Il caso
Sally Mann censurata in Texas
Quando la politica cavalca il moralismo bigotto finisce che innocenti foto di nudo siano prese per pedopornografia. Ma non si può chiedere alla fotografia e all'arte di essere accomodante
Tremate, tremate, le streghe son tornate! Indignazioni pruriginose, inchiesta giornalistica, cavalcata della politica e conseguente intervento delle autorità. Spesso funziona così, ed è successo di nuovo in Texas, dove è stata sequestrata una serie di fotografie di Sally Mann in mostra.
Sally Mann (1951) è una fotografa statunitense che ha sviluppato negli anni uno stile distintivo, caratterizzato da un romanticismo rétro fatto di immagini in bianco nero, scattate con una vecchia macchina 8x10 e stampate con l’antica tecnica del collodio umido. Scelte non feticiste né espressioni di un anacronistico luddismo, ma strumentali a una ricerca fotografica in bilico tra il documento e il sogno. Nata in Virginia, dove vive in una fattoria immersa in una sorta di elogio della vita di una volta, Mann fa della sua biografia la voce narrante delle sue immagini.
Quindi paesaggi del sud abitati da fantasmi, palazzi in rovina, campi di battaglia della Guerra di secessione, luoghi avvolti nel mistero e posti dove avvennero efferati omicidi. Mann fotografa ciò che ha intorno e sottomano, inclusi i suoi tre figli sin da quand’erano piccoli, ripresi in una sorta di diario di famiglia e quindi a volte nudi, a volte no, in situazioni di ordinaria quotidianità bucolica. Nel 2001, il Time magazine la nomina “America’s Best Photographer”.
La mostra collettiva Diaries of Home, presso il Modern Museum di Forth Worth (splendido edificio progettato da Tadao Ando di fronte all’iconico Kimbell di Louis Kahn, da vedere), raccoglie 13 artiste che esplorano i concetti di famiglia, comunità e casa. Mann viene invitata a presentare una serie di fotografie tratte dalla serie Immediate Family, una delle quali mostra una ragazzina non vestita in piedi su un tavolo da picnic e un’altra presenta la vista frontale del corpo nudo di un ragazzino. Immagini dalle fattezze rétro, stilizzate ma non ammiccanti né provocatorie, che mostrano i suoi figli in quello che da diario personale trascende in un album di (possibili) ricordi collettivi.
Stimolato da un certo bigottismo moralista, che gode sempre di ottima salute negli Stati Uniti, il Dallas Express, un fu giornale progressista che ora fa parte di Metric Media News, una rete di organi di informazione locale che ha legami con i fondatori del movimento politico Tea Party, scrive tre articoli-denuncia chiedendosi se il museo intende promuovere la pedopornografia,
Moralismo del cittadino, scandalo del giornale, opportunismo della politica e intervento delle forze dell’ordine che sequestrano. “Ci sono immagini in mostra che sono grossolanamente inappropriate. Dovrebbero essere tolte immediatamente. I bambini devono essere protetti e la decenza deve prevalere”, ha dichiarato il giudice della contea di Tarrant, Tim O’Hare che ha presentato denuncia chiedendo un’indagine penale. “I nostri meravigliosi musei dovrebbero promuovere l’eccellenza invece della perversione radicale”, ha dichiarato il presidente del Partito repubblicano della Contea di Tarrant, Bo French.
Un altro repubblicano, il rappresentante eletto per il Distretto 91 della Camera David Lowe, ha affermato: “E’ fondamentale che il nostro quadro giuridico non lasci spazio ai predatori che abusano del regno dell’arte per mostrare nudità infantili”. Sebbene il museo avverta che la mostra include “temi maturi che possono essere sensibili per alcuni spettatori”, sebbene queste stesse opere di Mann siano state ampiamente pubblicate ed esposte per più di 30 anni nelle principali istituzioni culturali, è fantastico notare quanto le immagini suscitino paura nella mente di chi le guarda, malgrado gli argomenti non siano rispetto alla propria sensibilità ma sempre in difesa di terzi.
Casi simili ritornano regolarmente come atti censori dove spesso a essere colpita è la fotografia come possibile documento testimone di fatti, “Troppo spesso la nudità, anche quella dei bambini, viene scambiata per sessualità e le immagini vengono scambiate per azioni”, ha affermato Mann. Una mostra di Robert Mapplethorpe, per esempio, fu censurata nel 1990 dalla Corcoran Gallery di Washington e sue fotografie sono state censurate recentemente in Portogallo: vista la tendenza a come viene percepita l’arte, ci saranno sempre più casi simili. L’arte invita a riflettere, non necessariamente ti mette a tuo agio. Molti, troppi pensano che esista esclusivamente per esprimere “il bello”.
Per il bello ci sono i tramonti, situazioni che ci colpiscono per la loro semplicità o intensità emotiva e tutta l’industria dell’intrattenimento. Se all’opera d’arte viene chiesto di essere accomodante, di essere sottomessa, di essere utile, di rispondere a richieste, di essere subordinata, allora l’artista è nei guai. L’arte è come la scienza: non progredisce con il consenso del pubblico.