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pantheon letterario

La riscoperta di Goliarda Sapienza, ignorata al suo tempo e perfetta per il nostro

Giacomo Giossi

Autrice incompresa e mal pubblicata, a cento anni dalla nascita è tra le autrici più lette dai giovani. "Autobiografia delle contraddizioni" (Einaudi) e il volume "Sapienza A-Z" di Maria Rizzarelli ne tratteggiano la figura 

Autrice incompresa e mal pubblicata in vita, a cento anni dalla nascita Goliarda Sapienza gode di una fama internazionale. Il suo libro più famoso, L’arte della gioia, è un longseller  che pochi anni fa la Francia seppe recuperare portandolo per la prima volta in libreria. Per fortuna che ci sono i francesi, direbbe Woody Allen. Da allora si sono susseguite edizioni Einaudi – dopo che la prima pubblicazione integrale del 1998 fu a cura del marito Angelo Pellegrino per le edizioni Stampa Alternativa di Marcello Baraghini. Per non dire poi della serie con la regia di Valeria Golino che ha riscosso un grande apprezzamento all’ultimo festival di Cannes (sempre i francesi) e che giunge nelle sale cinematografiche con le stigma dell’evento imperdibile.

Autrice difficilmente incasellabile nel pantheon novecentesco, Sapienza appare come una figura pienamente mediterranea, pur essendo stata parte integrante di quel mondo intellettuale salottiero e radical romano che va dagli anni Sessanta fino ai primi anni Ottanta. Un gruppo ben descritto dal suo compagno di allora, Citto Maselli in “Lettera aperta ad un giornale della sera”, in cui la stessa Sapienza ha un ruolo tra i protagonisti. Tra le autrici oggi più lette dai giovani, almeno se non più di Elsa Morante o di Natalia Ginzburg, Goliarda Sapienza interpreta appieno la figura dell’autrice capace di precorrere i tempi proprio perché la sua considerata illeggibilità da parte dell’editoria del suo tempo ritrova nel nostro il terreno migliore per una considerazione che è ben oltre che letteraria, ma anche politica. Il senso di una liberazione di genere che la radicale e impetuosa istintività dell’autrice sa raccontare con una lingua tesa e aspra, ma al tempo stesso elegante quanto profondamente potente e ossessiva. Goliarda Sapienza prende a piene mani dalla sua biografia e proprio questo racconto continuo del sé che oggi Einaudi palesa raccogliendo i suoi testi in un unico volume dal titolo Autobiografia delle contraddizioni, denuncia una contemporaneità che agisce nell’ambito dell’autofiction – oggi così di gran moda –, con un’originalità fortemente irriducibile che fa di Sapienza un classico contemporaneo sotto tutti i punti di vista.

Prezioso e sempre ben curato come per tutta la serie A-Z di Electa, il volume Sapienza A-Z a cura di Maria Rizzarelli offre quel compendio rapido nello scorrere delle voci, ma fondamentale per l’accuratezza dei testi, utile a comprendere appieno il percorso culturale e creativo dell’autrice catanese. A partire proprio da quell’attorno fatto di “Amiche” prima voce che i lettori incontrano nel bellissimo e corposo volume, corredato anche da un apparato iconografico che alle foto affianca lettere e locandine di film, e tutto quell’immaginario visivo che è possibile ritrovare nelle narrazioni di Goliarda Sapienza. Il volume, ricchissimo, si offre piacevolmente a una lettura continua come un vero  racconto dell’esistenza dell’autrice: dalle parole chiave alle persone amate, dagli oggetti ai luoghi attraversati. Si vorrebbe saltabeccare da un lemma all’altro, ma alla fine vince una bramosia che fa palpitare il volume in mano  dall’inizio alla fine. Un volume che agisce con uno straordinario transfer sul lettore, perché non si pone come una banale didascalia di Goliarda Sapienza, ma come uno spazio per capire meglio – attraverso il suo corpo letterario – chi mai siamo noi oggi, tra crisi perenni e paure insondabili. Perché non è più Goliarda Sapienza a essere incompresa, ma la nostra oscura complessità che lei con estrema cura apre e dispiega. 

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