il personaggio
Luca, il libraio che sfida la crisi in sella a una bicicletta
Undici anni fa, Luca Ambrogio Santini è stato costretto per ragioni economiche a chiudere il suo negozio. Ora percorre Milano in bici e consegna i libri a domicilio, oltre a frequentare presentazioni, spettacoli, mostre. Organizza eventi nelle scuole. E la gente lo segue. Ai titolari delle librerie indipendenti in difficoltà dice di uscire e andare fra la gente. Anche nelle periferie
"Librerie itineranti ce ne sono pochissime, di libreria a pedali ci sono solo io". Così Luca Ambrogio Santini presenta "Libri sotto casa", la sua creatura: una libreria di pochissimi metri quadri che viaggia sulle ruote di una bicicletta. "Ero un libraio tradizionale - ricorda -, ma undici anni fa ho dovuto chiudere il mio negozio per motivi economici". E allora Santini ha trovato quello che definisce un escamotage per continuare a fare questo mestiere che gli piace tantissimo. Ora percorre le vie di Milano, portando i volumi a domicilio o lasciandoli nei negozi di vicinato più comodi per il cliente: "Devo essere più veloce di Amazon". E spesso (ci riferisce ciò che alcuni dicono di lui) ci riesce. Ma non è solo questo.
La gente, ci confida, è contenta di ricevere i libri non da un postino, ma da un libraio, con cui si possono scambiare quattro chiacchiere: sui libri e non solo. Luca lo si trova spesso a eventi, presentazioni, concerti, spettacoli teatrali, mostre; e anche nelle scuole, dove organizza delle "settimane del libro". "Le librerie indipendenti stanno vivendo un bruttissimo periodo", ci spiega ancora Luca, che è presidente della Lim, l'associazione delle librerie indipendenti di Milano. E se la stanno vedendo brutta sia per la concorrenza dell'online, sia perché sono stati tagliati alcuni finanziamenti e agevolazioni pubblici. Forse, però, è giunto anche per le librerie il momento di reinventarsi. Il parere di Santini? Bisogna uscire dai negozi. "I clienti difficilmente li riesci a catturare stando fermo alla scrivania". Bisogna avere delle relazioni con il territorio, continua: con le associazioni. Ma pure con la gente che in libreria ci va poco. E poi andare anche nelle periferie. Dove le librerie, e spesso le biblioteche, non esistono neppure.