Come funziona Google? Il resoconto di una riunione nel loro team di ricerca.
Da una visita della CNBC negli uffici di Google ai recenti aggiornamenti. Una panoramica di come funziona Google e dove sta andando.
In questi giorni Google fa molto parlare di se, non solo per l'incredibile multa inflitta dalla Comunità Europea di oltre 4 milioni di euro, dovuta alla presunta egemonia del proprio sistema Android sulla maggior parte degli smartphone presenti sul mercato, ma per via di alcuni cambiamenti dei suoi algoritmi che hanno creato nuove pagine di risultati di ricerca. Non sarebbe così grave se quei risultati non determinassero fatturati per aziende e professionisti. Essere nelle prime posizione per "idraulico a Roma" incrementa ovviamente il fatturato di quel fortunato idraulico. Se emettesse fattura. Ma nessuno lo mette in dubbio.
Tornando alla questione dei propri risultati di ricerca, Google dal passato primo agosto ha modificato il suo algoritmo e in molti si stanno domandando come funzioni ora. Certo, nessuno - a parte Google - sa come funziona esattamente, ma nel tempo una serie di cose sono emerse e su questo si basavano tutti quelli che si occupano proprio di questo aspetto, i famosi SEO, creature quasi mitologiche dalla testa di nerd e il corpo da runners, che cercano di fare in modo che un sito sia tra le prime posizioni quando un utente cerca un servizio o un prodotti.
Google per togliere un pò di mistero sui suoi processi lavorativi ha invitato la CNBC a partecipare ad una riunione e le cose emerse sono sicuramente interessanti e meritano di essere raccontante anche su queste pagine.
Nella riunione, Google stava valutando di effettuare una variazione su come mostrare alcuni risultati di ricerca, basandosi esclusivamente sui dati che erano stati raccolti.
Partiamo però dalla base: come funziona la ricerca di Google?
Oggi gli utenti usano Google in maniera quasi amichevole, come fosse un vicino a cui chiedere delle informazioni. Può capitare infatti che per cercare il titolo di un film, digitino: "film palla da volley isola" e Google fornisce risultati su "Cast Away" di Tom Hanks da Wikipedia.
Il motore di ricerca sta cominciando a capire quali "entità" siano presenti nella ricerca effettuata, quindi comprende che si tratta di un film, che ha a che fare con una palla da pallavolo e un isola. Unendo i fili delle entità cercate, il risultato più logico è quella di Wikipedia che descrive il film.
Ci sono alcuni programmi di Google, conosciuti come crawler, che setacciano Internet per raccogliere informazioni da centinaia di miliardi di pagine web. Google quindi memorizza tali dati in un enorme indice in continua evoluzione, prendendo nota di segnali come la freschezza dei contenti o le entità presenti. Quando cominciamo a digitale qualcosa nella barra di ricerca, viene avviato un processo con un un insieme di regole, definito come "algoritmo" di ricerca di Google. Questo processo confronta quello digitato con le informazioni che ha acquisito Google nel suo archivio e decide quali pagine mostrare, il tutto in una frazione di secondo. Quindi no, Google non restituisce risultati in real time del web, ma attinge a quello che è riuscita a immagazzinare nei propri archivi o database.
Uno dei fattori che determinano il posizionamento di un sito web, che distingue Google da quando è stato lanciato 20 anni fa è famoso PageRank, chiamato così per il cognome del co-fondatore Larry Page. Il PageRank si basa sull'attribuzione di una autorità ad ogni pagina web, partendo da un'idea ovvia. L'idea è che se molte persone sul web trovano una pagina abbastanza utile, probabilmente la linkeranno dai propri siti web o blog, allo stesso modo quindi, questa pagina è probabilmente più rilevante di una pagina che tutti ignorano. Il PageRank è ancora un fattore che l'algoritmo di Google utilizza, ma non viene più mostrato come invece accadeva molti anni fa.
Google intenzionalmente non rivela tutti i fattori che guidano il suo sistema di posizionamento, perché non vuole che le persone cerchino di utilizzare queste informazioni per manipolare i risultati di ricerca. Inoltre questa "segretezza" gli permette di distaccare gli eventuali concorrenti.
Come decide Google di modificare l'algoritmo di ricerca?
Quando Google comincia a valutare la modifica del proprio algoritmo di ricerca, verifica prima la modifica pensata con una piccola percentuale di utenti reali per vedere che esito potrebbe avere, tra questi ci sono i "Quality Raters": oltre 10.000 persone sparse per il mondo a cui viene fornito anche un manuale con delle linee guida per fare una serie di valutazioni sui siti web.
Questi Quality Raters non possono influenzare direttamente i risultati di ricerca, ma le loro opinioni aiutano il team di ricerca di Google a valutare se un determinato aggiustamento possa passare o meno. In pratica valutano quali risultati siano migliori.
Ma "migliori" non è un termine puramente soggettivo. È definito nelle linee guida per la valutazione della qualità della ricerca fornite da Google direttamente, che descrive come dovrebbero essere giudicate le pagine che appaiono. Dalle ultime linee guida, particolare attenzione è dedicata all'esperienza nel visitare quel sito, l'autorevolezza e l'affidabilità di una pagina e dell'autore.
Nel 2017, Google ha condotto 31.584 esperimenti side-by-side con i suoi valutatori e successivamente ha lanciato 2.453 modifiche al suo motore di ricerca. Anche se i cambiamenti possono avere enormi effetti su come viene classificato un determinato sito Web e quindi sulla quantità di persone che lo vedono, gli utenti di Google spesso non si accorgono neanche delle modifiche, tranne per gli addetti ai lavori.
Nell'incontro osservato dalla CNBC, il team stava testando un nuovo formato per le ricerche su dispositivi mobili che avrebbe mostrato anche una foto vicino al link. L'ipotesi era vedere se mostrando le immagini, gli utenti potevano essere aiutati a determinare meglio quale sito avrebbe potuto portarli alla pagina più rilevante per quello che stavano cercando.
In questo caso, Google ha chiesto a una serie di Quality Raters se pensavano che le immagini aggiunte accanto ai link li aiutassero a capire i risultati.
Il team ha presentato i propri dati a Gomes e a Nayak (dirigenti della sezione search di Google), ad esempio la percentuale di utenti che ha fatto clic su un collegamento immagine e poi è tornato rapidamente indietro (decisamente un brutto segno, vuol dire che quel risultato non era soddisfacente) o se vi è stato un aumento significativo del tempo di attesa prima di cominciare a interagire con i risultati (nessun risultato poteva essere interessante per l'utente).
"Per ogni cambiamento, la domanda è sempre, a conti fatti, è più utile o no?" affermava Gomes. In questo caso, lo è stato.
Non ci sono stati dibattiti appassionati o esplorazioni filosofiche sul fatto che Google potrebbe mostrare agli utenti più immagini. I dati hanno guidato la decisione.
"Abbiamo un rigoroso processo di testare le cose", afferma Gomes."E siamo davvero guidati dalle metriche - questo è il cuore di come operiamo".
Ma Google ascolta con attenzione anche i feedback degli utenti, anche quelli davvero grossolani, come quando alcune persone segnalarono che un sito nazista era il primo risultato cercando "è mai esistito l'olocausto?". Quando c'è un problema lampante, Google non elimina solo i risultati di ricerca errati, più spesso cerca di capire come modificare sia il suo algoritmo sia le sue linee guida di riferimento, per evitare errori simili.
Altre volte, le idee per i cambiamenti dell'algoritmo derivano da direttive o priorità aziendali. Ad esempio, alcuni dipendenti hanno a lungo sostenuto che i risultati di ricerca di Google dovrebbero essere più personalizzati, ha detto Nayak. In questo momento, c'è pochissima personalizzazione della ricerca e ciò che esiste è focalizzato sulla posizione di un utente o sul contesto immediato da una ricerca precedente. Anche testando una più evoluta personalizzazione, Google ha scoperto che raramente migliorava i risultati. "Una query di un utente di solito ha così tanto contesto che l'opportunità di personalizzazione è solo molto limitata", afferma sicuro Nayak.
Non personalizzando i risultati di ricerca, Google è stata in grado di sfuggire a molte delle critiche che Facebook e Twitter hanno ricevuto per aver creato "filtri", in cui le persone vedono solo le informazioni a cui erano già predisposte a credere o simili. (Il prodotto video di Google, YouTube, non è stato in grado di evitare questa critica, in particolare nel modo in cui raccomanda i video correlati. Ma va detto che i due algoritmi sono completamente separati e non creati o mantenuti dallo stesso team.)
Mentre Google non personalizza la maggior parte dei risultati di ricerca, le sue pubblicità sono estremamente personalizzate a causa della vasta gamma di dati raccolti (Google consente agli utenti di gestire le impostazioni sulla privacy su quali dati raccoglie , ma i suoi metodi sono stati fuorvianti in passato) .
Oggi i risultati di ricerca di Google hanno fatto passi da gigante rispetto ai primi "10 collegamenti blu" di quasi un venennio fa. Oggi la ricerca vocale diventa sempre più importante e studiata da Google e non solo, senza dimenticare l'ausilio del Knowledge Graph, un database di oltre un miliardo di entità con 70 miliardi di connessioni tra loro, o i sui "risultati zero", le cui risposte in sintesi sono estratte da alcune pagine Web nella parte superiore dei risultati di ricerca.
Google sa che gli errori appariranno ancora: per tentativi di manipolazione, a causa di un problema con l'algoritmo, altre perché i risultati rifletteranno i pregiudizi della società. "Non abbiamo alcuna illusione che la ricerca sia perfetta", afferma in conclusione Nayak.
In tutta la trasparenza, avuta durante l'incontro della CNBC con il team di Google, sarebbe stato interessante osservare anche altri aspetti che stanno creando un pò di malumore. Ci sono ormai delle risposte che Google offre agli utenti direttamente, senza passare per i siti web che le contengono. Alcuni esempi?
Cercando semplicemente le condizioni meteo di una specifica località, Google mostra il proprio servizio.
Oppure volete visitare Parigi e cercate su Google: Cosa vedere a Parigi.
Come in molti dicono, oggi Google potrebbe tranquillamente rispondere alle domande degli utenti senza mostrare alcune sito web di terzi, ma non lo fa perchè sarebbe il suo declino.