gli amori del pittore
Topazia, il primo amore di Guttuso
La scoperta a Bagheria di un graffito fatto dal giovane pittore siciliano con il suo primo amore
Renato Guttuso (1911-1987) nei suoi 76 anni di vita ebbe molte donne e tre amori. Gli ultimi due sono noti e fanno parte della storia, pubblica e artistica, del pittore bagherese: Marta Marzotto (1931-2016) e la moglie, Mimise Dotti (1909-1986). Il primo è il meno noto ma il più intrigante e il più interessante dal punto di vista della storia politico-culturale della Sicilia e quindi dell’Italia tutta. È l’amore, ricambiato, per Topazia Alliata (1913-2015) sposata poi con Fosco Maraini.
Renato, figlio di un agrimensore, Topazia, figlia del principe Enrico Maria Alliata. Lui proveniente dalla piccola borghesia di paese, lei appartenente a una delle famiglie più potenti e ricche dell’aristocrazia siciliana. La domanda sorge spontanea: come è possibile? I confini tra le classi sociali, nella Sicilia dei primi decenni del novecento, erano così fluidi da consentire una cotanta mescolanza erotico-sentimentale? L’amore nasce e viene coltivato in una delle ville più belle e meno devastante della piana di Bagheria (provincia di Palermo), villa Valguarnera.
Sono venuto a conoscenza di un documento preziosissimo: un graffito inciso dai due giovanissimi amanti sul muro di uno degli ingressi secondari della villa. Si può leggere nella fotografia qui sotto. È stato casualmente trovato da una studentessa universitaria che su indicazione del suo professore (Rosario Scaduto) raccoglieva graffiti vandalici su monumenti antichi. Il graffito ha una data certa: 5 gennaio 1929. Guttuso aveva da pochi giorni compiuto 17 anni (nasce il 26 dicembre 1911), Topazia Alliata aveva 15 anni (nasce il 5 settembre 1913).
Appena usciti dall’adolescenza entrambi. Leggiamo il graffito. Nella prima parte è riconoscibilissima la scrittura di Guttuso: la firma “Renato Guttuso” e immediatamente sotto la data “5-1-1929”. Seguono parole poco chiare dove è sicuramente leggibile la lettera l seguita da una A maiuscola. Si potrebbe leggere in questo modo: “l’Amore mio”. È una lettura arrischiata ma non incompatibile con le tracce di scrittura che si vedono e coerente col contesto. Me ne assumo la responsabilità. La scritta che segue proviene dalla mano di Topazia: si legge una T particolarmente elaborata, che è l’iniziale di Topazia, sottolineata da una linea orizzontale ben marcata. Immediatamente sotto, la stessa mano riscrive la data “1929” pure essa sottolineata da una linea orizzontale altrettanto marcata. Il graffito è una dichiarazione d’amore firmata dai giovanissimi innamorati: inizia Renato, conferma e sottoscrive Topazia. Topazia è a casa sua e per lei sarà stato anche un atto di ribellione verso la famiglia che non doveva vedere di buon occhio quella amicizia. La storia d’amore dell’aristocratica Topazia e del piccolo borghese Renato meriterebbe studi approfonditi per i suoi numerosi risvolti culturali e storici. Sappiamo meno di quanto ne vorremmo sapere.
Chissà se tra le carte ereditate dalle sorelle Maraini (tra esse Dacia) non si trovino documenti che, se adeguatamente riletti, permettano di scrivere un capitolo nuovo della storia culturale italiana. Alcuni dati sono dei punti fermi. Ne dico due. Le Ville aristocratiche costruite nel Settecento sul territorio di Bagheria furono una iniezione di cultura europea in una piana vocata ad essere luogo di produzione agricola per i consumi della vicina Palermo. Con le ville Parigi, Vienna, Londra, Napoli, Roma si installano nella campagna bagherese. La prima formazione artistica il giovane Guttuso l’acquisisce qui. L’eros è la porta attraverso la quale il ragazzo piccolo borghese Guttuso entra in Europa rimanendo in paese.
Il secondo punto rafforza il primo. L’amore di Topazia e Renato fu culturalmente intenso. Insieme frequentano l’Accademia delle Belle Arti a Palermo, insieme frequentano la sezione della scuola del nudo. Un dipinto degli anni 1932-1933 (entrambi gli innamorati sono poco più che ventenni) documenta l’attrazione erotico-culturale in cui Renato e Topazia sono invischiati: il nudo “Arsura” esposto nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Guttuso” a Bagheria. Il dipinto che qui sopra riproduciamo è attribuito a Topazia Alliata e viene interpretato come autoritratto. Troppi indizi (saranno oggetto di un libro di Ezio Pagano) fanno invece pensare che il pennello prevalente sia quello di Renato Guttuso coadiuvato, in tutti i sensi, dalla mano dell’amata Topazia. L’amore di Renato e Topazia è uno dei capitoli non gattopardiani della storia della Sicilia.