La crisi delle partita Iva, in pochi giorni oltre 150.000 iscritti sul gruppo Facebook

Alessandro Giagnoli

Silenti, senza sindacati e sull'orlo di una crisi di nervi

Si dice che l'Italia è fondata sulle partite iva, oggi un popolo di oltre 5 milioni di lavoratori che nel lavoro autonomo hanno provato a creare un futuro per loro, per i familiari e per i dipendenti. Spesso considerati evasori tout court e dai loschi affari, mentre la realtà delle situazione riguarda imprenditori autonomi e liberi professionisti che nella carenza del lavoro "sicuro" hanno deciso di crearselo in qualche modo. L'online e la possibilità di lavorare in maniera nuova su nuove competenze, ne ha sicuramente incrementato la possibilità e il desiderio di autonomia e progettualità. Ma il sogno sta diventando un incubo per molti.

Ma la situazione oggi è che il popolo delle partite iva si trova a soffrire la mancanza di una qualsiasi forma di tutela, basti leggere alcuni post del gruppo facebook che in poco meno di dieci giorni già conta oltre 150.000 iscritti.


 

E ancora il commento schietto di un commerciante di Mantova:

https://www.facebook.com/antonino.d.marco1/videos/10220400796320777/

Da quando Federcontribuenti ha diffuso alcuni dati allarmanti, il vaso è stato scoperchiato e ora bisogna fare qualcosa. 

Perchè i dati di Federcontribuenti rilevano che negli ultimi tre anni sono state chiuse oltre il 40% di partite iva, da otto a quasi cunque milioni di professionisti, microimprese o piccole attività che hanno dovuto chiudere, in appena un triennio. Altro dato che deve far riflettere è anche quello relativo al reddito medio: calato mediamente di sette mila euro nel corso dell’ultimo decennio. A fronte dei dati confermati dall'Istat, con un fatturato di quarantacinque mila euro e pagando tutte le imposte, il guadagno netto è di circa diciassette mila euro

L'Italia era un paese fondato sulla partite iva.

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