A Roma

Giustizia (fatta) per Agrippa

Giuseppe Fantasia

Nella Sala degli Arazzi dei Musei Capitolini viene esposto per la prima volta un ritratto del figlio adottivo di Augusto della Fondazione Sorgente Group che si aggiunge ai due già esistenti

Tre ritratti, tre volti per fare "giustizia" a una sola persona non molto capita al suo tempo: Agrippa Postumo (12 a. C. - 14 d. C.). Figlio di Agrippa e di Giulia, figlia di Augusto, fu adottato da quest’ultimo insieme a Tiberio nel 4 d. C., ma poi, per volontà di Livia, fu confinato a Sorrento e a Pianosa. Poco prima di morire, Augusto si era riconciliato con lui, e per questo Livia, subito dopo la morte dell'imperatore, lo fece uccidere, timorosa che potesse ostacolare l'ascesa all'impero di Tiberio.

Fino al 27 aprile del prossimo anno, dunque, ai Musei Capitolini, accanto a un ritratto di Agrippa Postumo proveniente dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze e a un altro delle Collezioni Capitoline, ne troverete un terzo della Fondazione SorgenteGroup. Tre ritratti che ci riportano alle vicende della storia dell’Impero Romano quando proprio dopo il 4 secolo d.C. si susseguirono tutta una serie di lutti per la morte precoce dei successori designati a prendere il posto del principe Augusto. Per primo morì Marcello, figlio di sua sorella, poi morirono Lucio e Gaio Cesare.

Tragedie che costrinsero l’imperatore a rivedere la sua linea di successione adottando, come ricordato, Tiberio Claudio Nerone, figlio di primo letto della moglie Livia e il ‘nostro’ Agrippa Postumo, l’ultimo dei cinque figli di Marco Vipsani Agrippa, il più grande collaboratore di Augusto e di sua figlia Giulia. “La scelta di Tiberio – scrive Alessandra Valentini nel suo saggio L’erede mancato: Agrippa Posumo e la successione di Augusto (Patron Editore) – fu  una soluzione fortemente sbilanciata sul piano politico poiché Tiberio aveva quarantasei anni e poteva vantare una prestigiosa carriera politica e militare, mentre Agrippa, di trent’anni più giovane rispetto al nuovo fratellastro, non aveva alcuna esperienza politica”.

Inoltre la concessione a Tiberio di importanti prerogative, lo rendevano di fatto un collega e un collaboratore di Augusto, il contrario esatto di Agrippa Postumo. Quest’ultimo, comunque, in quanto figlio adottivo del principe, fu posto, suo malgrado, al centro della scena politica dell’epoca, “divenendo – aggiunge la professoressa – un punto di riferimento politico di coloro che avevano supportato il gruppo dei Giuli che lo trasformarono in uno strumento per garantire l’affermazione della loro visione politica e promuovere delle proprie carriere magistratuali”. “Fu in quel momento (5-9 d.C.) – continua a spiegarci l’autrice - che nella tradizione antica si viene a costruire un ritratto negativo del giovane, rappresentato come selvaggio, arrogante, folle, imprevedibile e subordinato, caratteristiche a lui attribuite in ottica di delegittimarne l’azione politica”.

Da qui il suo allontanamento da Roma e l’inizio della sua fine. A distanza di secoli, arriva per lui una ‘consolazione’, se così si può definire, grazie proprio a questa nuova esposizione curata da Laura Buccino, Eugenio La Rocca e Valentina Nicolucci. Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Fondazione Sorgente Group e il sostegno del Gruppo Sorgente e Condotte 1880, offre al pubblico la possibilità di ammirare tutte e tre insieme le repliche migliori conservate di un tipo di ritratto che la critica attribuisce ad Agrippa Postumo. Entusiasti, Valter e Paola Mainetti, rispettivamente Presidente e Vice-Presidente della Fondazione Sorgente Group, proprietari di un’importante collezione archeologica una parte della quale riguarda proprio la ritrattistica dei protagonisti della gens giulio claudia, in modo particolare degli eredi designati da Augusto alla sua successione imperiale. In questo caso, i magnifici tre hanno dei tratti inconfondibili che non possono non far pensare che a lui: ad Agrippa Postumo, il ragazzo dallo sguardo torvo, il non amato, l’incompreso che oggi ha finalmente avuto la sua rivincita.

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