La celebre scena del lento in "Il tempo delle mele", film del 1980 diretto da Claude Pinoteau (via Wikipedia) 

C'È PODCAST PER TE

Podiocast, i cinque podcast da non perdere ad agosto 2024

Enrico Cicchetti

Dialoghi tra balene, due delitti, notti bianche e "bollicine" di Storia. Le migliori "cose da ascoltare" uscite (più o meno) questo mese

Vacanze cafone e yacht all'arrembaggio di calette immacolate, bollini rossi e anticicloni, treni in panne e Senne imbevibili. Ecco una lista bella fresca di cose da ascoltare che giustifica quell'insana voglia di staccare tutto, mettersi le cuffiette e trovare consolazione dalle brutture estive in un buon racconto. Senza nemmeno la fatica di sfogliare le pagine. "Se il mondo è in fiamme, racconta una storia", scrive Roberto Mercadini in Bomba atomica. E allora buon agosto e buon ascolto (e non dimenticate di passare a dare un'occhiata ai podcast del Foglio).


   

Sonar

di Nicolò Porcelluzzi per Il Post

Dove ascoltarlo  

Ci sono divulgatori più appassionanti di un romanzo d'avventura. Alcuni libri storici o scientifici possono tenerti incollato più del miglior thrillerone estivo. Perché hanno dalla loro il fatto che non sono "basati su una storia vera" ma "sono" una storia vera. Il resto sta nella capacità dell'autore. Lo abbiamo scoperto tutti, ai tempi della pandemia, con lo Spillover di David Quammen, citazione scontata. Per me nella top three ci sono anche Il sussurro del mondo di Richard Powers, Il cucchiaino scomparso di Sam Kean e Il Grande Gioco di Peter Hopkirk. Se invece che di cellulosa questa classifica fosse piena di byte e onde sonore, di certo sarebbe altissimo in classifica questo podcast appena uscito per il Post. Con i capolavori citati condivide la smania di conoscere, l'ingorda curiosità, le chicche continue. E il fatto che, nonostante spesso affronti materie che non sono del tutto semplici da spiegare, si muova dolce e leggero sul grande mare che si prefigge di attraversare. Partendo dallo studio e dalla comprensione della comunicazione delle balene, Porcelluzzi prova a capire come i suoni creino la realtà e le società, per gli animali umani e per quelli non umani. "Un documentario in forma di podcast: si ascolta, e si interroga sull’ascolto", dice. Niente male, in fondo è tutto qui. 

    

Come una marea - Il caso Franco Mastrogiovanni

di Francesca Zanni ed Enrico Bergianti per Radio 24

Dove ascoltarlo

È una storia da dimenticare / è una storia da non raccontare / è una storia un po’ complicata / è una storia sbagliata. È la storia di come si muore crocefissi a un letto in un ospedale d'Italia. Il caso è del 31 luglio 2009: storia vecchia e sbiadita. E la giustizia, bene o male, ha fatto il suo corso. Allora perché rispolverarla? Forse anche solo perché di Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) si può ancora morire. Dopo il caso raccontato in questo podcast, successe ancora ad Andrea Soldi ai primi di agosto del 2015. Neanche una settimana prima, il 30 luglio, era toccato a Mauro Guerra. L’8 giugno a Massimiliano Malzone, nel salernitano, deceduto in un servizio psichiatrico ospedaliero per un eccesso di farmaci. Ma anche a Bruno Combetto, pensionato di 64 anni, nel 2014. Poi ancora, nel 2019, a un 25enne in un ospedale di Napoli...

Questa di Zanni e Bergianti è la ricostruzione delle ultime 87 ore di Franco Mastrogiovanni, il maestro elementare che venne ricoverato nell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno. E che ne uscì in un sacco da obitorio. Per quattro giorni, è rimasto legato mani e piedi e non ha potuto muoversi, mangiare o lavarsi. Sotto l'occhio inanimato di nove videocamere di sorveglianza e soprattutto davanti a quelli di chi avrebbe invece dovuto curarlo. 

Come ogni buon prodotto di questo genere, il podcast raccoglie molte voci che ampliano la narrazione, fanno ordine tra le date e i ricordi, aggiungono profondità alla cronaca e la trasformano in analisi. Tra le altre quella dell'avvocata Caterina Mastrogiovanni, la sorella, e di Grazia Serra, la nipote del maestro elementare morto in Tso. Ci sono poi i contributi preziosi dell’avvocato Michele Capano, di giornalisti che seguirono il caso, da Luca Telese a Giuseppe Galzerano, di attivisti come Riccardo Noury di Amnesty o di Valentina Calderone, oggi garante dei detenuti di Roma che all'epoca era la direttrice di A Buon Diritto Onlus. E anche di esperti, come Giovanna Del Giudice, psichiatra presidente dell'associazione Conferenza Salute Mentale. Manca solo la risposta alla domanda che alla fine ci facciamo tutti: "Come è stato possibile?". 

