgia pasquale (“Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello”) ma pure un invito alla lettura per tutti, bambini e non: ognuno di noi ogni giorno si trova davanti la battaglia tra la speranza e la perdita di un senso.
Ecco quindi 25 storie – fiabe e leggende, ma anche poesie, raccolte da lei in collaborazione con la redazione del blog MammaOca, ovvero Valeria De Domenico e Raffaella Carnovale – da leggere per introdursi al mistero della resurrezione, avendo in testa quella citazione in esergo di Luigi Amicone, già giornalista e fondatore della rivista Tempi, scomparso nell’ottobre 2021, di cui Annalena era la moglie: “E la domanda – in fondo l’unica domanda veramente seria e grave della vita – è: come si fa, oggi, a sapere con certezza che Cristo è risorto ed è qui, ora?”.
La risposta non va cercata poi molto lontana dalle cose quotidiane della vita e della natura, come descritte da Quasimodo in Specchio: “Ed ecco sul tronco / si rompono gemme: / un verde più nuovo dell’erba / che il cuore riposa: / il tronco pareva già morto, / piegato sul botro. / E tutto mi sa di miracolo; / e sono quell’acqua di nube / che oggi rispecchia nei fossi / più azzurro il suo pezzo di cielo, / quel verde che spacca la scorza / che pure stanotte non c’era”. Riconoscimenti semplici per cuori semplici, capaci di cogliere il miracolo anche nella primavera che sempre torna. “Possiamo parlare ai bambini di queste cose? – si chiede l’autrice. Può sembrare incredibile, fin assurdo, ma guardarli in azione ci potrebbe aiutare, perché i bambini queste cose le capiscono bene, duello tra morte e vita, sofferenza e rinascita, dolore profondo e gioia esplosiva. A loro ci vuole pochissimo per viverle”.
Non stupisce, allora, di leggere del “Gigante Egoista” di Wilde, che chiude il suo giardino al gioco dei piccoli, e va incontro al freddo e alla morte di un inverno senza fine. Solo un bambino – il più minuto e sconosciuto, di cui si scoprirà di più solo nel finale - riesce a renderlo buono e a fargli cambiare idea, aprendo il suo cuore e quel luogo meraviglioso. Oppure dei “Cinque in un baccello” di Andersen, dove pure cinque piselli verdi risultano utili – ognuno a loro modo – al progetto divino: uno di essi, finito in una fessura con muschio e terra umida in una finestra di una mansarda, cresce inspiegabilmente e accompagna la rinascita di una bambina malata, che in quella casa "non sembrava in grado né di vivere né di morire (…). 'Nostro Signore in persona lo ha piantato e lo ha fatto cresere, per dare a te gioia e speranza, figlia mia benedetta, e anche a me!', disse la madre felice, sorridendo al fiore, come a un angelo buono”.
È il continuo duello tra morte e vita, in uno scandire dei giorni sino alle ore della passione di Cristo in croce: “Parliamo della sofferenza – scrive ancora Valenti nell’introduzione –, della passione e della morte di un uomo, eppure… Eppure, esordisce nella poesia ‘Pensiero d’Aprile’ Ada Negri… Il permanente duello tra morte e vita, tra la disperazione che tutto sia finito e la speranza, per noi la certezza che non è così, tutto contenuto in una congiunzione, eppure, che fortemente richiama a porci la domanda sul senso della vita. Cosa c’è dietro un eppure? Quante delusioni, morti, sofferenze… Eppure è bella anima mia la vita, lo può dire solo chi sa che l’impossibile c’è”.