Il Libro su don giussani

L'importanza del canto nel rapporto con il divino

Mario Leone

Musica e fede, un binomio inscindibile che riporta sempre a Dio. È in libreria “L’altra musica. Un’esperienza di canto in compagnia di don Giussani”, di Pippo Molino

È in libreria “L’altra musica. Un’esperienza di canto in compagnia di don Giussani” (Volontè &co., 128 pagine, euro 18,90) di Pippo Molino, già docente di composizione al Conservatorio di Milano, fondatore del centro di ricerca di  musica contemporanea Arcipelago Musica e storico direttore del coro di Comunione e liberazione. Pubblichiamo la prefazione al testo.

 

L’importanza del canto nel rapporto con il divino ha avuto un ruolo fondamentale sin dalla comparsa dell’uomo sulla Terra. Nella lettera alla Chiesa di Efeso, San Paolo dice: “Intrattenetevi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore”. Un monito che sottolinea quanto il repertorio “sacro” accompagni ed educhi la vita del fedele.
Negli ultimi anni però nelle comunità cristiane abbiamo assistito, come ha detto Benedetto XVI, “a un abbassarsi del livello della musica e dei canti eseguiti”. Se la Chiesa deve trasformare, migliorare, “umanizzare” il mondo – continua il Pontefice – come può fare ciò e nel contempo rinunciare alla bellezza?”. Il processo di secolarizzazione ha inciso anche su questi aspetti. Si è aperta così una vera e propria crisi che riguarda le scelte del repertorio, il rapporto con la tradizione e con i nuovi canoni culturali, il coinvolgimento e l’educazione dell’assemblea liturgica. Vien da chiedersi: “E’ un problema esclusivamente musicale, di mode, tecniche compositive o riguarda anche l’esperienza di fede del singolo individuo?”.

 

La riduzione del problema al solo aspetto tecnico – musicale ha generato da una parte gruppi altamente specializzati, rigorosi nella prassi esecutiva; esperti, spesso pagati, che hanno trasformato la liturgia in una sorta di concerto al quale l’assemblea dei fedeli assiste come “pubblico in sala”. Sul versante opposto, per coinvolgere il popolo e non annoiare le nuove generazioni la produzione sacra è scivolata verso un tipo di repertorio assimilabile alla popular music ed eseguito, in chiesa, da vere e proprie band musicali con tanto di basso, batteria e chitarre elettriche.

 

Forse allora quella del canto sacro è una questione strettamente legata alla fede ed è in questo alveo che si colloca il lavoro di Pippo Molino, un musicista segnato dall’incontro con don Luigi Giussani e l’esperienza di Comunione e liberazione. Musica e fede si compenetrano qui in un testo che non è un manuale, nemmeno un memoriale né una sorta di prontuario ad uso del movimento. “E’ il racconto di una vita”, direbbe don Giussani, dove il canto è l’espressione emblematica di Colui che l’ha originata.

 

Ecco spiegata la scelta accurata del repertorio, le precise indicazioni esecutive che Giussani propone per esaltare la parola, il suo significato così che essa possa mettere radici in chi la canta e in chi l’ascolta. Giussani non propone una “prassi esecutiva” ma un’“esperienza esecutiva” che diventa educativa, possibile a tutti, dal cantore più preparato sino all’ultimo fedele dell’assemblea; la “prassi esecutiva” scava invece un solco profondo tra chi è esperto e chi non lo è.

 

Attraverso il canto, Giussani ha educato alla fede migliaia di persone. Più questo rapporto con Gesù diventa autocoscienza, più il canto esprime bellezza. Così è nato un popolo, un unicum per quello che canta e per come canta. Lo documenta mirabilmente il Coro di Comunione e liberazione, diretto sin dagli inizi da Pippo Molino. Per “il modo di cantare” che offre un servizio alla liturgia e ai momenti comunitari, negli anni esso ha stupito sia musicisti, sia gente comune, senza differenza tra chi è vicino e chi è lontano dalla Chiesa. Il “segreto” è interpretare la musica sacra senza un fine meramente estetico ma per affermarne il significato più profondo. Un interesse per il vero e il bello, capace di essere attento “al nuovo” ma anche di riscoprire partiture come i Responsori di Tomás Luis de Victoria o le Laude Filippine, musiche registrate per Universal, una delle principali major internazionali.

 

Quest’opera di Molino pone di fronte a tutti la ricchezza sorta dal carisma di Giussani, la mette a disposizione di chiunque, aiutando soprattutto quelli che hanno incontrato il Giuss a riscoprirne l’unicità e a sentire tutta la responsabilità per un dono che l’umana distrazione potrebbe far disperdere.

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