Jost Hochuli - screen dal video YouTube di Cecilia Martinez "Booktrailer. El detalle en la tipografía

Letture

Il catalogo artistico del 900 si fa seducente nella Tipobiografia di Hochuli

Giacomo Giossi

Il nuovo libro a cura di Doris Überschlag, Rupert Kalkofen e Roland Stieger, pubblicato da Ronzani per l’Italia, parla della vita di uno dei più importanti designer di libri dello scorso secolo

Tra i più importanti designer di libri del Novecento e di questo secolo, lo svizzero Jost Hochuli già autore di quello che è considerato una delle pietre miliari del design come Detail in Typography, è il protagonista all’alba dei suoi novantuno anni di un volume prezioso quanto singolare, Tipobiografia. Jost Hochuli: 60 anni di progetti, pubblicato per la cura di Doris Überschlag, Rupert Kalkofen e Roland Stieger, in coedizione da VGS di San Gallo, da Ronzani per l’Italia, dalla coreana Workroom Press di Seul e da B42 di Parigi. Un progetto la cui diffusione editoriale già ne certifica la qualità e la rilevanza. Nato a San Gallo in una Svizzera ancora acerba di grafica e design, Hochuli resterà sempre fedele al suo paese d’origine, tranne che per un anno di studi trascorso a Parigi all’École Estienne sotto la guida di Adrian Frutiger. Un’ostinazione alle proprie origini che molto dice di un lavoro quotidiano ossessivo e accurato che non dimentica mai il valore pubblico di un mestiere che ha nel suo cuore una missione politica non indifferente tanto più in anni in cui l’unico reale accesso possibile alla conoscenza erano i testi stampati.
 

Rendere i libri leggibili e godibili, chiari e seducenti è un passaggio cruciale per la cultura del secondo Novecento che innoverà fortemente la qualità estetica e tipografica dei suoi prodotti facendo dell’editoria uno dei settori più vivaci. Al punto che se ancora oggi, nonostante tutto restiamo legati a quello che spesso in maniera un po’ gringe viene definita la carta, è più per un approccio contemporaneo che per un antico sentimento di abitudine alla lettura su stampa. Il cosiddetto attaccamento al libro è infatti un fatto recente dettato da una qualità tipografica particolarmente accurata che ancora oggi primeggia su strumenti digitali quasi mai in grado di offrire una così densa esperienza di lettura. Leggere è infatti una questione non solo di occhi, ma anche di olfatto e di tatto in cui misure e materiali scelti possono divenire fondamentali per il successo di un’edizione o per il suo fallimento. Tipobiografia si sviluppa con una parte autobiografica in cui Jost Hochuli intervistato dai curatori racconta la propria vita intrecciandola ovviamente a un percorso professionale che ne rivela tutta la caparbietà sia nel scegliere una direzione precisa e spesso non facile sia nel definire un’idea estetica tipografica assolutamente originale.
 

La visione di Hochuli è quella di una professionalità artigiana e pratica che viene prima di ogni avventatezza stilistica e in parte anche teorica: “A quel tempo avevo circa 22 anni. Abbandonato il sogno di diventare un artista, ho cercato un’altra attività professionale che potesse darmi piacere e sostentamento materiale. Ho pensato dovesse essere nel campo dei caratteri, della tipografia e della progettazione dei libri”. Il volume diviene così il catalogo di un percorso professionale e artistico che attraversa letteralmente il Novecento con una capacità innovativa straordinaria, dai manifesti degli anni Sessanta fino a quelli degli anni Settanta è possibile leggere il passare di un decennio tumultuoso che puntuali segni grafici colgono alla perfezione nella sua complessità. Jost Hochuli ha ben chiaro che il suo compito è tradurre il complicato in godibile. Il piacere come senso necessario alla comprensione. Che si tratti di canti sacri, di erbari o di collezioni di bambole il principio non cambia, compresa l’edizione del 2002 de I Buddenbrook di Thomas Mann considerata uno dei suoi capolavori. Arrivando così a Tipobiografia il cui progetto grafico è ovviamente di Jost Hchuli, chiusura di un cerchio perfetto e bellissimo.

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