Foto di Carlo Lannutti, via LaPresse  

Il commento

Per voi poeti d'Italia, lo Strega Poesia (ma le vette del Sublime possono attendere)

Mariarosa Mancuso

Centoventi scrittori viventi, pubblicati da case editrici a diffusione nazionale. Una gara letteraria di cui non sentivamo il bisogno

Anche i poeti hanno diritto a un sorso di Strega. Ingiusto riservarlo solo ai prosatori: si sa che è la Poesia a sfiorare le vette del Sublime. La Poesia negletta, trascurata, a volte irrisa, eppure tanto praticata nelle camerette – un tempo si cominciava da adolescenti ai primi amori e brufoli, ora la fascia di età sembra essersi un pochino alzata.

  

La timida poesia che in Italia ha vita grama, soffocata dai pregiudizi. Per esempio, che siano più numerosi i poeti che lettori di poesia. Per esempio, che se ogni aspirante poeta comprasse ogni anno il libro di un altro poeta, i conti del settore ne godrebbero. Se poi – delirio d’ipotesi – ogni aspirante poeta comprasse ogni anno dieci libri, facciamo dieci poeti affermati o addirittura classici, e li leggesse, ecco che il tempo per scrivere versi (significa soprattutto riscrivere, chiedete ai colleghi più esperti) si ridurrebbe molto. Dicono le cifre che nel 2022 i titoli di poesia pubblicati sono aumentati del 20 per cento – non c’è speranza di trasformare i poeti in avidi lettori.

   

E dunque, via libera al Premio Strega Poesia. Riflessione sulle cose ultime, canto, balsamo per le anime rinsecchite: così si esprime il bando di concorso. Pietosi e veloci, non vedevano l’ora di guarire la nostra aridità, hanno risposto all’appello in 120 – solo poeti viventi, pubblicati da case editrici a diffusione nazionale, con codice Ibsn. Niente miscellanee. Niente autopubblicazioni, né edizioni solo digitali.

 

Sono 120 i titoli emersi. Ognuno di noi, a seconda della fiducia riposta nella creatività altrui, immaginerà il sommerso. 120 titoli proposti dagli editori, a cui si sono aggiunti, come da regolamento, 15 titoli “richiesti” dal comitato scientifico. Che è composto da 12 membri, e pensandoci un po’ su potremmo perfino capire chi ha proposto cosa.

 

In Italia non si possono fare i premi letterari perché ci conosciamo tutti, si usa dire. Basta scorrere i nomi dei 135 aspiranti al premio per capire che la poesia è più democratica. Poeti mai sentiti nominare presentati da case editrici mai sentite nominare. Titoli come “Sacchi di sale marino” presentati da un editore che ha scelto di chiamarsi “L’inedito”. Ma con che cuore può chiedere a un poeta (una poeta se credete nelle Differenze) di avere in affidamento le preziose parole che dovrebbero illuminare il mondo?

 

“Fra le pieghe del rosso” è presentato da “I quaderni del Bardo”, editore che ospita sul sito le opinioni di chi è rimasto soddisfatto del servizio: “Un baluardo di competenza e efficienza e cura, un servizio certosino di supporto all’autore”. “Nel segno che l’artefice ha pensato” è un altro titolo candidato, proposto da Valentina Editrice: artefice è minuscolo, forse è solo “il miglior fabbro” che ha provveduto all’editing.

 

Ogni tanto, con sollievo, ci imbattiamo in un nome conosciuto, come Fernando Camon, Umberto Fiori, Aldo Nove o Francesco Targhetta, che aveva scritto un bel romanzo in versi intitolato “Perché veniamo bene nelle fotografie” e ora partecipa con “La colpa al capitalismo”. Ma lo Strega Poesia andrà più facilmente a “La signorina nessuno” (titolo della poeta Giorgia Soleri). Oppure vincerà “Ascoltavo il mare piangere con me”. Un altro titolo dice “Cucivo le stelle”, e abbiamo scovato infiltrato che concorre con “Peste e guerra - La poesia non salverà la vita”.

 

Il listone dei candidati è stato presentato il 21 marzo, giornata della poesia, con letture e live painting. Ora comincia il lavoro vero: scegliere i 5 finalisti, da annunciare il 19 maggio al Salone del Libro di Torino e sottoporre all’onorevole giuria. Premiazione il 5 ottobre al Tempio di Venere, parco archeologico del Colosseo.

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