Viva la leva, che poi ci imboschiamo tutti
L’Innamorato fisso risponde volentieri anche a lettere sul servizio militare e su Cesare Lombroso
Per la complessità degli argomenti che mi domandano, questa settimana rispondo solo a due lettori. Entrambi di Lamezia Terme. Che però tra loro non si conoscono. E non si sono messi d’accordo di scrivere al Foglio. Le domande richiedono ampio spazio.
Cosa pensi di rimettere il servizio di leva obbligatorio a 25 anni?
Salvatore
Sì! Sono con te al 100 per cento. Anche la chiamata alla leva deve avere l’età che indichi tu, cioè 25 anni. Interessa uomini e donne. La durata della ferma dovrebbe essere 36 mesi. Per esempio, parti il 19 ottobre 2018 e ti congedi il 18 ottobre 2021. Se nel periodo indicato hai qualche procedimento disciplinare il servizio si prolunga anche del doppio. Dipenderà dal giudice militare competente. Ricordiamo che nella riforma Lega- M5s la magistratura militare viene eletta direttamente dal web. Il servizio di leva del soggetto deve svolgersi a minimo 500 km da casa. Durante la libera uscita, metti a Teramo, i militari non possono essere vestiti da civili. Possono però tenere i capelli lunghi. Sempre nella riforma vengono istituiti nuovi corpi delle rispettive armi. Per esempio la polizia fluviale sul Volturno, il bel fiume del sud Italia. Qui alle dipendenze di un colonnello ci sarà un battaglione di 1.500 uomini che faranno quello che dice lui. Senza dirlo al ministero della Difesa. Infatti tutti i militari di leva passano sotto al ministro dei Rapporti con il Parlamento. Che volendo li può usare per occuparlo. Per questo il dicastero in questione diventa il più importante di un governo. La renitenza alla leva viene incentivata dal governo. Però non può dirlo all’opinione pubblica. E’ chiaro che mettendo ad anni 25 la chiamata alle armi tanti giovani scappano sugli Appennini. Così viene a favore delle politiche non dichiarate del governo. Quello di ripopolare i paesi abbandonati di montagna. Infatti tali renitenti alla leva che popoleranno le montagne non vengono cercati dalle autorità per cui coltivano la terra. Vengono già per andare al cinema in città (metti Teramo), vengono arrestati e messi nei nuovi carceri militari che però sono vuoti, mancano i detenuti, in quanto uno sapendo ciò sta sempre in montagna a fare formaggi. Al compimento del 75esimo anno di età, il renitente alla leva viene dichiarato persona non desiderata, per cui deve espatriare per evitare che alcune regioni italiane accolgano tali cittadini. In cambio devono fare gli impiegati nei vari distretti militari. Infatti, ogni comune sopra i 30 mila abitanti avrà un distretto militare. Il costo previsto per rimettere in piedi tale baraccone è di mille miliardi di euro che aggiunti ai 2.500 del debito fanno dire all’Europa ALT! Quindi poi il decreto viene ritirato. La leva obbligatoria non si fa più. Noi siamo favorevoli a quel punto scappiamo sull’altopiano di Asiago per proclamare la Repubblica di Asiago. Qui istituiamo la leva obbligatoria per i valligiani. Alcuni si ribellano. A quel punto lasciamo perdere tutto e la Repubblica di Asiago viene abolita. Noi rinviati a giudizio per aver attentato all’unità nazionale veniamo mandati in esilio (ma neanche) a Minorca, l’isola bella. Qui cerchiamo di fondare la Repubblica di Minorca che diventerà autonoma dalla Spagna, in quanto facciamo il doppio gioco. Sembra che siamo con i separatisti ma invece…
Scusi, quante forme di cretinismo esistono sia di primo che di secondo livello?
Valerio
Amico lettore la classificazione a cui lei si riferisce non è più in vigore. Oggi il cretinismo è solo di primo tipo ma neanche. Le ricordo che il massimo esperto è stato Cesare Lombroso. Egli individua una popolazione di cretini in un piccolo comune lombardo. Erano circa 200 famiglie che vivevano tutte nello stesso cortile. Sposandosi tra cretini. Così diffusero il cretinismo, con alcune carestie (che poi risultarono false). Uno di loro andò all’estero. Ebbe cinque figli tutti cretini. Il cortile dei deficienti invece era sempre un cortile ma in un’altra regione. Anche qui come sopra. La Regia autorità sanitaria siamo a fine Ottocento decise di chiudere i cortili e sia i cretini sia i deficienti di renderli sterili (ma neanche). Alla fine tornarono nei cortili però scambiando il posto. I deficienti andarono nel cortile dei pirla. I pirla nel cortile degli idioti. Alla fine le autorità stufe di spendere soldi dissero: fate quello che volete loro si offesero e migrarono in massa, non di tanto, di 5 km. Qui il sindaco vedendoli arrivare si finse scemo, per questo fu arrestato. Ma il fatto non sussiste e oggi possiamo dire che aveva ragione. I cretini sono passati da 32 del primo censimento a 2. Anche perché nel compilare tale documento l’operatore non può farti domande sulla privacy. Infatti su 21 milioni di interviste Istat solo due persone hanno dichiarato di esserlo. Quello che compilava il modulo ha voluto specificare: “La domanda sul cretinismo non è stata da me posta. E’ stato lui a volere che si tenesse pubblica tale situazione. A questo punto il censimento è valido? No! Per vizio di forma viene annullato tutto. E vengono annullate altre cose, come i trattati internazionali. Se però non si può, niente. Rimane tutto come prima del nostro governo.