Il tour
Natura e umanità sono “Insieme”. Viaggio fotografico fra Veneto e Puglia
Gli scatti di Steinmetz e Rozovsky a Omnefest 2023, il festival dedicato alla fotografia e alla scoperta del paesaggio
Negli Stati Uniti Mark Steinmetz è considerato un maestro della fotografia in bianco e nero, erede della tradizione che da Robert Frank passa da Garry Winogrand e Lee Friedlander e arriva a Judith Joy Ross. La sua “South Trilogy”, tre volumi di ritratti scattati fra Georgia, Tennessee e Louisiana, è un’opera di rara intelligenza e sensibilità, diventato un classico dell’editoria di fotografia. Del pianista jazz Bill Evans si diceva avesse un tocco principesco che faceva cantare la tastiera. La stessa cosa si potrebbe affermare di Steinmetz: il suo “tocco” non solo rende intensi i soggetti più ordinari, ma non teme di confrontarsi con i luoghi comuni da cui si tengono alla larga i fotografi colti (soprattutto bambini e gatti).
Nel 2021 è stato invitato insieme alla moglie Irina Rozovsky, fotografa raffinata anche lei, per una residenza organizzata da Osservatorio Omne di Castelfranco Veneto e dall’associazione Transizioni di Lecce. Il tema loro assegnato era “Nature”, termine che poteva essere letto sia in italiano che in inglese, in modo da espandere il campo d’azione e lasciare più libertà agli artisti. Ora il risultato di quel lavoro viene presentato, fra le tante proposte, a Omnefest 2023, il festival dedicato alla fotografia e alla scoperta del paesaggio diretto da Stefania Rössl e Massimo Sordi, che si svolge a Castelfranco da domani al 30 ottobre. La sequenza di immagini di Steinmetz e Rozovsky, che ha preso il titolo “Insieme”, è stata raccolta in un volume pubblicato dall’editore di Marsiglia Chose Commune e sarà in mostra al Museo Casa Giorgione.
I due fotografi hanno lavorato indipendentemente, usando il linguaggio a loro più congeniale – per lei il colore, per lui il bianco e nero – e hanno poi collaborato a posteriori alla definizione della sequenza di immagini, che alterna e amalgama i due registri. Ne risulta un libro equilibrato, aperto, pieno di sorprese. Steinmetz e Rozovsky, accompagnati dalla loro figlia di quattro anni, Amelia, sono entrati e usciti dai centri abitati in Veneto e in Puglia, senza la preoccupazione di creare inquadrature di porzioni di natura incontaminata, ma andando a sorprenderla nella sua compromissione con il contesto urbano, dove convive con animali e persone. Così vediamo apparire il cane al guinzaglio e l’albero che cresce a ridosso del muro, la donna salentina dagli occhi azzurri e lo spuntone di roccia a fianco al cavalcavia. Irina si sofferma sui resti di un melograno o sui petali rosa abbandonati sul marciapiede. Mark sulla maestà degli ulivi non ancora intaccati dalla xylella o su uno dei suoi amati gatti neri.
Le due voci si incontrano quando nell’inquadratura appare, fuggitiva, di spalle o lontana, immersa nel paesaggio, la figura della piccola Amelia. C’è di certo una nota malinconica, che mostra l’attrito fra natura e presenza umana, soprattutto per l’incuria e lo spreco. Eppure la figura ricorrente della figlia è come se impersonasse proprio il personaggio della natura: innocente, bella, piena di vita. Una natura di cui dobbiamo prenderci cura, lasciandola libera, ma avendo attenzione che le false partenze non le si ritorcano troppo contro. In modo quasi paradossale, gli autori sembrano suggerire che la nostra passione per il paesaggio e l’ambiente assomigli un po’ all’amore genitoriale.
Certo il titolo “Insieme” è una chiave di lettura dalla quale non si può prescindere. I due artisti hanno lavorato insieme, certo, ma è altrettanto vero che insieme vivono e, insieme, hanno messo al mondo questo piccolo essere che gli sgattaiola in mezzo alle gambe mentre maneggiano le loro macchine fotografiche. Anche questo è, per loro, “natura”, oggetto della loro riflessione. E’ come se dicessero che ciò che è naturale, per quanto in dialettica con gli aspetti culturali, è inseparabile dalla presenza e dallo sguardo degli uomini. Anche le relazioni sono un aspetto naturale. Ed hanno bisogno loro di una propria ecologia.