La serata di premiazione del Premio Strega 2023 - foto Ansa

al Teatro Romano di Benevento

Premio Strega 2024: ecco i sei titoli che andranno in finale

Mariarosa Mancuso

Donatella Di Pietrantonio, Chiara Valerio e gli altri: la rosa di nomi quest'anno si è fatta attendere più del previsto. Ma probabilmente i libri che ci porteremo in vacanza non saranno quelli dei finalisti

La cinquina dello Strega si fa attendere. Più del solito. E uno pensa che in fondo potrebbero darci la lista, in orario utile per un quotidiano che chiude prima degli altri, e farci lavorare tranquilli. Succede ai festival di cinema, e civilmente non rompiamo gli embarghi. E finalmente risuona “Il mio mistero è chiuso in me”, seguito dalla sigla, in diretta dal Teatro Romano di Benevento. Da lì viene il liquore Strega, prodotto dalla fabbrica Alberti. La attendiamo per dovere giornalistico, non verranno dalla cinquina i titoli da portare in vacanza. Già i dodici non davano grande soddisfazione, e non era neanche la prima volta. La presidente Melania Mazzucco sostiene che ancora risentiamo del Covid – gli scrittori, intende, ancora risentono della pandemia. Quindi non troviamo romanzi-romanzi, quelli che viene voglia di leggere sotto l’ombrellone, bensì forme ibride, autoreferenziali, dove l’autore dice “son qua”.
 

“Guardate quanta gente”, annuncia il maestro di cerimonie Stefano Coletta. E aggiunge: “Il premio è cresciuto anche come reputescion”. Sappiamo che gli aventi diritto al voto ormai sono 700, e che i libri dello Strega “vendono il 200 per cento in più” – partendo, quest’anno, da numeri davvero bassini (sono i tempi, sono i telefonini, sono le piattaforme social, si dice solitamente, anche se a sentire Stefano Coletta in Italia si legge moltissimo). Alcuni entrano in libreria e chiedono “il libro che ha vinto lo Strega”. Anni fa, Edoardo Camurri scrisse un articolo spassoso sulla scenetta di vita osservata. C’era il libro vincitore, ma non aveva la fascetta gialla “vincitore Strega”, e il cliente lo rifiutò: “Sa è per un regalo”. Le interviste agli scrittori durano come sempre un tempo infinito, per noi che vogliamo sapere i risultati. Materiale prezioso per un libro che prima o poi scriveremo. Titolo: “Come non si parla di libri – anche non avendoli letti, tecnica e pratica”. Invece tutti si ostinano a sottolineare quanto hanno letto, e apprezzato. Poi parte la domanda generica.
 

Finalmente arriva la cinquina, con i numeri. Donatella Di Pietrantonio, già vincitrice del Premio Strega Giovani, capeggia la classifica con 248 voti. Piace, piace e ancora piace, con le sue storie da sud depresso e di ragazze maltrattate: questo si intitola L’età fragile. Secondo classificato, Dario Voltolini con Invernale. La storia di un figlio, di un padre e di un dito mozzato. Ha 243 voti, potrebbe tentare il sorpasso su Di Pietrantonio pigliatutto. Terza classificata, in cinquina, Chiara Valerio. Fuori, nelle chiacchiere e nei pronostici, è vincitrice annunciata con Chi dice e chi tace, ambientato nel paese di Scauri (e relativi pettegolezzi).  Paolo Di Paolo, con Romanzo senza umani – c’è un gran lago gelato come centro di interesse – entra in cinquina con 195 voti. Pochi meno toccano a Raffaella Romagnolo con Aggiustare l’universo, presentato da Lia Levi. Sesto – la cinquina per regolamento si arricchisce con il titolo proposto da una piccola casa editrice – Tommaso Giartosio con Autobiogrammatica.

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