Chiacchiere da cenone

I partiti ci vogliono politicanti a tavola: ecco cosa raccontare per spegnere i bollenti spiriti

Camillo Langone

Vino e vacanze, gli argomenti migliori per non parlare di politica al cenone. Contro il vademecum del Pd “per sopravvivere ai parenti di destra”

Per essere sicuri di sopravvivere al cenone non bisogna partecipare al cenone, è questo il metodo perfetto che ho messo in pratica tante volte, cena normale e a letto presto e il primo giorno dell’anno ci si sveglia riposati, senza mal di testa, bocca impastata, bruciore di stomaco. Ma la gente non rinuncia a imbrancarsi, ad affollarsi intorno a un tavolo per mangiare male e bere peggio, rischiando di litigare. Ecco dunque il maligno vademecum Pd su come aizzare la tavolata fra il salmone e lo zampone: “Qualche spunto per sopravvivere a parenti un po’ di destra”. I Fratelli d’Italia hanno prontamente reagito con un controvademecum per rintuzzare i convitati antimeloniani. Su clima, sanità, immigrati, gender, temi che renderebbero indigeribile un riso in bianco. Per uscire dall’ottuso dualismo sinistra/destra ci voleva Gianfranco Rotondi: “Chi crede nel Natale non fa politica a tavola”. Oh gran saggezza dei democristiani antiqui! Nemmeno a Capodanno e all’Epifania, aggiungo io che attingo alla buona cara vecchia educazione secondo la quale a tavola non si parla di politica, non si parla di sesso, non si parla di soldi, non si parla di salute, non si parla di nulla che possa risultare problematico e gastritico.

  
Ma come gli è venuto in mente a quelli del Pd di ridicolizzare un rito sociale? E’ più forte di loro, sono dei dissacratori, anche a costo di perdere altri voti. Quanti italiani sentono il bisogno di trasformare in rissa, sebbene solo dialettica, una cena con amici o famigliari? Giusto quattro fanatici democratici, malati di saccenza, afflitti da un immotivato complesso di superiorità che qui si mostra dando ai parenti “un po’ di destra” le fattezze di certi personaggi di Harry Potter chiamati babbani, e fra babbani e babbioni il passo è breve e insomma chi non è di sinistra sarebbe un sorpassato.

   
Non è proprio il caso di analizzare contestazioni e confutazioni, in Italia (solo in Italia?) la politica è partitica e la politica partitica è tifo. Non esistono argomenti capaci di convincere un romanista a diventare laziale o viceversa. La logica non può nulla contro l’irrazionale, chi è convinto che un presidente del Consiglio possa modificare il clima ossia temperatura, umidità, pressione atmosferica, intensità della radiazione solare, precipitazioni, nuvolosità, vento, è precipitato nel pozzo del pensiero magico e per estrarlo da lì non so se basterebbe un esorcista. Lasciate quindi perdere gli stratagemmi “per ottenere ragione” di Schopenhauer, filosofo iracondo che qualcuno ha stoltamente tirato in ballo. L’obiettivo non dev’essere l’ottenere ragione ma l’ottenere sbadigli: bisogna parlare di vino. “Wine is boring”, dicono in America, ed è il suo bello. Il vino è noioso ovvero tranquillizzante. Se fra primo e secondo un parente nemico della patria osa evocare i cosiddetti centri migranti d’Albania bisogna riempirgli velocemente il bicchiere e seppellirlo con un discorso su vitigni, fermentazioni, filtrazioni. Nessuno ne sa niente, nemmeno coloro che hanno fatto il corso da sommelier, da roteatore di bicchiere. Io parlo spesso di lieviti indigeni, di rifermentazioni in bottiglia, e ogni volta annoio come la prima volta. 

   
Può darsi che nemmeno l’amico lettore sappia molto di vino e non sia in grado di attuare tale tattica. E allora non esiti a introdurre l’argomento vacanze: dove sei stato in vacanza? Dove andrai in vacanza? Tutti saranno felici di parlare di voli, alberghi, agenzie, spiagge, musei, montagne… Non ho mai fatto un giorno di vacanza in vita mia e prego di proseguire così fino alla fine, e però sentir parlare di soggiorni blandamente, serialmente esotici mi induce un piacevole torpore. Credo sia un effetto comune, le vacanze altrui rilassano più delle proprie. E se invece queste semplici istruzioni non vi bastano, se ancora non vi sentite tranquilli, evitate la polemica ab origine. Se il metodo più sicuro per sopravvivere al cenone è non partecipare ad alcun cenone, quasi altrettanto valido è il metodo di circondarsi di democristiani: difficile litigare con Rotondi, impossibile litigare con Casini, il commensale ideale.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).