  

Cenni storici per fare lo splendido

Guido Damini per OnePodcast

Dove ascoltarlo

 

Basta il trailer del nuovo podcast di Guido Damini (lo "storico da bar" che abbiamo già ascoltato nel poppissimo e irriverente Le Caporetto degli altri) per darvi l'idea di cosa siano queste gustose pillole – anzi – questi "calici" di storia. Bollicine con un goccio di didattica. Lezioni da aperitivo, croccanti e salate, per "fare fondo" e riempire cinque minuti di conversazione con (apparente) erudizione. 

Ebbene, il trailer recita così: "Hai un appuntamento ma non hai il tempo di ascoltare due ore di Barbero? Nessun problema, ogni giorno ti regaliamo una perla da giocarti per risultare colto e brillante agli occhi della tua crush".

Viva, cin-cin!

   

Insonni

di Carlotta Sisti per Chora Media

Dove ascoltarlo

  

Quante ore al massimo siete rimasti svegli? L'autrice di questo podcast, Carlotta Sisti, quel numero lo sa benissimo. La cifra è spaventosa: novantasei. Carlotta Sisti è insonne fin da piccola e ci racconta che cosa significa esserlo. Lo fa insieme a un gruppo di suoi "simili" (sì, perché l'insonnia – dice – dà la sensazione di essere diversi, mal funzionanti), dalla scrittrice Veronica Raimo al dj Populous, tutti accomunati dal tentativo di convivere con questa condizione, e con la speranza di chiudere gli occhi e addormentarsi, notte dopo notte. Che cosa succede alle persone quando le notti in bianco si susseguono, diventando patologia? A popolarle arriveranno demoni o idee geniali? Un viaggio a occhi aperti, dal tramonto all'alba, nella mente di chi non sa trovare riposo. E spesso nemmeno conforto.

Non prendetevi male, quello che state per mettere in cuffia ha tutti gli ingredienti di un ottimo podcast: intimo, appassionante, sincero. E con un sound design di qualità (al quale oramai Chora ci ha abituati).

     

Benno - L'oscurità su Bolzano

T-Podcast

Dove ascoltarlo

 

La postilla andrebbe dopo altre parole, è vero: lo dice persino la sua etimologia. Ma in questo caso partiamo con una nota a margine. Perché dà l'idea di quello che oggi si muove nel mondo del podcasting italiano e dell'interesse delle aziende nel settore. T-Podcast è la podcast factory del gruppo Triboo, società per azioni milanese che si occupa di digital transformation. Nel suo comparto media, per esempio, Triboo possiede testate online piuttosto note come Agrodolce.it, che si occupa di cucina, o Wallstreetitalia.com, dedicato al mondo della finanza. In circa tre anni, aveva pubblicato più di 400 podcast (a dire la verità, non tutti ascoltatissimi). Poi nel 2022 si è riposizionata creando il nuovo brand T-Podcast. E ora esce con questa serie. Si tratta di true crime, manco a dirlo. Nonostante l'abbondanza di offerta sul genere, ormai quasi nauseante, pare un discreto salto di qualità.

La storia: nel gennaio 2021, una coppia di Bolzano, Peter Neumair e Laura Perselli, improvvisamente smette di dare notizie di sé. Peter e Laura sono due persone comuni: insegnanti in pensione, con due figli già grandi. Benno, il primogenito, da qualche tempo vive nella loro casa di via Castel Roncolo, ma non sa dare nessuna spiegazione della misteriosa scomparsa. Che presto si rivela per ciò che è davvero: un omicidio brutale. La narrazione è affidata a Lapo De Carlo, direttore radiofonico di Radio Nerazzurra e Linterista.it (sempre roba di Triboo, che per ora gioca in casa). Ma il valore aggiunto è dato dal racconto delle indagini fatto con estratti audio del processo davvero inquietanti e con le testimonianze dei familiari, in particolare di Madé, la figlia della coppia scomparsa.

La cosa migliore? La domanda sottesa al caso: "Bad or mad? Cosa distingue il male dalla follia?"

  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti