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Le giuste domande sul clima, senza paura di essere tacciati di negazionismo
"Il climatismo è un virus ideologico che contagia destra e sinistra". "La grande bugia verde. Gli scienziati smontano, con dati reali, i dogmi dell’allarmismo climatico" di Nicola Porro
E’ in uscita il 5 giugno, per Liberilibri Editore, il nuovo libro di Nicola Porro, “La grande bugia verde. Gli scienziati smontano, con dati reali, i dogmi dell’allarmismo climatico”.
Usate questo libro, La grande bugia verde, per farvi delle domande. Vi chiediamo di esercitare il vostro spirito critico. E’ ciò che la stampa, i politici, i burocrati, gli amici al bar hanno da tempo smesso di fare sulle questioni che riguardano il clima. Gran parte dell’opinione pubblica si accontenta del caldo pasto climatico offerto da coloro che decidono. Eppure questa pietanza ha un costo elevatissimo. Non c’è campo della nostra vita che non sia contagiato dalle certezze green. Come ci spostiamo, come ci divertiamo, come mangiamo, come viviamo, come spendiamo, come ci curiamo, come cresciamo i nostri figli, tutto è condizionato da un racconto che non osiamo o non abbiamo voglia di mettere in dubbio. Le nostre industrie, soffocate dalla dittatura ESG (Environment, Social, Governance – il politicamente corretto della finanza), sono costrette a preferire ciò che sembra verde a ciò che è utile. Non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale.
Il climatismo è un virus ideologico che contagia destra e sinistra. Non c’è partito politico in Italia che non sia a favore della decarbonizzazione. Non c’è ministro che, pur cercando di limitare gli effetti pratici delle politiche ambientali estremiste, non premetta in ogni circostanza una frase di rito verde.
In questo libro abbiamo individuato alcuni totem dell’ambientalismo mondiale e li abbiamo sottoposti all’analisi scientifica di alcuni autorevoli specialisti in diversi settori. Siamo certi che il riscaldamento climatico derivi dalla quantità di CO2? E pur ammettendo che sia l’anidride carbonica la causa del calduccio, siamo certi che l’uomo sia così colpevole o che l’aumento della concentrazione di CO2 sia davvero deleterio?
Già queste domande, e ce ne sono molte altre nel libro, sono praticamente impossibili da fare nel pubblico dibattito. Il solo porsi un dubbio su queste prime due affermazioni vi darà la patente del negazionista. Ripetiamo: porsi la domanda è da negazionista. Eppure la domanda non solo è legittima, come tutte le domande scientifiche, ma la risposta non è scontata.
Il clima cambia? Sì, certo, il clima del pianeta cambia ed è sempre cambiato. Sempre, indipendentemente dalla presenza dell’uomo. E in determinate epoche, in maniera molto ma molto più radicale di quanto stia accadendo oggi (lo troverete descritto dettagliatamente). A questo punto però arrivano subito altre domande. Per quale motivo la Terra è soggetta ai cambiamenti climatici? Di chi è la colpa? Nel momento in cui si pone una domanda pensandola in termini di “colpa” la risposta risulta quasi automatica: la colpa è dell’uomo. Ma quali e quante prove ci sono a riguardo?
Diciamo subito che, di solito, viene ripetuto come un mantra che secondo la comunità scientifica non ci sono dubbi sulle responsabilità umane nel cambiamento climatico. Nessun dubbio nella comunità scientifica? Già questo dovrebbe far suonare un campanello d’allarme. Una tale, presunta, assenza di dubbi nella comunità scientifica è riassunta da un numero: 97 per cento. Il 97 per cento della comunità scientifica, viene propagandato, sarebbe d’accordo nell’affermare che l’uomo ha un impatto catastrofico sul clima. Possiamo dire subito che questa è la menzogna che sta alla base di tutte le altre menzogne. Non c’è alcun 97 per cento di consenso. E’ un dato totalmente strumentalizzato, talmente facile da confutare che solo un’assoluta ignoranza o una totale mancanza di buona fede può spacciare per vero.
La scienza non deve mai accettare dogmi, ma confrontarsi su dati e interpretazioni degli stessi. I fenomeni sono complessi, il clima è un fenomeno estremamente complesso. Chi chiede abiure, punizioni, penalità contro altri autorevoli ricercatori, colleghi, che giungono a conclusioni diverse, contrarie, rispetto alla tendenza del momento, non può essere definito un vero scienziato. Chi fa ricerca sa benissimo che la falsificazione delle teorie è la base della scienza stessa. La censura nei confronti di colleghi, paventando sanzioni, o configurando reati, basti pensare all’ignobile idea di un reato di “negazionismo climatico”, vuole impedire alla scienza di mettersi sempre in dubbio e in discussione.
Questo libro ha l’obiettivo di spiegare in modo semplice e accurato i concetti principali che determinano le dinamiche del clima e la loro specifica collocazione all’interno di diverse discipline che concorrono alla spiegazione di fenomeni complessi.
Se una teoria o un modello previsionale sul clima vengono smentiti dai dati sperimentali – ad esempio, dalle misurazioni dei satelliti – tale teoria o modello andrebbero messi da parte, cassati, e invece... Facciamo un piccolo esempio tecnico. I dati sperimentali sui ghiacci polari documentano che l’andamento delle concentrazioni atmosferiche della CO2 e del CH4 (metano), ovvero dei due principali gas serra dopo il vapore acqueo, è stato del tutto indipendente da quello della temperatura durante tutto l’Olocene, ovvero da circa 11.000 anni. I rispettivi valori sono del tutto sganciati e fuori fase: all’aumento “naturale” della CO2 e del CH4 ha corrisposto la diminuzione della temperatura globale. Inoltre, le oscillazioni delle temperature precedono, non seguono, quelle della CO2. E’ una notizia scientifica di portata colossale rispetto a quella che è la narrazione climatista dominante!
Recentemente oltre millecinquecento studiosi di primissima fascia hanno sottoscritto un manifesto che chiunque si interessi laicamente di questioni legate al clima dovrebbe tenere presente. Si tratta della World Climate Declaration. There is no climate emergency. I firmatari, curriculum alla mano, sono scienziati riconosciuti e di altissimo profilo dei principali paesi del mondo. Questa dichiarazione costituisce un memorabile atto di coraggio scientifico in questi tempi dogmatici e fideistici. Sono pochi o sono tanti questi esperti? Sicuramente sono grandi studiosi pieni di coraggio, è bene ripeterlo, perché nessuno vuole mettersi in una posizione scomoda all’interno della propria università o del proprio istituto di ricerca esponendosi a critiche, o addirittura respingendo la seduzione di finanziamenti accademici, per mettere in discussione la narrazione condivisa.
Sul clima si è detto tutto, e il contrario di tutto. Dal punto di vista del pubblico è un problema. A chi dare retta? Ci sono decine, centinaia di libri sul clima, cos’ha questo di diverso dagli altri? Abbiamo provato a fare qualcosa di diverso, dando voce a chi combatte la “battaglia sul clima” con la scienza e in prima linea. Speriamo queste voci possano essere ascoltate. In questo caso, ne va davvero del nostro futuro.