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Un autentico tesoro

Un ricordo-omaggio e un progetto per il futuro: Bortolotto profeta in patria 

Alberto Mattioli

Quasi novemila “pezzi” fra libri, spartiti e partiture, ma probabilmente i volumi “fisici” sono anche più numerosi. Ha trovato casa a Pordenone la biblioteca del grande musicologo, a cui sarà dedicato anche il Centro di ricerca musicale che sorgerà a Villa Cattaneo

E i libri, le lettere, gli appunti, le partiture, le carte? Quando i Grandi se ne vanno, resta il problema di cosa farne. La destinazione “pubblica” è sempre rischiosa, il risultato può essere, anzi di solito è, l’ammuffimento nel sottoscala o la sparizione nella soffitta, accompagnati dalle inevitabili indignazioni e dagli abituali lamenti: mancano i soldi, gli spazi, gli addetti, talvolta la buona volontà. Chi lascia all’istituzione lo fa a suo rischio e pericolo, e soprattutto a quello degli studiosi. Quando le partiture di Claudio Abbado finirono a Berlino, fu sciocco biasimare la scelta: oggi sono consultabili online, e probabilmente se fossero rimaste nell’ingrata patria marcirebbero ancora in qualche scatolone, in attesa del compimento dell’iter burocratico, del nulla osta di Pinco e delle provvidenze richieste a Pallino. 

Capita invece alle volte che le cose vadano diversamente. La lieta novella arriva da Pordenone, riportata dal Messaggero Veneto: la biblioteca di Mario Bortolotto ha trovato casa, sarà consultabile dal vivo per gli studiosi e il suo catalogo è già in grandissima parte online. Bortolotto era tecnicamente un musicologo e uno storico della musica. Ma in realtà è stato uno dei più colti, profondi, originali e anticonformisti intellettuali italiani del secondo Novecento, curiosamente laureato prima in Medicina e poi in Lettere, per decenni ordinario alla Sapienza, a lungo prestigiosissimo collaboratore del giornale che state tenendo in mano, autore di saggi ardui e vertiginosi, raffinatissimi e spiazzanti come un ottovolante intellettuale come l’ancora fondamentale Introduzione al Lied romantico (del ‘62, ma non ha preso una ruga), Consacrazione della casa, Dopo una battaglia, Est dell’Oriente, Wagner l’oscuro fino al postumo Il viandante musicale: saggi e cronache disperse (e si sono citati soltanto i primi di cui si è avuta grata memoria; tutti, ovviamente, editi da Adelphi). Morendo nel 2017 a Roma, Bortolotto lasciò i suoi libri a Pordenone, dov’era nato nel 1927. Il Fondo fu acquisito dalla Biblioteca civica nel ’22 e lì è stato catalogato e sistemato sulla base di un elenco arrivato insieme ai libri, che quindi rispecchia la collocazione voluta dallo stesso Bortolotto, ed è consultabile su appuntamento. Da mercoledì, oltre settemila titoli sono presenti sul catalogo online (per consultarlo, cliccare www.biblioest.it). L’intero Fondo Bortolotto comprende quasi novemila “pezzi” fra libri, spartiti e partiture, ma probabilmente i volumi “fisici” sono anche più numerosi, perché ci sono anche intere enciclopedie: un autentico tesoro

E’ decisamente insolito che una città italiana ricordi degnamente l' enfant du pays che le ha reso onore. Fondo a parte, da Pordenone arriva anche un’altra notizia. Al professor Bortolotto sarà infatti dedicato il Centro di ricerca musicale che sorgerà a Villa Cattaneo, magnifica struttura secentesca oggi già sede di una struttura dedicata alle giovani start up e alle imprese culturali e creative del territorio, chiamato, duole dirlo, “Polo Young”. L’ha annunciato il vicesindaco reggente, Alberto Parigi (il sindaco titolare è diventato deputato europeo, le elezioni per eleggere il successore sono imminenti): “La catalogazione del Fondo non è l’unica operazione che il Comune ha messo in atto per rendere onore al nostro eminente concittadino. Abbiamo infatti in cantiere il grande progetto che riguarda Villa Cattaneo. Ne faremo un Centro di ricerca, produzione, catalogazione e archiviazione musicale, con la partecipazione del Conservatorio Jacopo Tomadini di Udine, delle Giornate del Cinema muto e di altri soggetti. Il Centro sarà intitolato appunto a Mario Bortolotto”. Il rilancio della Villa è in effetti uno dei progetti principali nel dossier della candidatura di Pordenone a capitale italiana della Cultura nel 2027. Bortolotto uno e due, profeta in patria, con un ricordo-omaggio ma anche un progetto sul futuro. Come insomma dovrebbe essere la cultura, quella vera. 
 

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