È morto il critico e saggista Walter Pedullà

Aveva 94 anni. Intellettuale militante di cultura socialista, è stato anche presidente della Rai

Walter Pedullà è morto nella sua casa romana, all'età di 94 anni, nella serata del 26 dicembre, al termine di una lunga malattia legata al morbo di Parkinson. Pedullà è stato una figura di spicco della storia e critica letteraria italiana, intellettuale militante di cultura socialista e a lungo nel consiglio di amministrazione della Rai, di cui è stato anche presidente dal febbraio 1992 al luglio 1993, A dare notizia della sua morte sui social lo scrittore Andrea Di Consoli. "Oggi dico addio a un pezzo della mia vita giovanile. Dico addio a un Maestro. A una Guida straordinaria. A una Intelligenza superiore. Gabriele, il figlio, mi ha appena detto che è morto Walter Pedullà. Per me è un giorno tristissimo. Vi prego di non dimenticarlo mai e di leggere le sue opere. Addio, professore. E mi scusi se non sono mai riuscito a darle del 'tu' come mi chiedeva sempre", ha scritto Di Consoli su Facebook.

Calabrese di origini modeste, trapiantato a Roma, socialista di sinistra, docente universitario, presidente per qualche tempo della Rai e del Teatro di Roma (al 1995 al 2001), Pedullà è stato soprattutto un critico letterario innamorato del Novecento italiano più funambolico e dissacrante (Palazzeschi e Savinio, Gadda e Stefano D’Arrigo, Pagliarani e Malerba). Dal 1958 ha insegnato letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università "La Sapienza", dove per otto anni è stato assistente del suo maestro e poi suo successore nella stessa cattedra. Era professore emerito dal 2005, giornalista professionista dal 1962, è stato critico letterario del quotidiano "L'Avanti!" dal 1961 al 1993, collaborando in seguito con "Il Messaggero", "L'Unità", "Italia Oggi" e "Il Mattino". Ha anche diretto due riviste da lui fondate nel 2000: "Il Caffè illustrato" e "L'illuminista". Con Elio Pagliarani, Luigi Malerba, Giorgio Manganelli e Angelo Guglielmi tra i fondatori della Cooperativa Scrittori, della quale è stato vicepresidente. Ha diretto la casa editrice Lerici. Ha vinto tra gli altri i premi Vittorini, Borgese, Giusti, Locri, Melfi, Adelphi, Regium Juli, Siderno, Cortina, Montesilvano. È stato nominato Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana per meriti culturali. Nel 2011 ha pubblicato la sua autobiografia letteraria e di critica militante "Giro di vita. Autobiografia di un intellettuale", mentre nel 2020 ha dato alle stampe "Il pallone di stoffa. Memorie di un nonagenario" - per il quale ha ricevuto il premio speciale di letteratura in occasione dei Premi Flaiano 2021 - che raccontavamo qui.

   

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