In Italia forse si legge poco, ma si ascolta un sacco. Il boom dei podcast fotografato da NIQ per Audible

Enrico Cicchetti

Li usiamo per informarci, approfondire, rilassarci. E non ci sono mai piaciuti così tanto: negli ultimi 5 anni gli ascoltatori sono cresciuti del 60 per cento. Ecco i dati di una delle principali società di produzione e distribuzione di audio entertainment

È un po' come l'oro: un investimento sicuro. Una di quelle scommesse senza brivido, che a farle a tavola con gli amici fanno vincere facile. Ogni anno guardi i dati sull'ascolto di podcast in Italia e ogni anno quel numero cresce. In Italia sono 16,4 milioni le persone che negli ultimi 12 mesi li hanno ascoltati. Se rispetto al 2022 la crescita è del 7 per cento, con un milione di ascoltatori in più, quella sui cinque anni è un impressionante più 59 per cento: nel 2018, erano “solo” 10,3 milioni gli italiani ad ascoltare podcast, oggi ci sono sei milioni di paia di orecchie in più. A rivelarlo, l’ultima ricerca di NielsenIQ (NIQ) per Audible – società Amazon tra i maggiori player nella produzione e distribuzione di audio entertainment, presente in Italia da sette anni – presentata la settimana scorsa in occasione degli Italian Podcast Awards - Il Pod, la tre-giorni di incontri di settore.

 
“L’Italia è un mercato importante per Audible - conferma Juan Baixeras, country manager per l'Italia e la Spagna - e sul quale continuiamo a investire, lavorando con i migliori esponenti della classe creativa italiana. Ad oggi abbiamo 60mila titoli in catalogo e 14.700 sono in italiano. Nel 2016 erano 1.500”. Solo l'anno scorso la società ha speso quasi due milioni di euro per i podcast originali in italiano. E un po' questa attenzione per il nostro paese stupisce, visto che ogni anno l'Istat ci ricorda che in Italia si legge poco. Eppure podcast e audiolibri non sono mai andati così bene. Ci piace ascoltare, chi l'avrebbe mai detto. Per informarsi (39 per cento degli intervistati), approfondire (32) e intrattenersi (30). Ai tempi dei social, nel millennio dell'immagine, è tornata la voce.

 

Ma come emerge oggi un podcast in un ecosistema già tanto ricco di contenuti? "Si emerge con la qualità", risponde Baixeras. "E la qualità si ottiene lavorando con i migliori esponenti classe creativa italiana. La nostra è un'industry, fatta da narratori, di servizi come Audible, di attori, autori e registi, di sound designer e tecnici. Dal 2016 con noi hanno lavorato trecento persone circa. Quella che proponiamo oggi è una produzione audio raffinatissima. paragonabile alla produzione hollywoodiana. Su un podcast come Sandman hanno lavorato 95 voci diverse". E aggiunge che la società "gira tanto per parlare con tutta l'industria: i producer, gli autori... Riceviamo tantissime proposte e intanto c'è anche un team che cerca il prossimo podcast di successo di cui non abbiamo ricevuto la proposta".

 

I podcast li ascoltano soprattutto i giovani: tra i 18-24 e i 25-34 anni, anche se la percentuale degli over 55 che li usa è cresciuta dell'8 per cento quest'anno, dice NIQ. Non una gran novità, certo, ché ragazze e ragazzi sono i più smanettoni, i più connessi, quelli con l'airpod sempre in un orecchio. E sono, nel 46 per cento dei casi, anche quelli che "contagiano" i propri genitori. C'è una sorpresa, però: se si guarda ai cosiddetti “heavy users”, che ascoltano podcast tutti i giorni o quasi e che rappresentano circa il 7 per cento degli intervistati, si nota che vivono soprattutto al sud, così come era stato per gli audiolibri. "Fa piacere sapere che siamo compagni di viaggio fedele", aggiunge Baixeras, "per le persone che scelgono le nostre storie e che le nostre voci apportano valore alle loro giornate. E fa piacere anche sapere che il podcast è ormai un'abitudine di famiglia, che unisce le generazioni". 

 

Ultima nota - ed è un piacere dal momento che anche il Foglio ogni mese propone la sua classifica dei cinque podcast più interessanti - è che la scoperta dei nuovi prodotti passa soprattutto dal web: via social e dai siti internet, quelli generalisti e quelli dei produttori. A seguire, come d'abitudine, c'è il più trucco pubblicitario più vecchio del mondo, e forse il più affidabile: il passaparola. Quindi forza: ascoltate e fate ascoltare.

  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti