Fiume Lambro a Verano Brianza (via Wikimedia)

Il fiume Lambro sito Unesco, candidatura fissa

Maurizio Milani

Una pazza idea che ha già raccolto cinque adesioni. Ma si è fatto avanti anche il Comitato parcheggio di Lampugnano

Che cosa hai in programma di fare quest’estate? Dico un viaggio, una vacanza, magari hai qualcosa da suggerirmi. Ciao.

Tiziana, Varese

 

Questa estate, non sapendo cosa fare, ho formato un comitato per il fiume Lambro sito Unesco. Subito ho avuto cinque adesioni. Ho spedito una lettera con tale candidatura alla sede centrale Unesco. Appena hanno visto il dossier sono saltati per terra in due. La segretaria che ha aperto il plico fa: “Ah, il Lambro no! Il Lambro no!”. Si è licenziata e ha lasciato il suo ragazzo, un bellissimo fotomodello già apparso in alcuni videoclip di Katy Perry.

Il suo capo nel sentirla sconvolta: “Stai calma! Stai calma! – le ha detto – non è ancora stato deliberato niente a favore del Lambro”.

Impiegata: “Ma con quale coraggio quei farabutti (che sarei io) ci chiedono questo?”.

Capo: “Tu stai calma e non fare niente”.

Impiegata: “Ho già telefonato al mio fidanzato per lasciarlo”.

Capo: “Sì, hai fatto bene”.

Subito fu convocata una riunione straordinaria dell’Unesco, ecco il resoconto in sintesi. “Alcuni matti di Milano hanno chiesto di far entrare il fiume Lambro. Tanti dicevano ‘Non ho mai sentito tale fiume’. Altri: ‘Che vergogna! Ma dove arriveremo. Ci manca solo che vogliono entrare nell’Unesco i Cugini di campagna’”. Si decise di fare una lettera di diffida preventiva per scoraggiare tali candidature. E’ stata mandata ai responsabili di 25 mila luoghi nel mondo. La maggior parte non aveva nessuna intenzione di proporsi all’Unesco. Eccola: “Si diffida (nome del posto) a far domanda per essere sito Unesco. Vi evitiamo il disturbo di chiedere. La risposta è No! No! No! Distinti saluti (ma neanche)”. Vediamo l’elenco dei siti di Milano che hanno ricevuto tale diffida:

il Vigorelli

la Torre Branca

il parcheggio di Lampugnano

la nave bananiera dei 1600 alla darsena dei Navigli

il distretto militare abbandonato

la casa di Emiliano Zapata (in via Melzi d’Eril 21)

il deposito delle Poste di peschiera Borromeo

la ditta Sardini di via Melzi d’Eril 22

il treno Milano-Caltanissetta (con 1.000 cuccette)

il Museo dell’Alfa Romeo

la barberia notturna di Milano Lambrate

il Parco delle Cave e altri.

Ecco la risposta che il Comitato parcheggio di Lampugnano ha mandato all’Unesco:

“Gentile Unesco, a parte che noi non abbiamo chiesto di avere il vostro ‘diploma’, ma a questo punto lo vogliamo anche noi. Piuttosto levate il ‘diploma’ a Venezia che c’è pieno di cretini a torso nudo sui vaporetti. Cantano anche Osteria n. 5 (la più bella delle 250 canzoni da osteria conosciute nel mondo). E vogliamo continuare? Certo sentire digerire forte di notte nella città più romantica del mondo non è bello. Anche la coppietta dell’Arkansas appena convolata a nozze con rito sioux rimane male. Il problema è che alcuni turisti, per lo più occidentali, bevono come tori il giorno, poi di sera corrono all’aeroporto Marco Polo per partire. Il personale dell’aerostazione non li fa imbarcare: a) perché alle due di notte non parte nessun aereo da Venezia. Tranne il Postale per Reggio Calabria; b) perché sono ubriachi ma neanche. Se anche no, ripeto, aerei non ce n’è. Il primo parte per Bratislava alle 6.30. Ma è già tutto prenotato fino al 2039. Anche se il pilota del volo di oggi è già in pensione”.

Dimenticavo una lettera spedita dall’Unesco che merita attenzione. Eccola:

“Gentile ente che gestisce le Pozze sulfuree di El Paso, abbiamo ricevuto la vostra richiesta di essere nei siti Unesco. Ma non scherziamo! Ma dove siamo! Se facciamo voi, dovremo anche fare l’autoparco di via Salomone a Milano, quello balzato alla cronaca perché base dei servizi di intelligence dell’ex Unione sovietica. Non disturbate più. Non abbiamo tempo da perdere con luoghi che ‘non sanno di niente’. Distinti saluti, ma nemmeno tanto, tramite Unesco”.

Risposta secca e dura. Però con certi soggetti forse è meglio parlare chiaro. Magari li illudi che un domani…

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