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L'ascesa del nulla

“Chi sostiene l'occidente oggi è visto come un reazionario”. Intervista alla filosofa Delsol

Giulio Meotti

“Non facciamo che denigrarci, una depressione di civiltà”. Parla la pensatrice francese cattolica che ha fondato l’Istituto Hannah Arendt nel 1993, membro dell’Accademia di scienze morali e politiche

“La bomba non è nella strada: è nella testa”, scrive la filosofa Chantal Delsol in “Insurrection des particulieres”, il suo ultimo libro, in cui esamina l’ascesa del nulla nella cultura. La moralità dei diritti umani ha segato il ramo su cui era seduta. Come possiamo lamentarci di un mondo abbandonato alla sola forza, al relativismo e alla menzogna, quando noi stessi abbiamo decostruito ogni possibilità della verità? Delsol è la più nota pensatrice francese cattolica, ha fondato l’Istituto Hannah Arendt nel 1993 ed è membro dell’Accademia di scienze morali e politiche, la “cupola” della cultura francese. 

“Non è più possibile sostenere le ragioni dell’occidente senza essere considerati reazionari” dice Delsol al Foglio. “Va di moda denigrare la nostra cultura. L’occidente è in preda a una crisi esistenziale dopo il XX secolo e si sta mettendo in discussione. E’ una sorta di depressione, dopo il secolo della Shoah e dei gulag, Hiroshima, la sconfitta delle utopie e il crollo del cristianesimo. Chi difende i principi occidentali è facilmente accusato di difendere i crimini dell’occidente. Diciamo che la cultura occidentale si trova nella posizione dell’egemone appena sconfitto: allora tutti coloro (e sono tanti) che l’hanno odiata per il suo dominio le piombano addosso e la riempiono di insulti. Ha difficoltà a difendersi, perché il suo dominio ha prodotto anche eccessi indifendibili (almeno questo è il mio punto di vista). Ma la retorica dell’ex dominato arriva a negare verità storiche fondamentali, come il fatto che l’Europa ha inventato le scienze, è stata la prima a conoscere il mondo o ha concepito le libertà politiche e la democrazia. In altre parole, ci ritroviamo travolti da un tale discorso di odio che nessuna affermazione storica è più possibile”. 

Quando uno storico di rango, Olivier Pétré-Grenouilleau, ha scritto “La Traite des Noirs”, in cui spiega che “il numero degli schiavi cristiani razziati dai musulmani supera quello degli africani deportati nelle Americhe”, è stato distrutto. “Aveva descritto la schiavitù in varie culture nei secoli precedenti, ma è stato bandito dalla comunità scientifica e ha dovuto dire, contro ogni verità scientifica, che la schiavitù era un fenomeno esclusivamente europeo” spiega Delsol. “Così, se si propongono le ragioni dell’occidente, si viene considerati reazionari e, soprattutto, trattati come falsari”

Del cristianesimo sconfitto si rischia che restino solo “gruppi di credenti minoritari che tendono a radicalizzarsi nel panico per la loro possibile imminente scomparsa”. Il declino del cristianesimo ha generato in parte questa crisi. “L’ha accompagnata” ci dice Delsol. “Il declino del cristianesimo è stato a vantaggio della modernità e  dell’Illuminismo. La crisi è una crisi di grandezza, addirittura di hubris, una crisi così grave da portare alla rovina. Ma è una crisi antica, che ha colpito il cristianesimo prima della modernità trionfante. E’ stato il cristianesimo a colonizzare il Sudamerica (per fare un esempio) e diversi secoli dopo è stata la modernità trionfante a lanciare la bomba atomica. E’ tutta una questione di hubris, che alla fine ci sta trascinando verso il basso”. Anche l’Illuminismo è in crisi. “Sì, l’Illuminismo è in crisi, nel senso che l’idea di progresso si sta sgretolando con la fine delle utopie del XX secolo e il senso di declino che attanaglia la cultura occidentale. Ma d’altra parte, l’emancipazione dell’Illuminismo si sta dispiegando, o meglio pretende di dispiegarsi, con le teorie woke, decoloniali e altre”.

 

         

 

Eccoci al woke. Moda passeggera o che lascia segni profondi nella cultura? “E’ un’eredità del marxismo e dell’estremismo illuminista. Sembra che questa tendenza sia destinata a scomparire presto, a causa della sua eccessiva irragionevolezza e follia. Naturalmente, nel frattempo avrà fatto danni e lascerà il segno. Il comunismo ha fatto danni enormi e ha lasciato cicatrici profonde, come tutte le follie. Ma nella misura in cui la corrente woke non ha i poteri statali del terrore come il comunismo, ma solo il potere dell’ostracismo sociale, non andrà molto lontano perché non può convincere la maggioranza”.  

Dopo il 7 ottobre una parte dell’occidente ha scelto di difendere il terrorismo, spesso apertamente e senza vergogna. “Con il movimento decoloniale, il male non è più il terrorismo ma la dominazione” ci dice Delsol. “Quindi ogni vittima della dominazione è nel bene e come tale può usare il terrorismo e qualsiasi altro mezzo ritenga opportuno contro i dominatori. Per il movimento decoloniale, Israele, che finora era dalla parte delle vittime, è passato dalla parte dei dominatori e rappresenta addirittura l’espressione tipica del dominatore coloniale bianco. Quindi usare il terrorismo contro Israele non è più una colpa”. Tre anni fa lei ha scritto che stavamo entrando in un “mondo di relativismo e barbarie”. “Un momento di rottura di civiltà, durante il quale le vecchie strutture si rompono, mentre le nuove non sono ancora apparse” conclude Delsol. “Il momento del relativismo e  barbarie corrisponde alla seconda metà del XX secolo. Le strutture morali stanno  riapparendo,  vecchie forme ma in modi nuovi: oggi abbiamo la morale della ‘cura’. Nessuna società può rimanere a lungo nel nichilismo”.
 

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.