Giangiacomo Feltrinelli con James Baldwin (LaPresse) 

Nostalgia per un'editoria che non c'è più. I segreti di dieci case editrici nell'"L'Italia dei libri" di Munari

Giulio Silvano

Scorribande in un vasto mondo antico. Ormai cambiato per sempre. Come nascono le collane, chi sono le menti dietro la macchina, chi scopre gli autori, o anche come ci si fa scappare un bestseller o un futuro classico. Ma come si è passati dalle foto del Che alle librerie bistrot?

Ha preferito “le porcherie sessuali ai valori culturali”, le “rivelazioni inesistenti ai saggi storici”, con un “gusto dello scandalo per lo scandalo”, per via della sua concezione della vita “molto mediocre e pessimistica”. A parlare così di Giangiacomo Feltrinelli è un collaboratore della casa editrice che si dimette nel ’62 in polemica con l’editore. Libri di grandissimo successo pubblicati in poco tempo, Tropico del Cancro, Il Dottor Živago, il Gattopardo, ancora adesso colonne del catalogo, e in parallelo opere terzomondiste e impegnatissime, come Piccolo manuale del guerrigliero urbano o le memorie di Fidel Castro che non si faranno mai (seppur vennero pagate 25 mila dollari). Quando arrivò la notizia della morte di Che Guevara, Giangiacomo Feltrinelli che era alla fiera di Francoforte, tappezzò il suo stand con foto del comandante e pubblicò a tempo record i suoi scritti

  
“La discesa agli inferi di Adelphi” è ormai inarrestabile, “Decadere va bene, lo facciamo tutti, ma indicare nella decadenza un valore primario significa, davvero, aver perduto qualsiasi rigore intellettuale”, dice quello stesso censore che criticava Feltrinelli, della casa editrice fondata da Bazlen e Foà. Un catalogo con i “torturatori nazisti” e Nietzsche, che pubblica testi spesso scartati da Einaudi, come Il manoscritto trovato a Saragozza, che Italo Calvino si fece scappare per mancanza di una collana adatta, dopo averlo segnalato per il “motivo erotico ossessivo”. 

  
Nel ’50 apparve nella collana dei Libri Gialli The Little Sister, e Raymond Chandler si arrabbiò per le pesanti manomissioni subite, il suo agente americano scrisse a Mondadori che la traduzione era “così piena di errori da distorcere e falsare il senso dell’originale”. I Gialli fin dalla loro nascita in pieno regime, ma anche nell’Italia democristiana, continuavano a venir modificati e sistemati per non esser troppo “immorali” o scabrosi senza avvertire gli autori

     
L’editoria italiana è piena di storie e momenti come questi. Molti ce li racconta Tommaso Munari in L’Italia dei libri (Einaudi). Dieci case editrici, da Treves a Sellerio, passando per Hoepli e Laterza. E’ bello vedere come nascono le collane, chi sono le menti dietro la macchina, chi scopre gli autori, o anche come ci si fa scappare un bestseller o un futuro classico. Così come lo è stato sbirciare nel dietro le quinte di quella fabbrica di salsicce che è l’editoria in Storia confidenziale dell’editoria italiana (Marsilio) di Gian Arturo Ferrari, il Dart Fener del mondo librario. O anche con i ricordi di un altro personaggio chiave di via Biancamano, Ernesto Ferrero, scomparso l’anno scorso dopo aver pubblicato Album di Famiglia. O, ancora, con il Bobi calassiano. Con il libro di Munari, non di ricordi in prima persona ma tutto frutto di un’approfondita ricerca, abbiamo però una piccola delusione. Perché purtroppo Munari non si avvicina al presente, e avremmo invece bisogno di capire in che direzione va l’editoria italiana, cosa succede, cos’è successo negli ultimi anni, tra internet, social, serie tv celebrate come i nuovi feuilleton, acquisizioni e monopolizzazioni, crisi delle librerie ed esplosione dei manga. Forse si vuole restare nel mondo della miticizzazione – sacrosanta in molti casi – di un’epoca in cui la carta era ancora protagonista. Ma sarebbe bello vedere un esperto del genere confrontarsi con i quesiti: come si è passati dai Gettoni agli instant ebook? Come si è passati dalle celebri “riunioni del mercoledì” ai reel di Instagram con uno struzzo parlante? Cosa succederà nell’Adelphi post-calassiana? Come si è passati dalle foto del Che alle librerie bistrot?