Anniversari
Amici a sinistra. L'egemonia culturale della destra passa per la casa del pittore comunista Zigaina
Il Friuli Venezia Giulia inaugura per il centenario della nascita dell'artista la seconda casa-museo della regione dopo quella dedicata a Pier Paolo Pasolini. Il vicepresidente Mario Anzil: "Fra i compiti della politica c'è soprattutto quello di creare luoghi migliori sia per gli abitanti sia per chi viene a visitarci”
La regione Friuli Venezia Giulia ha da poco acquisito la casa del pittore Giuseppe Zigaina a Cervignano del Friuli, un complesso che unisce i diversi immobili e lo splendido parco, e ricevuto in comodato il prezioso archivio che comprende lettere, documenti, opere d’arte e una ricca biblioteca. Nato cento anni fa, Zigaina è stato un amico intimo di Pier Paolo Pasolini che gli ha dedicato diversi testi e poesie in Le ceneri di Gramsci, un seguace del realismo di Renato Guttuso e un fervente comunista. A Cervignano peraltro sono presenti altre opere rilevanti di architettura moderna: Villa Bortolotto (1952) di Angelo Masieri, allievo di Bruno Zevi e Frank Lloyd Wright, e le case Fattor e Vidal (1963) di Costantino Dardi, concittadino e amico di Zigaina.
Il pittore però nel 1954 scelse Giancarlo De Carlo come progettista, conosciuto alla Triennale del 1954, mentre Dardi era ancora all’università. Terminata nel 1958, la casa è un unicum perché De Carlo in tutta la sua carriera ha realizzato solo due residenze private (l’altra è Ca’ Romanino a Urbino per il filosofo e assessore del Pci Livio Sichirollo) e perché testimonia una relazione dialettica tra un architetto e un pittore. Quest’ultimo ad esempio ha preteso di isolare i singoli ambienti dell’abitazione, riuniti soltanto dal tetto a falde. In quella che Zigaina chiamava l’osteria, destinata agli amici, c’è un fogolâr furlan (un caratteristico camino centrale, massimo simbolo friulano) e naturalmente lo studio dove isolarsi per lavorare e leggere i suoi libri non solo d’arte, ma anche di anatomia e testi religiosi. Nel 1970 Pasolini scrisse che “Nella bellissima casa di Zigaina sul verde prato di Cervignano si bevono vini meravigliosi e si vive un’ospitalità sinceramente, profondamente carezzevole: ma il suo studio è come un piccolo campo di concentramento, con tutte le atrocità di un Io che si dibatte, sotto la carezzevole crosta degli olii, la cui superficie esprime la stessa sensibilità ridente e affettuosa che pervade l’intera vita di Zigaina”.
L’acquisizione in occasione del centenario arricchisce così il Friuli Venezia Giulia di una seconda casa-museo oltre a quella della madre di Pasolini a Casarsa della Delizia, dove ha sede la Fondazione omonima. Tutto è stato facilitato dal fatto che Mario Anzil, vicepresidente della Regione guidata dal presidente Fedriga nel suo secondo mandato, è anche assessore alla cultura un po’ come Veltroni ai tempi del primo governo Prodi. Ex di Msi e An, ora in FdI, Anzil è stato a lungo sindaco del comune di Rivignano che ha guidato alla fusione con quello di Teor. “La nostra intenzione è quella di creare una costellazione, di mettere cioè in dialogo cioè in rete le case di Pasolini e Zigaina, aprendole agli studiosi e offrendole per cenacoli intellettuali, magari aggiungendo altri tasselli futuri come uno spazio dedicato ai fratelli udinesi Mirko, Afro e Dino Basaldella. Penso che fra i compiti della politica ci sia infatti soprattutto quello di creare luoghi migliori sia per gli abitanti sia per chi viene a visitarci”.
C’è il precedente della Costa Azzurra, dove molti pittori fra Otto e Novecento fuggivano dalla pesante aria parigina per curare i propri polmoni prendendo residenza intorno a Nizza approfittando così del microclima. Oggi le case di Chagall, Matisse, Renoir, Picasso e altri sono diventati altrettanti musei, case d’artista, un modello non molto diffuso in Italia dove prevalgono quelle di personaggi storici come Garibaldi o D’Annunzio. Il Friuli Venezia Giulia può riservare qualche sorpresa perché in generale ancora poco battuta, “noi abbiamo una cultura di frontiera” prosegue Anzil “che è oltremodo polifonica così come il nostro territorio è policentrico. La destra proteggendo le identità locali e guardando con simpatia alle culture vicine, può promuovere un clima di rispetto reciproco soprattutto grazie all’azione culturale”. Il Friuli Venezia Giulia in effetti è plurale già dal nome e ospita da sempre varie minoranze linguistiche (slovena, germanica) con sfumature interne (veneti orientali, bisiachi, carnici, giuliani) senza contare gli ex profughi istriani, fiumani, dalmati e quelli da immigrazioni più recenti. Il prossimo anno la capitale della cultura europea sarà doppia, non a caso: Gorizia e Nova Gorica, dove il muro costruito dalla Guerra fredda che un tempo le divideva ora al contrario le unisce.