Che libri (non) regalare a Natale. I consigli di cinque librai milanesi
Evitate gli acquisti casuali, dettati magari dal battage pubblicitario, e certa saggistica “trita e ritrita”. Occhio a non lasciarvi stregare dai “libri seriali” pubblicati con cadenza annuale dai vip. Nel dubbio, rivolgersi al libraio
“I libri non provocano allergie, non fanno ingrassare, e soprattutto aiutano a intessere le relazioni”. Sono le ottime ragioni per regalare un libro che ci ha elencato, come premessa, Elisabetta Pacillo, titolare della libreria Hellisbook, una dei cinque librai milanesi che abbiamo intervistato in questi giorni prefestivi. Che i libri siano uno dei doni più scambiati, forse anche per il loro prezzo mediamente contenuto, è un fatto, attestato ogni anno dalle statistiche. Ma ai nostri librai ci siamo presentati con una domanda diversa: “Che libri non regalare a Natale?”. Vale a dire: che genere di acquisto evitare per non ritrovarci, nel momento in cui i regali vengono scartati, davanti a smorfie imbarazzate o raggelati sorrisi?
Luca Ambrogio Santini di Librisottocasa, la libreria itinerante su due ruote da lui inventata nel 2015, va dritto al punto. “Non bisognerebbe regalare i libri brutti”. Ok. “Ma come si fa a capire quando un libro è brutto?” si domanda lo stesso Santini. E si dà la risposta più logica: “Bisognerebbe averlo letto”. E qui l’affare si complica. “Se purtroppo non si può leggere tutto - ipotizza Santini - ...e poi non si conoscono bene i gusti della persona che deve ricevere il regalo…”. Eh, a quel punto che si fa? “Bisogna affidarsi a un libraio”.
Secondo Pacillo (Hellisbook), “Non c’è un libro sbagliato, c’è un libro casuale”. Un libro comprato solo “perché magari c'è la pila sul tavolo… Oppure il libro di grido, più pubblicizzato”. Ed è una scelta che magari, prosegue Pacillo, “può andare bene alcune volte, ma sulla lunga distanza non premia”. Perché un libro scelto a caso “un po’ si percepisce”.
Per Luca Allodi, di Tempo Ritrovato Libri, bisogna stare attenti ai “libri seriali, chiamiamoli così”. Di che si tratta? Dei libri di autori che fanno capolino sugli scaffali a ogni Natale. E quindi “c’è il giornalista che ogni anno a Natale scrive un libro, c’è il presentatore televisivo che ogni anno scrive un libro… e sono i più richiesti”. Anche perché sono quelli a cui è tributato più spazio sui media. Mentre invece, prosegue Allodi, “bisognerebbe affidarsi al libraio, dando delle coordinate che possono essere utili nell’identificare il regalo giusto… Anche a volte cercando di andare al di là delle letture più scontate”.
“A Natale si possono regalare tutti i libri del mondo, ma anche nessuno”, premette Pietro Linzalone, socio lavoratore della libreria Il Trittico. “La differenza - spiega - immagino la faccia il desiderio di regalare un libro” Se si ha un dubbio in tal senso, “non dico sia meglio non entrare in libreria, ma quantomeno affidarsi a una libraia o a un libraio”.
“Cerco sempre di evitare di proporre il déjà vu che si può trovare nella grande distribuzione o nelle grandi librerie“, ci dice Ivano Grammatica, collaboratore presso la libreria Il Domani. “Ma c’è un genere di libro da evitare per queste feste?”, insistiamo. Grammatica sospira. “Un certo tipo di saggistica trita e ritrita… ma non posso fare nomi, qua”.
Ai nostri librai abbiamo anche chiesto qualche consiglio in positivo, su come individuare un libro che non finisca a prendere polvere su uno scaffale o sotto la gamba di un tavolo. Sintetizziamo brevemente. C’è l’invito a informarsi prima sui gusti della persona a cui il libro verrà regalato; quello di donare libri che abbiamo letto e che ci sono piaciuti; e c’è un “osare, osare!” che viene da Linzalone di Il Trittico. Ma soprattutto prevale un “affidatevi al libraio”.
Se a questo punto della lettura state pensando che i nostri librai non si sono poi sbottonati più di tanto, sappiate che noi ci abbiamo provato. Ma, come esiste la ragion di Stato, esiste la ragion di libreria. Qualche dritta, però, la abbiamo portata a casa. E abbiamo avuto la conferma che lì fuori è pieno di librai che hanno una gran voglia di parlare con i clienti. Provateci. È probabile che con voi, senza videocamere e microfoni di torno, si lascino andare più di quanto abbiano fatto con noi.